Verso le Europee, il post terremoto giudiziario tra questione morale e nuovi equilibri (a destra) - QdS

Verso le Europee, il post terremoto giudiziario tra questione morale e nuovi equilibri (a destra)

redazione

Verso le Europee, il post terremoto giudiziario tra questione morale e nuovi equilibri (a destra)

Giuseppe Bonaccorsi  |
venerdì 19 Aprile 2024

La sospensione del vice presidente Sammartino, le ripercussioni nel Carroccio e a cascata negli altri partiti

PALERMO – Dalla inchiesta “Pandora” della Procura etnea emerge prepotentemente la questione politico-morale. Diversi anni fa, l’allora presidente della commissione regionale antimafia Nello Musumeci, di fronte alle numerose inchieste giudiziarie siciliane che vedevano coinvolti esponenti di partito, dichiarò che la politica avrebbe dovuto fare pulizia al suo interno senza attendere l’intervento della magistratura. Ancora oggi sono i magistrati a scoperchiare l’ennesimo vaso sul voto di scambio politico mafioso e a cercare di fare chiarezza.

Quello che appare chiaro dalle carte dei magistrati è che da questa vicenda sono quasi tutti i partiti a uscire con le ossa rotte, sia a destra che a sinistra perché non va dimenticato che i fatti contestati oggi al vicepresidente dimissionario risalgono a quando Sammartino militava nel Pd, dove vi era entrato anni prima portando tutta la sua truppa di “Articolo 4” e di fatto spaccando il Partito democratico. Oggi il problema dei partiti è quindi sempre la questione morale. Non ci sono organismi che controllano, che si interrogano sulla forza elettorale di quello o quell’altro esponente che viene imbarcato all’interno del partito solo a seconda dalla sua forza elettorale.

Ma al di là delle questioni che caratterizzeranno il percorso giudiziario degli indagati di questa operazione (questa mattina Sammartino sarà interrogato dal magistrato), a due mesi dalle europee ci si interroga su quali risvolti potrà avere questa inchiesta che ha stoppato il “patron delle preferenze” interdetto dai pubblici uffici per un anno per corruzione e, quindi, costretto a dimettersi da vicepresidente della Regione.

È evidente che il primo esponente regionale che si sta sfregando le mani è l’ex governatore Raffaele Lombardo, leader del Mpa, si sostiene acerrimo rivale di Sammartino, che qualche settimana fa ha rotto il patto di alleanza con la Lega di Salvini pare per due ragioni. La prima, che si vocifera in ambienti leghisti, è che Lombardo avrebbe chiesto al leader nazionale del partito lumbard la presidenza dell’Anas e il fatto che non sia stato accontentato sarebbe alla base della rottura. Ma la tesi più avvalorata è che invece sarebbe stato proprio Sammartino a chiedere a Salvini di rompere con Lombardo, mettendo sul tavolo leghista l’arrivo nel partito di un “pezzo da novanta” di FdI, quel Raffaele Stancanelli che, in rotta di collisione con il presidente del Senato Ignazio La Russa e col ministro Nello Musumeci, avrebbe capito da tempo di non non poter contare su una nuova ricandidatura nel suo partito.

A questo punto con Sammartino fuori dai giochi, Stancanelli potrebbe apparire in difficoltà, ma mai dire mai perché è evidente che tra qualche settimana proprio Sammartino potrebbe già essere nuovamente in campo anche se non certo con la stessa forza contrattuale di prima. Lombardo sa però, da navigato politico, che l’inchiesta scompagina gli assetti della macchina elettorale dell’avversario, già caratterizzata sembra da un allontanamento di diversi esponenti.

Altro esponente di Destra rallegrato dal caso Sammartino è senz’altro il ministro Nello Musumeci che durante il suo precedente ruolo di governatore siciliano ebbe più volte modo di scontrarsi pesantemente in Aula proprio con Sammartino, con una dialettica talvolta ai limiti della legalità. Musumeci sa bene che questa operazione potrebbe anche dare maggiori chances al suo candidato prediletto alle europee, l’ex assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza.

Altro punto sulla partita delle europee che potrebbe essere influenzato dall’inchiesta Pandora, è il presunto avvicinamento di Totò Cuffaro alla Lega, sembra sempre tramite il vicepresidente Sammartino. Si vocifera che la Nuova Dc di Cuffaro proprio qualche settimana fa, rotta la presunta alleanza con Renzi e “Più Europa” avrebbe cominciato a dialogare con la Lega per una possibile alleanza elettorale che adesso potrebbe naufragare sotto i colpi della base del partito del Nord che mal ha digerito i risultati di questa inchiesta e ha chiesto un ridimensionamento del progetto di estensione al sud.

Quello che adesso appare chiaro in chiave politica elettorale è che l’inchiesta potrebbe avere refluenze sul voto sino ad arrivare a non fare scattare il seggio leghista in Sicilia. E su questo hanno un valore anche le parole dichiarate a tutti i giornali dall’ex assessore leghista Fabio Cantarella, su cui pende una richiesta di espulsione dal partito dopo che Cantarella aveva detto proprio a Salvini e a Durigon, commissario della Lega in Sicilia, che l’arrivo nel partito di Sammartino avrebbe comportato problemi visto che quest’ultimo aveva in corso più di un processo”. Oggi, quasi gongolando, Cantarella ha dichiarato rivolto ai leader del suo partito: “Hanno preferito i voti sospetti degli ultimi arrivati piuttosto che quelli degli esponenti storici…”.

