Emergenza rifiuti, corsa contro il tempo per fare gli impianti - QdS

Emergenza rifiuti, corsa contro il tempo per fare gli impianti

redazione

Emergenza rifiuti, corsa contro il tempo per fare gli impianti

sabato 27 Marzo 2021

Le strategie delle Società di regolamentazione di Palermo, Catania e Messina. Termovalorizzatori, perché no?

È partito il countdown per la chiusura della discarica di Lentini, dove attualmente conferiscono circa 150 Comuni siciliani. Dal prossimo mese, gradualmente, verranno ridotti i quantitativi di rifiuti ammessi nell’impianto fino alla serrata definitiva. Una situazione che rischia di diventare esplosiva nelle tre grandi città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, dove la raccolta differenziata stenta a decollare, soprattutto nei tre Comuni capoluogo che registrano percentuali inferiori al 20% (addirittura la Città dell’Elefante si aggira intorno al 10). D’altro canto i restanti (e pochi) impianti – rigorosamente privati – disseminati nell’Isola, come abbiamo scritto in una recente inchiesta, non se la passano meglio.
A Bellolampo l’ampliamento della sesta vasca darà un “fiato corto” di soli tre mesi, mentre l’impianto catanese “Valanghe di inverno”, tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, la cui autonomia dovrebbe ammontare a circa un anno, potrebbe saturarsi rapidamente a causa di una possibile “onda anomala” di spazzatura proveniente dai Comuni rimasti “orfani” di Grotte Sangiorgio.

L’alternativa, costosa, è quella di inviare la spazzatura fuori dai confini regionali. Un’ipotesi che rischia di aggravare i bilanci già disastrati dei Comuni siciliani e, a cascata, di svuotare le tasche dei cittadini già provati dalla crisi economica: l’aumento della Tari (già salatissima nell’Isola in cui si arriva a pagare anche 500 euro a famiglia) pare inevitabile in molte città, come per esempio a Palermo dove è stimata una maggiorazione di almeno 30 euro. Per evitare il peggio, il presidente della Srr dell’area metropolitana di Catania, Francesco Laudani, ha chiesto al presidente della Regione di farsi carico del sovrapprezzo per esportare i rifiuti. Misure tampone in attesa che si metta mano alla realizzazione di un’impiantistica di cui la nostra regione ha un disperato bisogno. In base al nuovo Piano regionale, la programmazione e la dotazione infrastrutturale spetta alle Società di regolamentazione dei rifiuti, cioè società consortili di capitali costituite dai Comuni ricompresi nell’Ambito territoriale ottimale. In totale sono 18, quanto appunto i “nuovi Ato” (i vecchi erano 27 e sono stati messi in liquidazione), e ad essi spetta la predisposizione, appunto, del “Piano d’ambito”.

Il quadro è ingarbugliato e peraltro non del tutto definito. Come ha spiegato al QdS il presidente della Srr Palermo Area metropolitana, Natale Tubiolo, il Piano regionale dei rifiuti, in atto, “non è ancora vigente poiché, ad oggi, pur avendo favorevolmente ottenuto il parere di legittimità da parte del competente Cga, che ha condotto alla sua definitiva adozione da parte della Giunta Regionale, deve ancora approdare all’Ars per la sua definitiva approvazione, previo ulteriore parere da parte della Corte dei Conti”.

“Considerati i vari stop che l’iter ha dovuto subire nel corso degli scorsi anni, in ogni caso – ha aggiunto Tubiolo -, è certamente un successo poter registrare che finalmente anche la Sicilia sia prossima a potersi dotare di un moderno Piano Rifiuti, atteso da troppo tempo ed assolutamente cruciale per lo sviluppo di una seria e duratura politica ambitale in ordine alla gestione ottimale del ciclo dei rifiuti urbani. Tale documento, infatti, costituirà la nuova bibbia delle Srr, il credo del sistema dei rifiuti nell’Isola, ma anche la fotografia chiara dei pesi e delle priorità da attribuire al fabbisogno impiantistico da realizzare e potenziare”.

