Diodato in tour in Sicilia, gli appuntamenti a Catania e Palermo

Diodato in tour in Sicilia, gli appuntamenti a Catania e Palermo: l’intervista

Filippo Calascibetta

Diodato in tour in Sicilia, gli appuntamenti a Catania e Palermo: l’intervista

Sandy Sciuto  |
mercoledì 23 Agosto 2023

Diodato arriva in Sicilia con il “Così Speciale Summer Tour” con due date: il 26 agosto sarà al Cortile Platamone di Catania e il 27 agosto ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo

Diodato arriva in Sicilia con il “Così Speciale Summer Tour” con due date: il 26 agosto sarà al Cortile Platamone di Catania e il 27 agosto ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.

Il cantautore con la sua voce elegante e inconfondibile ha saputo emozionarci in questi anni con brani come “Adesso”, “Che vita meravigliosa”, “Fai Rumore” e “Fino a farci scomparire”. In questa calda estate ha fatto sorridere e pensare con la sua “Occhiali da sole” a tema aspettative.

Sul palco dei due concerti siciliani, Diodato sarà accompagnato da straordinari musicisti quali: Rodrigo D’Erasmo, Andrea Bianchi di Castelbianco, Lorenzo Di Blasi, Simona Norato, Gabriele Lazzarotti, Sire Raul, Beppe Scardino e Stefano Colosimo con i quali canterà sia i suoi più grandi successi, ma anche i brani del nuovo e quarto album “Così Speciale” che dà il nome anche al tour. Dieci brani che sanno raccontare gli ultimi anni di Diodato e che si aprono alla proiezione dei desideri, delle paure e delle metamorfosi dell’animo umano come i fiori colorati scelti per la cover.

Le domande

Il 26 e il 27 agosto sarà a Catania e a Palermo. Sui social ha scritto: “Finalmente”. Tornare in Sicilia è più una precisa scelta che un atto dovuto. Mi sbaglio?

“Volevo fortemente esserci perché è una terra a cui mi sono affezionato sempre di più in questi anni per amici che ho lì e per esperienze vissute. Non vedevo l’ora di poter tornare con dei concerti e soprattutto con questo tour”.

Vivere al Sud Italia con i suoi pro e contro ha avuto un ruolo nel suo percorso musicale?

“Sicuramente sì! Vivere al Sud mi ha messo dentro una sensazione e una volontà di riscatto che mi sono portato dietro nei viaggi e quando sono andato a vivere in altre città. Ma anche un’energia e una forza che derivano dalla terra del Sud e forse anche dal luogo in cui sono cresciuto. La mia è una terra che ha davanti il mare che è una grande incognita. Ti pone delle domande costanti e non sai mai ciò che può arrivare dal mare. Soprattutto ti permette anche di immaginare qualcosa guardando l’orizzonte. Molto spesso la parola mare è nelle mie canzoni perché credo sia un simbolo di vita e sarebbe bene rimanesse tale”.

Con il “Così Speciale Summer Tour” è in giro per l’Italia da giugno. Mancano le ultime date oramai. Cosa le ha regalato questo tour rispetto ai precedenti?

“È stato un tour molto bello perché l’ho condiviso con un gruppo di artisti e amici con cui ci siamo divertiti molto, anche proprio sul palco. È stato un tour molto vivo perché composto da tante anime belle che insieme ogni sera vibrano su un palco. È un concerto molto organico quello che stiamo portando in giro, molto suonato. C’è tanta musica e in qualche modo mi ha regalato la consapevolezza ancor più forte che quella è un po’ la direzione in cui mi piace muovermi: gli strumenti che suonano e le incertezze e variazioni che possono esserci ogni volta che molti musicisti si trovano ad esprimere sé stessi sul palco. È una sensazione molto bella e credo sia cosa arriva immediatamente al pubblico. Mi ha regalato l’incontro con migliaia di persone che è il motivo per cui faccio musica ossia creare dei ponti verso qualcun altro e comunicare”.

