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Il domani arriva

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Il domani arriva

Giovanni Pizzo  |
lunedì 12 Febbraio 2024

Oggi è tempo di guerra e di grandi "partite" internazionali, dalle Europee alle elezioni negli USA: il commento.

La giovane e brava vincitrice del festival di Sanremo, Angelina, ce lo dice in musica, “ci pensiamo domani”, ma il domani arriva presto, probabilmente sotto forma di Trump. Donald ha dichiarato chiaramente la sua politica internazionale. L’Europa? Me la spartisco con Putin. La sua dichiarazione per cui l’America, o viene pagata per difendere i confini occidentali, con il budget obbligatorio del 2% alla difesa, o verrà lasciata nelle mani dei tank sovietici è la cosa più tipicamente, brutalmente, liberista mai sentita da un presidente americano. Una specie di richiesta di “pizzo” per la protezione.

L’Europa nel dopoguerra, a parte la Francia, non si è dotata di una difesa comune all’altezza delle sfide, che oggi sono globali, e ha fatto il parente povero della Nato, investendo bene o male le proprie risorse su altre priorità. La guerra in Ucraina ha disvelato una verità millenaria. La pace è solo una parentesi tra le guerre, soltanto che dopo la seconda guerra mondiale ci avevamo preso gusto a considerarla eterna, normale. Eravamo entrati in un nirvana geopolitico da peace&love. Putin ieri, e Trump oggi, epigoni del ‘900, ci richiamano alla cruda realtà.

Soprattutto Trump ci fa capire che a lui del rapporto “speciale” con l’Europa non gliene frega proprio nulla. A meno che non paghiamo l’apparato bellico americano, che da tanti posti di lavoro e fa marciare il PIL USA. È sul PIL che si giocano le elezioni americane di novembre, che è dopodomani. Gli sbandati europei sono in un cul de sac della Storia, hanno campato bene per 80 anni, tra welfare e mercantilismo, ed oggi riscoprono l’antica norma romana del Brenno di guai ai vinti. Non con l’oro ma con la spada si difende l’onore di Roma, gli rispose Marco Furio Camillo nel 390 a.c.

L’Europa, nipote dell’impero romano, ricorda le sue radici? Mentre a est e a ovest si confrontano due novecenteschi imperi, la supremazia del dollaro e quella del KGB, gli europei sembrano quei giovani israeliani al rave nel deserto del 7 ottobre. Il risveglio sarà brutale, come brutali sono le azioni ancestrali discendenti da Caino e Abele. Le elezioni Europee hanno in gioco questo, non poltrone o commissari, status politici da spendere in patria, ma sopravvivere o morire, putiniani o trumpiani. Von der Leyen sarà stata un’ottima ministra della difesa, disarmata, tedesca in tempo di pace. Ma oggi è tempo di “whatever it takes”, è tempo di guerra.

Così è se vi pare

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