E intanto che strategie stanno adottando le Srr in vista di una maggiore responsabilità nella pianificazione degli impianti? Lo abbiamo chiesto ai presidenti di tre società.

Natale Tubiolo

Srr Palermo – Intervista al presidente Natale Tubiolo: “Partenariato pubblico-privato per completare l’impiantistica”

Nonostante la mancanza del piano regionale rifiuti, la SRR Palermo Area metropolitana ha cambiato rotta nella politica ambientale, come spiega il presidente Natale Tubiolo.

Avete individuato gli impianti?
“La Srr da me rappresentata, malgrado il vuoto di programmazione per mancanza del Piano regionale rifiuti, a far data dal proprio avvio operativo, avvenuto alla fine del 2018, ha preso in esame anche la questione dell’impiantistica del comparto di categoria adottando una revisione al tuttora vigente Piano d’Ambito risalente al 2014. L’aggiornamento, nel mese di ottobre 2019 è stato presentato all’Assessorato competente per la verifica di conformità a norma di legge, ma da allora nessun cenno di riscontro è pervenuto. Di conseguenza, tutti gli adempimenti demandati dalla legge sulla pianificazione e realizzazione dell’impiantistica, da questa Srr sono stati finora ottemperati sulla sola scorta del vecchio Piano d’ambito 2014. In linea con tale Piano, questa Srr ha, intanto, avviato e/o condiviso alcune iniziative per completare l’attuale rete impiantistica di bacino. Questo Ente ha asseverato l’iniziativa di project financing avviata dal gestore del polo di Bellolampo (Rap) e volta alla realizzazione e conduzione, con affidamento in concessione mista, di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica proveniente dal sito di trattamento meccanico biologico dei rifiuti e di un impianto di digestione anaerobica della Forsu derivante dalla raccolta differenziata, con produzione di biometano; La Srr ha intrattenuto – anche in attesa che venga presa in esame la versione revisionata del Piano d’Ambito 2019 – interlocuzioni istituzionali preliminari per l’avvio di procedure per l’individuazione e realizzazione di ulteriori impianti in siti diversi da quelli previsti nel Piano d’Ambito 2014; E nelle more di realizzare gli interventi pubblici previsti nella pianificazione per l’autosufficienza, ha promosso procedimenti per affidare ad operatori economici terzi qualificati i servizi di trattamento/valorizzazione della frazione organica e delle ulteriori frazioni differenziabili non direttamente conferibili nei consorzi di filiera. Nonostante le innumerevoli criticità ereditate – ed, in parte, in essere – ritengo che questa Srr abbia posto le basi per un’indispensabile cambio di rotta nella conduzione della politica ambientale nel proprio Ato”.

Come pensate di realizzarli?
“In attesa che entri in vigore il nuovo Piano regionale, la forma di finanziamento attualmente più percorribile, cui ricorrere per il completamento della rete impiantistica di bacino, è senza alcun dubbio rinvenibile nell’ambito delle nuove norme in tema di partenariato pubblico privato”.

Sarebbe possibile replicare la “Biopiattaforma” della Città metropolitana di Milano?
“I nostri obiettivi strategici si proiettano verso una politica ambientale sempre più incentrata a ridurre al minimo l’impatto ambientale che orbita nel sistema di gestione del ciclo dei rifiuti urbani e, ciò, anche con la progettazione d’impianti che assicurino l’impiego delle migliori tecnologie. Detto ciò, occorre adeguare ogni previsione al Piano Regionale rifiuti in via di definitiva approvazione”.