È già conto alla rovescia per le candidature: tutti i nomi in campo

La deadline rimane quella del 30 aprile. Meno di due settimane e le liste per il collegio Isole alle Europee 2024 dovranno essere consegnate. Eppure non ancora tutte le pedine sono a loro posto. Dopo l’inchiesta Pandora che ha colpito il vice governatore dell’Isola, il coordinatore della Lega in Sicilia Claudio Durigon ha ribadito la linea garantista ma non ha esitato a sottolineare come, nonostante le indagini “siano state condotte tra il 2018 e il 2021, i provvedimenti siano scattati solo oggi a poco più di un mese dalle Europee”.

In casa Carroccio le domande su possibili cambiamenti e/o defezioni nelle candidature continuavano a circolare ma al momento sembra che tutto sia confermato. A guidare la lista dovrebbe essere la deputata uscente Annalisa Tardino, salviniana doc ed ex commissario del partito nell’isola. Sembra non traballare la candidatura dell’ex FdI Raffaele Stancanelli, fortemente sostenuta proprio da Sammartino, e ci sarebbero anche l’assessore regionale Mimmo Turano e il senatore Nino Germanà. Per le quote rosa, Francesca Reitano, ex assessore ad Acquedolci e candidata alle Europee 2014 con Forza Italia. Gli altri due nomi toccano alla Sardegna.

Sempre in casa centrodestra, confermata la premier Giorgia Meloni come capolista in tutte le circoscrizioni, per il collegio Isole Fratelli d’Italia dovrebbe schierare l’ex forzista Giuseppe Milazzo e i due catanesi Ruggero Razza (ex assessore alla Salute e delfino del ministro Nello Musumeci) e Massimiliano Giammusso (sindaco di Gravina). In campo anche l’assessore Elvira Amata e la deputata Giusi Savarino. Resta poi in gioco il nome del sindaco di Avola Rossanna Cannata che se entrasse effettivamente in lista ridurrebbe a uno solo il candidato della Sardegna.

I giochi sembrano fatti in casa Forza Italia. Confermata la candidatura di Caterina Chinnici, voluta dal coordinatore Antonio Tajani, che sarà capolista in quanto deputata uscente, potrà contare anche sull’appoggio del leader Mpa Raffaele Lombardo. A incarnare l’identità storica del partito ci penserà l’assessore regionale Marco Falcone, già da tempo in campagna elettorale, mentre il governatore Schifani punta sull’altro componente della giunta Edy Tamajo. In lista anche l’avvocato di Caltanissetta Massimo Dell’Utri, coordinatore siciliano di Noi Moderati di Maurizio Lupi.

Per le donne, in campo Bernardette Grasso, espressione dell’area Messinese, e Margherita La Rocca Ruvolo, per l’Agrigentino. Fra i nomi circolati anche quello della deputata Luisa Lantieri ma, a dire il vero, le altre due caselle in lista dovrebbero essere espressione della Sardegna: una donna e un uomo, probabilmente Michele Cossa, candidato dei Riformatori sardi, partito vicino a Forza Italia e che nelle Regionali di febbraio ha ottenuto il 7%.

Dalle parti del Pd, la prognosi verrà definitivamente sciolta nella direzione di domenica ma i giochi sembrano ormai fatti. Data per certa la segretaria Elly Schlein come capolista, dovrebbe essere confermata anche la presenza della giornalista del Tgr Rai Sicilia Lidia Tilotta e dell’ex deputata messinese Flavia Timbro. Al netto dei due candidati sardi, in campo scenderà un terzetto tutto al maschile: l’eurodeputato uscente e medico Pietro Bartolo, noto per il suo impegno nel soccorso ai migranti a Lampedusa; l’ex deputato regionale e oggi consigliere al Comune di Palermo Giuseppe Lupo e il senatore siracusano Antonio Nicita.

Per il M5S l’unica certezza, al momento, è il capolista Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, scampato a un attentato mafioso e scelto dal leader Giuseppe Conte. Per gli altri sette nomi bisognerà attendere l’esito delle votazioni on line, con un primo turno in corso oggi sino alle 22 e un secondo previsto per lunedì 22 aprile. Una trentina i candidati fra cui gli iscritti al Movimento potranno scegliere. Al secondo turno andranno i sei uomini e le sei donne più votate, più due candidati (un uomo e una donna) della Sardegna.

Solo certezze invece dal leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca che con il simbolo ‘Libertà’ ha raggruppato una serie di movimenti e ufficializzato già nei giorni scorsi i candidati per il collegio Isole. Capolista (ovunque) saranno De Luca e la presidente di ScN Laura Castelli. Gli altri, in ordine alfabetico, sono l’ex Cinquestelle Piera Aiello, l’ex assessore azzurro Edy Bandiera, Giulia Ferro, Barbara Ficus, il deputato e ex Iena Ismaele La Vardera e Antonio Parrinello.

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