Elezioni in Emilia Romagna e Calabria, il M5s si lecca le ferite - QdS

Elezioni in Emilia Romagna e Calabria, il M5s si lecca le ferite

Raffaella Pessina

Elezioni in Emilia Romagna e Calabria, il M5s si lecca le ferite

martedì 28 Gennaio 2020

Tensioni e divisioni all’interno del Movimento si registrano anche all’Ars. Il grillino siciliano Giorgio Trizzino: “Da irresponsabili non capire che un ciclo è finito. Si apra nuova stagione avvicinandoci alla tradizionale forma-partito”

PALERMO – Il voto di domenica scorsa ha disegnato nuovi equilibri politici in Italia. Le consultazioni in Emilia Romagna e in Calabria, che sono andate rispettivamente al Pd e a Forza Italia, hanno registrato il crollo dei consensi per il Movimento Cinquestelle, che soprattutto al Sud ha perso molti punti. Il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che guida una coalizione di centrodestra, ha espresso soddisfazione per la vittoria di Jole Santelli, eletta presidente della Calabria: “Spero potremo vederci presto – ha dichiarato Musumeci – per iniziare a trovare una strategia comune per interloquire con il governo centrale sui temi del Sud, delle infrastrutture e del lavoro”.

Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha detto che Forza Italia ha di che ritenersi soddisfatta perché ha aumentato complessivamente i voti in tutta la Penisola. Più critico il commento del commissario di Forza Italia per la provincia di Catania, Marco Falcone: “Il partito mantiene la sua attrattività sull’elettorato ma, in ogni caso, questi risultati impongono una riflessione sull’organizzazione interna, sulle prospettive e sulla proposta politica che vogliamo lanciare agli italiani – ha detto Falcone – Ciò affinché i valori liberali, riformisti e popolari di cui Forza Italia è il baluardo siano elemento fondante per il prossimo governo, di centrodestra, che gli italiani vogliono”.

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando plaude al successo del Pd in Emilia-Romagna: “Viene con forza premiata una visione ed una politica attenta ai diritti di tutti – ha detto Orlando – e una politica alternativa ai populismi di destra e di sinistra che pretendono di risolvere problemi senza rispetto del tempo: subito, senza confronto e senza contrasti. È ora che il governo nazionale comunichi una visione e indichi l’esigenza di rispetto del tempo e dei giusti tempi per affrontare problemi e prospettive del nostro paese, senza paura del nuovo, del futuro e del diverso da noi”.

Al di là dei commenti, che esprimono ovviamente pensieri di parte, l’analisi del voto permette di evidenziare come nella Penisola vi siano 13 regioni di centrodestra e 7 governate dal centrosinistra. In Emilia ha vinto la sinistra, ma ha vinto di poco, tra l’altro in una regione che un tempo era baluardo della sinistra. Stefano Bonaccini ha vinto con il 51% di voti, superando di otto punti la sua avversaria Borgonzoni. Ancora più netta, invece, la vittoria del centrodestra in Calabria di Jole Santelli che ha staccato di venti punti il suo avversario dem.

Chi si lecca le ferite è il Movimento Cinquestelle. Il deputato regionale Giorgio Trizzino parla di ciclo finito. “Sarebbe da irresponsabili non comprendere che per quanto sta accadendo al Movimento in questa ultima fase storica esistono cause e responsabilità precise – ha detto Trizzino – Le troveremo tutte e lo faremo presto. Si deve procedere ad una trasformazione della struttura del movimento, avvicinandoci alla tradizionale forma-partito”.

Trizzino ha ravvisato anche la necessità di abbandonare “il modello di un uomo solo al comando”. Quest’anno si voterà in altre sei Regioni (Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche e Puglia). è possibile poi che si torni a votare anche in Valle d’Aosta. Altri equilibri si potranno formare quindi nell’arco dei prossimi mesi, e se dovesse riconfermarsi la predominanza del centrodestra, di verificherebbe l’incongruenza politica di regioni governate da una parte politica totalmente opposta a quella che detiene il potere al governo nazionale.

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