L’e-commerce in Sicilia decolla… ma non troppo - QdS

L’e-commerce in Sicilia decolla… ma non troppo

Michele Giuliano

L’e-commerce in Sicilia decolla… ma non troppo

martedì 30 Aprile 2024

Secondo i dati Istat nel 2023 soltanto il 40% degli isolani dai 14 anni in su ha utilizzato i servizi offerti dal web. In Italia gli acquisti più diffusi hanno riguardato l’abbigliamento, seguiti da articoli per la casa e l’intrattenimento

PALERMO – I siciliani acquistano on-line, ma senza troppo entusiasmo. Scettici probabilmente, e poco propensi alla novità, nel 2023 soltanto il 40% degli isolani dai 14 anni in su ha usufruito dei servizi e-commerce. Sebbene i numeri siano cresciuti con gli anni, a partire dalla pandemia in particolare, l’utilizzo delle possibilità offerte dal web non ha mai preso lo slancio.

La differenza con il resto d’Italia è consistente: la penisola, in media, segna una percentuale del 49,7%, con punte che arrivano al 56,7% in Trentino Alto Adige e al 55,7% in Lombardia. I dati sono quelli raccolti dall’Istat nel report “Cittadini e Ict”, e mostrano questa ritrosia dei siciliani ad utilizzare i mezzi elettronici per acquisti vari.

La percentuale scende ulteriormente se si restringe l’intervallo temporale: appena il 22,6% ha effettuato acquisti negli ultimi tre mesi, appena l’11% lo ha fatto tra tre mesi e un anno indietro, e il 6,5% ha fatto acquisti più di un anno prima, dimostrando come si tratti ancora molto spesso di un fatto eccezionale e non di una abitudine consolidata.

I numeri sono strettamente correlati all’età

Se si guarda alla sola fascia 20-24 anni, la percentuale di utilizzo sale al 78,2%. In generale, però, continua il trend segnalato già a partire dall’emergenza sanitaria, di una crescita costante ma comunque lenta che non segue l’andamento nazionale. Nel 2020, infatti, in Sicilia facevano acquisti on line appena il 27,4% dei cittadini, contro la media nazionale del 44% nello stesso anno; tale risultato è ben al di sotto dei numeri registrati nella penisola nel 2018, quando arrivava al 36%, ben prima del lockdown e delle necessità del momento, che hanno permesso a molti di scoprire per la prima volta le potenzialità degli acquisti sulle migliaia di siti disponibili.

Quali beni e servizi vengono acquistati

Oltre alla frequenza con cui i cittadini ricorrono al commercio elettronico, l’indagine dell’Istat rileva anche la tipologia di beni e servizi acquistati via internet. Nel 2023 l’acquisto più diffuso nella penisola riguarda i capi di abbigliamento, scarpe o accessori, selezionati nel 21,7% dei casi, seguito dagli articoli per la casa, mobili o prodotti per il giardinaggio (11,9%) e da film e serie tv in streaming o download (9,8%).

Anche in questo caso, l’età è uno dei fattori che influisce sulla tipologia di acquisti effettuati: i giovani tra i 20 e i 24 anni evidenziano maggiore attitudine rispetto alle nuove forme di consumo come musica in streaming o download, fruendo di tali servizi nel 17,5% contro il 5,6% del totale, consegne di pasti da ristoranti, fast-food o catering, (16,3% contro 6,4%), film o serie in streaming o download (20,5% contro il 9,8%).

I numeri in crescita sono dovuti anche al miglioramento del servizio fornito dai gestori degli e-commerce, che ha vissuto un lungo periodo di rodaggio, fatto di errori e modifiche. Nel 2023 la quota di utenti che ha fatto acquisti nei tre mesi precedenti l’intervista e che dichiara di non aver riscontrato problemi durante l’acquisto sale al 76,1%, valore che era al 73,4% nel 2021.

I problemi maggiormente indicati nel 2023 sono la mancanza del rispetto dei tempi di consegna (11,3%), le consegne mancate o erronee o le merci difettose (6,2%). Problemi tecnici sul web durante l’ordine o il pagamento via internet vengono invece riferiti dal 4,7% degli utenti; il 4,1% lamenta difficoltà nell’inoltrare reclami o la ricezione di risposte non soddisfacenti, il 4% dice di avere difficoltà a reperire informazioni sulle garanzie o altri diritti giuridici.

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