Qual è lo stato della discarica?
“L’unico sito dedicato per il trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti indifferenziati a servizio dei comuni dell’Ato è il polo di Bellolampo. L’ impianto paga lo scotto di un lauto ritardo accumulato per l’avvio della procedura d’affidamento della realizzazione della settima vasca di discarica nonché, per l’autorizzazione al revamping di circa 140.000 metri cubi per la definitiva chiusura della sesta vasca. Ad oggi la procedura di gara per la realizzazione dei lavori della settima vasca mi risulta essere stata indetta ma presumo che la consegna delle opere non avvenga prima di un anno e mezzo dall’espletamento dell’appalto. Per quanto concerne il revamping, il competente Dipartimento Regionale ha rilasciato l’autorizzazione”.

Giovanna Naccari

Francesco Laudani

Srr Catania – Intervista al presidente Francesco Laudani: “Costituiremo una società di scopo per realizzare gli impianti”

I Comuni etnei rischiano di non sapere più dove portare la spazzatura. Almeno nell’Isola. Con le discariche sature l’unica alternativa è esportare i rifiuti etnei fuori dai confini regionali, a salatissimo prezzo per le casse degli Enti, già in difficoltà. A darci un quadro della situazione è Francesco Laudani, presidente della Società di regolamentazione rifiuti Catania Città metropolitana.

Qual è la situazione delle discariche in provincia?
“Le Srr Città metropolitana e Area metropolitana Etna nord non hanno impianti pubblici. Al momento, l’unico impianto a cui facciamo riferimento è quello di Sicula, a Lentini. Ci hanno comunicato che presto chiuderà: abbiamo ricevuto una nota in cui ci avvisavano che, nel mese di aprile avrebbero ridotto i quantitativi per poi, a fine mese, chiudere definitivamente. Ci troveremo nei guai: abbiamo chiesto al presidente che il sovrapprezzo per portarli fuori se lo carichi la Regione, se no dovrebbero pagarlo i singoli comuni”.

In base al nuovo Piano dei rifiuti, spetta alle Srr individuare gli impianti in base ai fabbisogni del territorio. Avete elaborato un Piano e quali sono gli impianti che avete stabilito di realizzare?
“Il piano ancora non ci è stato notificato. Non appena sarà fatto, la Srr avrà 30 giorni di tempo per rimodulare il proprio piano d’ambito. È qui che saranno individuati gli impianti e si faranno scelte importanti. Dobbiamo andare a rivedere il fabbisogno dei rifiuti e dobbiamo cambiare rotta e aumentare la differenziata, ma si tratta di investimenti a medio e lungo termine. Per quanto riguarda l’impianto nel Comune di Catania, stiamo ancora aspettando: ad oggi, ufficialmente, non sappiamo nulla”.

Le opzioni a disposizione della Srr sono tre: ricorrere a fondi regionali ed europei, realizzare gli impianti con risorse proprie, anche accendendo un mutuo, oppure rivolgersi al libero mercato, pubblicando un bando di project financing. A quale formula state ricorrendo?
“La Srr, tendenzialmente, non ha fondi propri ma sono rappresentati dalle quote di partecipazione dei propri Comuni. Cercheremo se ci sarà la possibilità, ma si deve passare dall’assemblea dei soci, di costituire una società di scopo – che le altre Srr hanno – per gestire l’iter di progettazione e realizzazione degli impianti. Se dobbiamo affrontare costi così grossi anche per mandare fuori la frazione umida, tanto vale gestire le strutture direttamente noi. Altre alternative non sono sul piatto, ma ne dobbiamo parlare con i sindaci. In questo momento stiamo cercando di gestire l’emergenza”.

Recentemente la Città metropolitana di Milano ha autorizzato la realizzazione a Sesto San Giovanni della “Biopiattaforma”, un impianto di ultima generazione, a impatto ambientale minimo, che permetterà di trasformare i rifiuti e i fanghi di depurazione rispettivamente in energia e fertilizzante. Lo costruirà la Cap, azienda interamente pubblica che gestisce il servizio idrico integrato. Perché non replicare questo modello anche qui?
“Abbiamo in progetto di aprire un confronto con le realtà virtuose, grossa e a livello nazionale, per poter seguire gli esempi positivi. L’impianto che dovrebbe sorgere nella zona industriale è di produzione anaerobica, sarebbe gestito dalla Srr e dovrebbe garantire il conferimento dei Comuni in un impianto pubblico”.

