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Europa sbiadita

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Europa sbiadita

Giovanni Pizzo  |
domenica 25 Giugno 2023

L’Europa vista da Lampedusa risulta irraggiungibile, artica, fredda e inutilmente cinica, ma soprattutto vocata ad un declino da inverno demografico.

L’Europa qui alla sua Porta di Lampedusa, sembra sbiadita come la foto in copertina. Al 35° parallelo le contraddizioni del Vecchio Continente emergono dal Mare Nostrum. La strada che costeggia l’aeroporto, salendo dal Porto Vecchio dove attraccano i pescatori delle isole Pelagie, è affiancata da un lato dalla rete di recinzione militare, dall’altro da una scogliera che sembra una brughiera mediterranea.

Una vegetazione di intensa bellezza come il mare sottostante. Lentisco, euforbie, pini marittimi tenuti bassi dal forte vento di scirocco, agavi e mimose dagli arbusti spinosi. Sembrano croci di spine i rami delle mimose, per i poveri cristi che sbarcano nell’isola.

L’Europa vista da Lampedusa risulta irraggiungibile, artica, fredda e inutilmente cinica, ma soprattutto vocata ad un declino da inverno demografico. Tra vent’anni l’Africa raggiungerà 2,5 miliardi di persone, e saremo tutti nigeriani, non solo le squadre di calcio.

Subito dopo un cippo funerario di una giovane vita spezzata, a fianco della rete spinata, si scende a Sciatu Persu. La leggenda vuole che in una casetta sulla spiaggia di questa insenatura vivesse una coppia di Lampedusani.

Lui era torvo e malmostoso, lei era dura e ostinata, le lampedusane, che si andavano a fare il bagno vestite in questa spiaggia riservata, li sentivano perennemente litigare. Ad un certo punto Lui frustrato dall’ennesimo scontro, senza confronto, esclamò: ‘Parrare cu tìa e sciatu persu’. E la spiaggia ebbe un nome. Ma anche un destino.

Spesso e malvolentieri parlare con l’Europa di questa terra di Frontiera è come per quella coppia di Sciatu Persu. Fiato perso, sprecato inutilmente. Il tema del fiato, dello ‘sciatu’, ‘O Scià, rientra sempre nel mood dell’isola. Quanto atterri il tuo respiro cambia immediatamente. Pensate che Baglioni, che risiede a Cala Creta, ha chiamato la sua barca ,’Respiro’.

Continuando per questa strada incontriamo Cala Maluk, nome che non ci ricorda re e regine occidentali, ma sovrani del Sud. Più avanti la strada finisce a Cala Francese, c’è una villa sulla spiaggia, immersa nel silenzio, un silenzio luttuoso. È la casa di Silvio Berlusconi, l’ultimo statista del Novecento, un secolo traguardato con Lui.

Così è se vi pare.

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