Agghiaccianti particolari emersi dall'operazione "Piombai" a San Cristoforo. Erano moglie e cognata del capo dell'organizzazione. E quest'ultimo picchiava le "vedette" e postava sui social i video
Anche le donne avevano un ruolo importante nella “piazza di spaccio” dello storico rione San Cristoforo di Catania sgominata dai Carabinieri con i venticinque arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione Piombai.
Tra le indagate ci sono anche la moglie e la cognata del “capo piazza”.
Le donne, che sono state anche filmate, secondo l’accusa, gestivano i guadagni, occultando il denaro incassato, e affiancavano e talvolta sostituivano gli uomini della famiglia nel controllo e nell’organizzazione delle attività.
Non curandosi affatto, in alcuni frangenti, della presenza dei figlioletti in tenera età.
Così i Carabinieri sono riusciti a riprendere, con telecamere nascoste, una donna spacciare mentre tiene il figlio piccolo in braccio.
Dalle indagini è emerso anche che alcune delle “vedette” utilizzate dal gruppo sarebbero state picchiate dal “capo piazza”, che, con il proprio cellulare, riprendeva le umiliazioni loro inflitte e postava i video sui social.
E questo, secondo la Dda di Catania, per “avvalorare pubblicamente la loro posizione di subordinazione”.
Tra le immagini in possesso dei Carabinieri ci sono quelle di un giovane costretto a tuffarsi nel contenitore dell’immondizia e di un altro che si fa avvolgere passivamente il volto con del nastro isolante.