Depositi musei disponibili ai privati, bufera su Samonà - QdS

Depositi musei disponibili ai privati, bufera su Samonà

Raffaella Pessina

Depositi musei disponibili ai privati, bufera su Samonà

mercoledì 16 Dicembre 2020

Fa discutere il decreto dell’assessore regionale ai Beni culturali. Fava: “Non sono magazzini da sbarazzare”. M5s: “Una follia”

PALERMO – Non piace al Movimento Cinquestelle il decreto “Carta di Catania”, firmato dall’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà, grazie al quale vengono autorizzate Soprintendenze, Parchi archeologici, Musei, Gallerie e Biblioteche a concedere, in uso per la valorizzazione e la pubblica fruizione, i manufatti relativi al rilevante patrimonio in giacenza nei depositi.

I beni a cui si fa riferimento nella “Carta” sono quelli acquisiti per confisca, quelli donati o consegnati spontaneamente, quelli di più vecchia acquisizione per i quali sia stata smarrita la documentazione e, in generale, quelli deprivati di ogni riferimento al loro contesto di appartenenza. “Un intervento rivoluzionario – aveva detto la Soprintendente dei Beni Culturali di Catania Rosalba Panvini – grazie al quale migliaia di beni culturali, spesso non inventariati e conservati nei depositi dei musei e degli altri luoghi della cultura regionali, potranno essere finalmente esposti e fruiti da tutti.
Il decreto onora l’impegno assunto insieme al Presidente Musumeci di consentire una maggiore valorizzazione del cospicuo patrimonio regionale. Gli Istituti periferici della Regione – ha proseguito – dovranno ora provvedere alla formazione degli elenchi di beni, suddivisi per lotti omogenei in relazione alle caratteristiche storico-culturali o tipologiche. Per tale attività si potrà anche fare ricorso a studenti universitari impegnati in discipline legate alla conservazione dei beni culturali, che opereranno in regime di tirocinio formativo.

Con la “Carta di Catania” si ottiene, dunque, una deroga al decreto n. 1771 del 2013 che regolamenta l’uscita dal territorio della Regione Siciliana dei beni culturali facenti parte delle collezioni di musei, pinacoteche, gallerie, archivi e biblioteche. Ma i deputati del M5s all’Ars hanno chiesto all’assessore alla Cultura di Musumeci il ritiro immediato del decreto da lui firmato, che definiscono “un attentato ai beni culturali appartenenti alla regione Siciliana”. “Il decreto dell’assessore Samonà merita di diventare carta straccia, e di farlo in tempi brevissimi. Le opere d’arte rischiano la distruzione, altro che valorizzazione- hanno detto i deputati pentastellati – Pensare che la valorizzazione dei Beni culturali custoditi nei depositi possa avvenire attraverso l’esposizione in luoghi pubblici o privati aperti al pubblico, previo il pagamento di un corrispettivo, è pura follia. Chi ne curerà, ci chiediamo, e con quali competenze, lo stato di conservazione e tutela? Non solo – continuano i deputati M5S – l’elenco delle opere da dare in concessione dovrebbe essere affidato, come sembra, alle mani e agli occhi, non certo esperti, di studenti universitari. Tutto ciò è assurdo. La concessione in uso e il prestito sono già disciplinati dal codice Urbani, Samonà non deve farle altro che applicarlo e muoversi entro quel range. Nessuno – concludono i deputati – è contrario alla valorizzazione dei depositi, che possono e devono essere valorizzati senza fare uscire le opere, incentivando il loro ruolo di attrattore culturale per studiosi della cultura e dell’arte. Sarebbe utile far sì che venga finalmente catalogato tutto e che le opere culturali vengano valorizzate non dandole in affitto a terzi ma rimpolpando le mostre e gli spazi espositivi esistenti ed, eventualmente, investendo nella realizzazione e nel recupero di nuovi spazi”.

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