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Elezioni regionali Sicilia, il centrodestra si divide, i nomi e gli scenari possibili

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Elezioni regionali Sicilia, il centrodestra si divide, i nomi e gli scenari possibili

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venerdì 11 Febbraio 2022

La candidatura di Micciché scombina gli equilibri del centrodestra in Sicilia. Il Pd punta sull'eurodeputata Chinnici, ma la reazione è fredda.

 

Grande fermento nel mondo politico per le elezioni regionali in Sicilia del 2022 che, secondo le previsioni, si terranno in autunno. La riunione del gruppo regionale di Forza Italia lancia la candidatura di Gianfranco Miccichè che l’accoglie, ma il centrodestra si divide. Nel frattempo il Pd e il M5s sondano la possibilità di un’intesa.

Certo è che chi assumerà l’incarico dovrà intestarsi battaglie comuni: digitalizzazione e potenziamento della Pa; maggiore inclusione femminile; potenziamento delle infrastrutture; lotta all’evasione fiscale; sblocco dei cantieri; investimenti mirati del Pnrr e sostegno alle imprese.

I nomi nel centrodestra

Nello Musumeci, attuale presidente della Regione Siciliana e leader di “Diventerà Bellissima”, aveva già annunciato la sua candidatura nel novembre scorso con il sostegno di Fratelli d’Italia.

Si è fatto avanti anche Cateno De Luca, sindaco di Messina, che a più riprese ha espresso la sua intenzione di diventare “sindaco di Sicilia”. Nelle ultime ore ha anche invitato Musumeci alle dimissioni, motivando la sua richiesta con “l’assenza della maggioranza all’Ars” e con la candidatura di Micciché, destinata a scombinare i piani.
Sempre a destra, scende in campo Nino Minardo, segretario regionale della Lega.

Il Pd punta sull’eurodeputata Caterina Chinnici, ma la reazione è “fredda”

È sull’eurodeputata Caterina Chinnici che il Pd sta puntando per provare a far convergere l’area moderata nella costruzione di quel campo largo che permetterebbe ai Dem di approfittare delle ‘spaccature’ nel centrodestra ed evitare di ritrovarsi nel pantano se i 5S non dovessero trovare la quadra.

Da qualche settimana il nome dell’ex assessore nella giunta di Raffaele Lombardo è il fulcro dei colloqui dei Dem con chi sta ragionando alla creazione del ‘Centro’ come possibile via d’uscita dalle sabbie mobili.

Il suo nome è stato fatto in diverse riunioni informali con qualche big del centrodestra, insofferente al sovranismo di Fratelli d’Italia. Al momento però non sembra che il nome della Chinnici stia facendo presa, anche perché non è per niente scontata la decomposizione finale del centrodestra, ma anche perché questo campo largo non piace affatto all’area di sinistra.

Il M5s e i suoi candidabili

Se da una parte apparirebbe quasi scontata un’alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, dall’altra queste scelta renderebbe impossibile un’intesa tra il Pd e Italia Viva. Matteo Renzi sarebbe a lavoro per dare vita invece a un “terzo polo” centrista.

I nomi che circolano sono tanti: quello Claudio Fava, leader del Movimento Articolo 1, quello tanto discusso di Dino Giarrusso e ancora quello del viceministro alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri.

L’ipotesi di un “matrimonio” tra Pd e Forza Italia incontra il muro dei pentastellati. Nelle prossime settimane il quadro politico, forse, potrebbe riservare contorni più chiari.

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