Melania Tanteri

Nicola Russo

Srr Messina – Intervista al presidente Nicola Russo: “Prevista un’impiantistica pubblica, stiamo completando la progettazione”

C’è un problema a cui dare una soluzione a breve termine, prima di essere travolti dall’emergenza, e c’è una pianificazione degli impianti da attuare ma i tempi, in questo caso, sono più lunghi. Il piano d’Ambito è quello approvato nel 2018 ed è su questo, con qualche aggiornamento, che la Srr Messina Area Metropolitana sta lavorando. A novembre del 2019 la Regione ha inviato un Commissario ad acta per la realizzazione degli impianti e quasi in concomitanza è stato nominato presidente della Società di regolamentazione dei rifiuti, Nicola Russo.

“Quella prevista è un’impiantistica di iniziativa pubblica – ha dichiarato Russo al QdS – ed è costituita da due impianti di compostaggio anaerobici per la frazione organica da raccolta differenziata, uno individuato sul territorio del Comune di Messina e l’altro su quello di Monforte San Giorgio, le cui competenze sono del Commissario regionale”.

Opere fondamentali. “Gli impianti dobbiamo realizzarli – ha proseguito -, e saranno sottoposti per le varie autorizzazioni ambientali. Qualunque forma va bene purché si realizzino, perché il territorio messinese ha estrema necessità di questi impianti. Stiamo completando la progettazione, siamo in dirittura di arrivo e di intesa con il commissario regionale attraverso l’utilizzo di professionisti interni alla Srr. L’assemblea dei soci a luglio 2020 ha deliberato di anticipare le somme per la progettazione, questa prima fase quindi è sostenuta dai 47 comuni soci”.

In provincia di Messina non ci sono discariche, si conferisce a Lentini ma ancora per poco, e allora cosa succederà dopo? All’interno del territorio della Srr non vi sono impianti di trattamento, recupero e smaltimento sufficienti per il conferimento di tutte le frazioni di rifiuti, in particolare per la frazione indifferenziata e per quella umida, non sono presenti né impianti di trattamento né di smaltimento. La Sicula Trasporti SpA, che gestisce gli impianti tra Catania e Lentini ove conferiscono i rifiuti urbani indifferenziati quasi tutti i Comuni soci della Srr, ha informato che tra la fine di marzo e aprile 2021 raggiungerà la sua capienza massima e non potrà più accettare alcun conferimento. Con una soluzione a breve termine si deve quindi scongiurare l’emergenza.

Scaturisce da qui la manifestazione di interesse pubblicata dalla Srr a novembre 2020 con la quale si cercano aree e immobili idonei, già in possesso di autorizzazione, per destinarli ad attività di pretrattamento dei rifiuti urbani indifferenziati e della frazione organica. Ma che risultati ha avuto? “C’è stata qualche risposta che gli uffici stanno valutando – ha spiegato il presidente Russo -. Non c’è però una grande adesione, trovare impianti che abbiano già le autorizzazioni è difficile; più che altro c’è qualche operatore economico per il trasferimento dei rifiuti fuori provincia, ma diventa di difficile attuazione specie per i piccoli comuni perché deve avere delle piattaforme, delle logistiche tali che ti permettono di potere fare funzionare la filiera complessiva. Stiamo valutando. Dobbiamo dare al Dipartimento regionale acqua e rifiuti delle ipotesi già dal 31 marzo, sono richieste perentorie e tutte le Srr sono chiamate ad adempiere a questo obbligo”.

Lina Bruno

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