Dove sta Zazà Cuffaro? - QdS

Dove sta Zazà Cuffaro?

Antonino Lo Re

Dove sta Zazà Cuffaro?

Giovanni Pizzo  |
giovedì 11 Aprile 2024

Si candida, non si candida, dove vota, chi vota. In questo momento ben due Mattei se lo contendono

Sembra che sia diventato il tormentone della politica italiana. Dove sta Zazà Cuffaro, s’è perso anche se non è la festa di San Gennaro, come cantava l’indimenticabile Gabriella Ferri nel brano di Roberto Murolo. Pizzarotti, chi era costui, si è dimesso addirittura dalla presidenza di +Europa, per non sapere dove sta Zazà Cuffaro. Si candida, non si candida, dove vota, chi vota. In questo momento ben due Mattei se lo contendono.

Uno, un ex presidente del consiglio è molto simile a lui per formazione, ed ammirato da Totò Cuffaro. L’altro il capo della ex Lega, oggi non si sa, il simbolo per le europee non lo abbiamo visto, non è praticabile quello di Salvini Premier, anche perché in Europa non ci sono premier,  lo pressa per passare con lui dopo aver già imbarcato lo scudo crociato di Lorenzo Cesa. Forse vuole fare un album Panini democristiano, tra poco candiderà pure Gianfranco Rotondi magari.

Cuffaro non ha scelto, e sembra che da lui dipenda almeno un seggio in Sicilia e forse qualcos’altro da altre parti. Non è proprio l’ago della bilancia della politica italiana, ma lui ci sta lavorando, ricordatevi l’Udeur. Ad entrambi i Mattei ha chiesto di mettere il simbolo Nuova DC nel logo delle europee. Perché lo fa? Per narcisismo, per orgoglio democristiano? No. Perché se il simbolo è presente, seppur insieme ad altri, ed un candidato a lui riferito viene eletto, la Nuova DC potrà essere esentata dal raccogliere le firme per le elezioni nazionali. E cosa serve questo? A trasformare la DC di Cuffaro in una calamita attrattiva per altri notabilati politici in giro per l’Italia, da un De Luca campano o un Emiliano del PD, magari in rotta con la Schlein, o a pezzi di Azione di Calenda che non reggono la ciclotimicità del leader.  

Gente, piccole comunità politiche, movimenti meridionalisti, diaspore democristiane di ogni latitudine. Cuffaro che può presentare la lista alle nazionali diventa il richiamo della foresta, quello di Jack London. Homo omini lupus, democristiano, aggiungeremmo noi. L’esigenza di un partito cattolico, cristiano, è stata sondata da poco, ed ha dato un risultato del 37%, e né la donna Patria e famiglia, né i rosari di Salvini sono riusciti a conquistare questo spazio, che è meno incline  ad ambienti rudi, rigidi, leaderistici. L’ ambiente politico dei cattolici in Italia è più morbido, felpato, tollerante, non insegue tanto la giustizia, che non è di questo mondo, ma la temperanza, e soprattutto la carità, verso il prossimo, anche se a volte pelosa. E qui Cuffaro, ci sguazza come un pesce nel mare, un mare che si è rifugiato nell’astensione.

Sapremo dove sta’ Zazà Cuffaro? Ancora qualche giorno e lo sapremo. Per i due Mattei sarebbe più che la ciliegina sulla torta, sarebbe la glassa di marzapane che fodera la cassata siciliana, per Iginio Massari troppo dolce. A quanto pare pure per Pizzarotti, ma la pizza, si sa, è salata.

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