Ddl Province, dibattito "infuocato" all'Ars: "Rischiamo stipendificio"

Ddl Province, dibattito “infuocato” all’Ars: “Rischiamo stipendificio”

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Ddl Province, dibattito “infuocato” all’Ars: “Rischiamo stipendificio”

Redazione  |
mercoledì 07 Febbraio 2024

Tensioni all'Ars: i pareri delle opposizioni, con Cateno De Luca e il Movimento 5 Stelle in prima linea contro il Ddl.

Il Ddl Province crea ancora tensioni all’Ars: il dibattito appare sempre più infuocato e, dopo che il testo è tornato in aula – a quanto pare senza modifiche -, le opposizione si sono scatenate. Le prossime ore saranno senza dubbio decisive per l’approvazione del disegno di legge, che farebbe tornare in vigore il sistema delle Province in Sicilia.

Martedì 6 febbraio, la discussione si è conclusa con un rinvio e tanti commenti amari dalle opposizioni. Nelle prossime ore è previsto il voto per il passaggio agli articoli e all’esame del testo. Il tema, assieme all’ormai celebre “norma salva ineleggibili” ha diviso perfino la maggioranza del Governo Schifani, che si trova ad affrontare uno dei momenti più delicati per la politica siciliana dopo l’approvazione della Finanziaria.

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Ddl Province, cosa prevede e cosa succede all’Ars

Con la riforma delle Province verranno cancellati i Liberi consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani composti dai Comuni delle corrispondenti province regionali. Palermo, Catania e Messina, invece, conserveranno l’attuale denominazione di Città Metropolitane.

Si prevede l’elezione diretta di presidente, consiglieri e assessori. Tra le novità previste nel Ddl Province ci sono l’introduzione della figura del consigliere supplente, le quote rosa per le candidature e la doppia preferenza di genere come nei Comuni.

Il Ddl Province è tra i temi più “caldi” affrontati dall’Ars (Assemblea regionale siciliana): si contestano soprattutto il sistema di elezione e i criteri per l’incandidabilità. Il testo, secondo le opposizioni, sarebbe “pieno di contraddizioni” e frutto di un’elaborazione veloce e poco attenta.

L’attacco delle opposizioni

Tra i primi a esprimersi contro il progetto del Ddl Province all’Ars c’è Cateno De Luca di “Sud chiama Nord”. “Ancora una volta in aula grande assente è il Governo. Mi dispiace che l’assessore Messina sia stato lasciato solo”, ha detto dopo i recenti sviluppi.

“Nonostante il rapporto con i 5 stelle non fosse roseo ho registrato il loro impegno e la loro presa di posizione (contro il Ddl Province, ndr) ha consentito di far avere un intervento straordinario per tutte le città metropolitane e a tutti i liberi consorzi della Sicilia, un intervento triennale che ha consentito nello specifico alla città metropolitana di Messina di diventare una delle città metropolitane più virtuose”.

“Rischiamo stipendificio”

Allo stato attuale però così come è stata impostata la norma appare chiaro che questo governo sta preparando uno stipendificio per i tanti tromboni e trombati, per compensare equilibri e completare la spartizione che riguarda vari ambiti, come accaduto con la sanità nei giorni scorsi. Molto probabilmente nelle prossime ore in quest’aula andrà in scena la stessa storia della volta scorsa con la norma salva deputati. Le opposizioni sappiatelo, si tirano fuori dalle vostre faide”.

Cateno De Luca, in riferimento al Ddl Province, ha parlato di un “testo pieno di contraddizioni“. Opinione condivisa dal Movimento 5 Stelle, che tramite il capogruppo all’Ars Antonio De Luca commenta: “Schifani dovrebbe ritirare questo testo, messo su in fretta e furia solo a scopi elettorali, in vista dei prossimi appuntamenti con le urne Europee in testa. Se avessero messo nella redazione di questo ddl lo stesso impegno che governo e maggioranza hanno messo per la vergognosa spartizione delle poltrone della sanità, sicuramente avremmo ora un testo più decente”.

Immagine di repertorio

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