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Terapie con monoclonali in Sicilia, i centri e a chi spetta

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Terapie con monoclonali in Sicilia, i centri e a chi spetta

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domenica 28 Marzo 2021

La cura con anticorpi monoclonali sarà disponibile anche a Messina e Siracusa, le cui strutture si aggiungono a quelle che ne avevano già fatto richiesta a Palermo, Catania, Trapani, Enna e Ragusa.

Nella maggior parte delle regioni italiane, almeno 15 e la lista è in continuo aggiornamento, è cominciata la somministrazione di anticorpi monoclonali per la terapia di pazienti con sintomi lievi o moderati di Covid-19 che presentino particolari fattori di rischio, come obesità, diabete con complicanze, dialisi o trapianto.

Questi farmaci, in grado di ridurre ricovero e di complicanze se assunti precocemente, possono venire somministrati endovena in centri specialistici a pazienti selezionati da Usca e medici di medicina generale.

La mappa dei centri di riferimento a livello regionale

In Liguria almeno 11 i pazienti hanno ricevuto la terapia e il Lazio, dove 11 le strutture possono somministrare gli anticorpi monoclonali, è anche la prima Regione ad aver avviato una sperimentazione con questi farmaci presso l’Istituto Spallanzani.

Il 19 marzo i farmaci sono stati somministrati nelle Marche e in Campania e si sono mosse in fretta anche Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Friuli Venezia Giulia.

Le prime dosi sono arrivate il 22 marzo in Toscana, dove sono state individuate finora 12 strutture idonee a praticare il trattamento, coordinate da una cabina di regia. Partite le somministrazioni anche in Piemonte ed Emilia-Romagna; il 25 marzo è stata fatta la prima consegna all’ospedale Perrino di Brindisi e i farmaci sono arrivati anche in Lombardia, dove i centri autorizzati sono già 17.

Il 27 le prime somministrazioni in Sicilia e Abruzzo.

Mancano al momento notizie relative alle Province Autonome di Bolzano e Trento, e a Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna.

In Sicilia, le prime 120 dosi circa del farmaco, prodotto dalla casa farmaceutica Eli Lilly, sono già state consegnate e nei prossimi giorni saranno utilizzate su chi ha contratto il Covid-19 allo stadio iniziale.

Qualche giorno fa l’assessorato regionale alla Salute ha emanato una circolare che disciplina l’uso del farmaco, inviata ai direttori generali delle aziende sanitarie siciliane, agli ordini dei medici, e ai responsabili del 118 dell’Isola.

La situazione in Sicilia

Nel Palermitano gli anticorpi monoclonali saranno testati sui pazienti al pronto soccorso e alla nefrologia del Cervello e al reparto di malattie infettive dell’ospedale Civico.

In Sicilia orientale, al momento, i centri sono San Marco e Cannizzaro di Catania.

La cura con anticorpi monoclonali sarà disponibile anche a Messina e Siracusa, le cui strutture si aggiungono a quelle che ne avevano già fatto richiesta a Trapani, Enna e Ragusa.

Anche a Caltanissetta, ieri, è partito l’utilizzo della terapia. “Gli anticorpi monoclonali bamlanivimab ed etesemivab – spiega il primario di Malattie Infettive Giovanni Mazzola – sono stati progettati in laboratorio specificamente per neutralizzare la proteina Spike del virus SarsCov2. Sono farmaci che devono essere somministrati per via endovenosa in un setting assistenziale protetto al fine di potere intervenire prontamente in caso di eventi avversi”.

Monoclonali, i requisiti per la terapia

I criteri di selezione per gli adulti sono l’età maggiore di 65 anni con almeno un fattore di rischio oppure la coesistenza di almeno una delle seguenti patologie: obesità, malattie cardiovascolari ( oltre 55 anni), diabete scompensato, malattie polmonari croniche pre-esistenti (oltre 55 anni), immunodepressione e patologie oncoematologiche, dialisi. Per i pazienti tra 12 e 17 anni deve essere diagnosticata obesità oppure anemia falciforme o malattie cardiovascolari congenite, ma sono incluse anche le malattie del neurosviluppo e l’asma”.

Quando vanno usati i monoclonali

“Gli anticorpi vanno
utilizzati tra il terzo e il quinto giorno della malattia e in persone che
rischiano di diventare più gravi come ipertesi, obesi, chi ha patologie
respiratorie. Queste persone si recheranno in ospedale e avranno l’infusione di
un’ora, poi torneranno a casa” – spiega Francesco Vaia, direttore
sanitario dello Spallanzani di Roma, parlando della situazione Covid Vaia e  ha poi sottolineato: “rispetto a due/tre
settimane fa credo che bisogna fare uno sforzo maggiore, dobbiamo
approvvigionarci ancora di più dosi di vaccino e aprire lo sguardo oltre di
noi. Ci sono in campo ancora delle guerre ideologiche e geopolitiche e anche
delle guerre industriali. La scienza ha sempre il dubbio ed è lontana da
interessi industriali, economici e geopolitici”.

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