Credito cooperativo, storie di ordinaria eccezionalità - QdS

Credito cooperativo, storie di ordinaria eccezionalità

redazione

Credito cooperativo, storie di ordinaria eccezionalità

Valerio Barghini  |
sabato 02 Dicembre 2023

A Roma il convegno: “I 60 anni differenti di Iccrea: da Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane a capogruppo”

ROMA – “I 60 anni differenti di Iccrea: da Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane a capogruppo”. Questo il sottotitolo del convegno organizzato a Roma in occasione dell’importante compleanno del credito cooperativo. Una “forma” bancaria che si è diffusa in Italia a partire da fine Ottocento e che il 30 novembre 1963 ha visto una delle sue declinazioni italiane in Iccrea.

Un compleanno festeggiato in grande stile alla presenza di Giuseppe Maino, Presidente del Gruppo, il quale ha sottolineato come “la nascita, nel 1963, sia avvenuta sotto i migliori auspici, coincidendo con il periodo del boom economico”. Concetti rimarcati da Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse), che ha rimarcato l’eccellente risultato della scorsa estate dello stress test europeo cui si è sottoposto il Gruppo. Tra i relatori, Alessandro Azzi (Presidente Fondazione Tertio Millennio ETS) e Maurizio Gardini (Presidente Confcooperative).

Un sessantesimo compleanno che ha coinciso con una “inaugurazione”: la prima uscita pubblica del neo-Governatore di Bankitalia, Fabio Panetta. Dopo il cui “battesimo” istituzionale sono seguite due tavole rotonde, moderate dalla giornalista Laura Serafini. La prima ha analizzato l’importante contributo del credito cooperativo nel contesto del sistema bancario italiano, fin dalla sua nascita. Insieme al mondo accademico, rappresentato da Mario Anolli (Università Cattolica del Sacro Cuore) e Fabrizio Pagani (Université Sciences Po – Università Luiss Guido Carli), Marina Paoletti (Managing Director Fitch Ratings) e Mauro Pastore (Direttore Generale del Gruppo Bcc Iccrea). Quest’ultimo, in particolare, è convinto che “prima o poi il credito cooperativo tornerà ad essere rappresentato da un unico gruppo”. Amalgamando le intelligenze e le persone che lavorano “diventeremmo un pilastro per il Paese”.
Dopo la “teoria”, la “pratica” con le testimonianze dirette di “storie di ordinaria eccezionalità”; di chi, insomma, grazie al credito cooperativo, è nato, si è sviluppato ed è cresciuto. Ad aprire gli interventi, Giusy Amodio, Responsabile Amministrazione e Finanza di Ifac, importante realtà imprenditoriale pugliese di Acquaviva delle Fonti, dal 1981 leader nella produzione di furgoni e kit isotermici, che oggi vanta un fatturato da 22 milioni di euro e 150 dipendenti.

Dal Sud al Centro Italia la musica non cambia

Lo conferma Alfredo Balletti, Amministratore delegato della Comal di Montalto di Castro, azienda che opera nel fotovoltaico, con un fatturato 2022 da 77 milioni di euro e che quest’anno “vedrà migliorare ulteriormente le proprie performance”.

Ma “credito cooperativo” fa rima anche con “sociale”

Rappresentato nella kermesse romana da Erika Biasutti, Direttrice di Laluna di San Giovanni di Casarsa (Pordenone). Una start up del 1994 che opera nel campo della disabilità con lo scopo di “aiutare le persone diversamente abili a raggiungere il massimo grado di autonomia possibile”.
Restando in area Nord, ancora, il Gruppo Caviro di Faenza, “la più grande cantina d’Italia”, rappresentata a Roma da Silvia Buzzi, manager Sviluppo e Sostenibilità della grande azienda vitivinicola con un fatturato che nel 2022 ha superato i 400 milioni di euro. E ancora, Latteria Soresina, primi produttori di Grana Padano in Italia, il cui Presidente, Tiziano Fusar Poli, ha ricordato il percorso iniziato a fine Ottocento da 17 allevatori che hanno fondato il nucleo di una realtà che, dopo 124 anni, ha portato alla previsione di un consolidato 2023 superiore a 500 milioni di euro.

Ma per festeggiare i dodici lustri di Iccrea, anche un po’ di Sicilia. Con il Birrificio Messina e il suo Presidente, Domenico Sorrenti. Che ha ripercorso la storia dei “15 eroi” licenziati nel 2013 che, rimboccatisi le maniche, hanno investito il proprio Tfr rilevando l’azienda. Risultato: fatturato 2021 a oltre 3 milioni e 200mila euro, con i dipendenti “che da 15 sono diventati 30, soprattutto giovani e 10 dei quali donne”. Per tutti, “nelle fasi di nascita, sviluppo e crescita delle nostre realtà il credito cooperativo ha costituito e costituisce a tutti gli effetti un business partner”.

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