Oltre il tour in Sicilia

Dà l’idea di essere una persona timida e riservata, ma sul palco si accende ed esplode. Cosa succede su questo palco a Diodato?

“Succede ciò che succede con la musica. La musica mi ha dato la possibilità di abbattere delle barriere, di mettermi in contatto con un nucleo emotivo che avevo dentro e trovare dei punti di contatto con gli altri. Questa è una grande gioia che si manifesta ogni volta sul palco. Motivo per cui credo sia la dimensione ideale per me stare sul palco, suonare e trasformare ogni sera quello che faccio in qualcosa di nuovo e di fortemente vivo”.

Qual è il momento che predilige del concerto?

“Ce ne sono tanti di momenti. Mi piacciono i momenti che hanno un forte impatto sonoro, però, per contrasto amo molto anche quelli intimi. Ho la fortuna di suonare con dei musicisti che sanno tutelare anche quei momenti di intimità. Siamo in nove sul palco e, nonostante siamo in tanti, riusciamo a mostrare e ad approfondire anche quei momenti di intimità che appartengono alla mia musica. E poi c’è il momento di contatto vero e proprio, quasi fisico, con il pubblico. Quel momento è diverso ogni sera e rende tutto speciale”.

Sembra non essere molto interessato alle classifiche, ai social e ai video virali. Cosa è fare musica per lei nel 2023?

“Per me è un’occasione per raccontare qualcosa, per provare a lasciare una testimonianza di un vissuto. Ovviamente, mi rendo conto di ciò che sta accadendo. Un po’ mi dispiace che tutto venga mortificato dalla legge dei numeri e che tutto venga appiattito per seguire alcune regole di mercato che ci sono. Credo sia un momento molto delicato per la musica, ma credo anche che la musica che deve arrivare, arrivi sempre perché testimonianza di qualcosa di molto forte e reale che trova sempre dei punti di connessione con qualcun altro”.

Il tour prende il nome dal suo ultimo e quarto album che in cover ha due fiori colorati. Il significato di quei fiori è cambiato in questi mesi in cui quelle dieci canzoni sono diventate di tutti?

“No, era lo stesso già prima perché ho sempre sentito una forte coralità all’interno di questo album anzi è stato amplificato con il tour e con gli incontri che avvengono ogni sera con il pubblico. Quei fiori continuano a rappresentare fortemente queste canzoni e ciò che fa la musica ossia partire da sensazioni fragili come degli steli molto sottili per poi essere sublimate da qualcosa di forte e di condiviso”.

Canta che ci vorrebbe un miracolo. Qual è il miracolo a cui auspica per l’umanità?

“Penso sia necessario provare ad ascoltarsi di più, a mettersi nei panni degli altri. Tentare di ragionare ogni volta che accade qualcosa. Viviamo in un’epoca in cui immediatamente si può dire la propria e si possono esprimere dei giudizi. Io non credo siano così necessari, quindi auspico che nasca un periodo di maggiore comprensione e interazione tra gli esseri umani. Sembra un paradosso visto che siamo collegati costantemente dai social e dalla tecnologia, però mi sembra che questo abbia più allontanato che avvicinato”.

Prendendo spunto da “Che vita meravigliosa”, in che fase della vita è?

“Sono in un periodo bello perché sto facendo quello che voglio. Sono circondato da persone a cui voglio bene sia lavorativamente parlando sia nella vita di tutti i giorni. Sono molto contento. So di avere una grande fortuna che mi sono cercato e che ho voluto e che ora mi vivo a pieno”.

In “Occhiali da sole” parla delle aspettative di sua madre per il suo presente. Cosa si aspetta Diodato per il futuro?

“Spero di essere spesso su un palco e di continuare a vivere di musica, ad incontrare tante persone, a mescolarmi, a cambiare e a trasformarmi. Spero sempre in qualcosa di meglio. La cosa a cui punto è sempre quella di provare a vivere il momento, a sentirmi presente in ciò che faccio. È una cosa quotidiana che poi definisce il tuo futuro”.

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