Export Distretti Sicilia: i dati di Intesa Sanpaolo - QdS

Export, Sicilia simbolo di un “Sud che eccelle” ma Schifani avverte: “Serve investire sulle infrastrutture”

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Export, Sicilia simbolo di un “Sud che eccelle” ma Schifani avverte: “Serve investire sulle infrastrutture”

Antonio Giordano  |
martedì 20 Febbraio 2024

I dati di Intesa Sanpaolo parlano chiaro: crescono le esportazioni in Sicilia, anche se serve lavorare tanto a livello infrastrutturale.

Crescono le esportazioni dei Distretti del Mezzogiorno e crescono anche quelle dei Distretti della Sicilia, pur tra differenze e vanno bene anche le vendite dei Poli industriali come quelli Ict e farmaceutico di Catania.

Nel consueto monitor diffuso da Intesa Sanpaolo si segnala il buon andamento dell’export del Mezzogiorno nel complesso. In particolare i distretti siciliani posto sotto la lente sono quello dei Vini e liquori della Sicilia occidentale (che segna -5,9% per la riduzione delle esportazioni verso Canada, Regno Unito, Germania e Svizzera); Ortofrutta di Catania (-2,5%) a causa del dimezzamento dei flussi verso il Belgio. Spicca per performance l’agricoltura della Sicilia sud-orientale (+37,8%, pari a +30 milioni di euro) grazie all’aumento delle vendite verso tutti i principali mercati di sbocco, in primis la Germania (primo mercato, con una quota che sfiora il 30%), dati che portano al segno più le esportazioni siciliane.

I dati del Mezzogiorno

Nel Mezzogiorno nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni dei distretti industriali del Sud Italia sono state pari a quasi 7,2 miliardi di euro, in crescita del 3,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2022 (+260 milioni di euro), un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+0,4%).

Dopo un primo trimestre di crescita a doppia cifra (+11%) e un secondo di lievissimo calo (-0,6%), il terzo trimestre 2023 ha registrato una nuova crescita (+1,1%). Il Sud è stata l’unica area geografica a registrare un aumento delle esportazioni distrettuali (Nord-Est -2,4%, Nord-Ovest -4,7% e Centro -6,5%), grazie all’elevata presenza dei distretti agro-alimentari (il peso dell’export dei distretti agro-alimentari sul totale è pari all’8,4% per il Centro, 15% per il Nord-Ovest, 15,4% per il Nord-Est e 63% per il Mezzogiorno).

Le regioni

Tra le regioni meridionali in cui si monitorano distretti industriali, soltanto Puglia e Basilicata hanno mostrato esportazioni in calo rispetto ai primi nove mesi del 2022 (rispettivamente -3,7% e -10,7%). Per dinamica positiva si è evidenziata la Sardegna (+16,2%), seguita da Campania (+9,2%) e Abruzzo (+8,5%). Risultano in crescita anche le vendite all’estero dei distretti siciliani (+5,8%). Ben 15 distretti dei 28 monitorati hanno realizzato una crescita delle esportazioni nel periodo esaminato. Tra le migliori filiere distrettuali del Mezzogiorno spicca l’agro-alimentare: +297 milioni di euro, a prezzi correnti, che corrispondono a un aumento del 6,9% nei primi nove mesi del 2023 (vs. +4,5% media dei distretti agro-alimentari italiani). Da notare come nel Mezzogiorno si contino 15 distretti appartenenti allo specifico macrosettore, di cui 11 hanno chiuso il periodo gennaio-settembre 2023 con livelli di export superiori allo stesso periodo del 2022.

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I mercati di sbocco

L’analisi per mercati di sbocco evidenzia il maggiore peso delle esportazioni verso i mercati maturi (circa il 73%), dove l’export nel confronto con i primi nove mesi del 2022 ha mostrato una crescita del 6,6%, mentre si è registrato un calo verso i nuovi mercati (-4%). I Paesi in cui l’export dei distretti del Mezzogiorno ha sperimentato la crescita maggiore sono la Francia (+74 milioni di euro), il Regno Unito (+56 milioni di euro), l’Austria (+51 milioni di euro), la Svizzera (+45 milioni di euro), l’Olanda (+30 milioni di euro) e la Germania (+28 milioni). Si rileva, invece, un calo delle vendite in Algeria (-82 milioni di euro), Tunisia (-59 milioni di euro), Repubblica popolare cinese (-32 milioni di euro), Stati Uniti d’America (-29 milioni di euro), Corea del Sud (-21 milioni di euro) e India (-15 milioni di euro).

I Poli tecnologici

Ottima è stata l’evoluzione dell’export dei Poli tecnologici del Mezzogiorno: nei primi nove mesi del 2023 le vendite all’estero sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di 2,17 miliardi (pari a +59,4%); si tratta di un risultato nettamente superiore all’aumento rilevato a livello nazionale (+10,4%). Questo balzo è quasi interamente attribuibile al Polo farmaceutico di Napoli (+2,15 miliardi di euro), le cui esportazioni sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche gli altri poli tecnologici del Mezzogiorno sono cresciuti sui mercati esteri: Polo aerospaziale della Puglia (+23,7%, pari a +55 milioni), Polo Ict dell’Aquila (+12%, pari a 20 milioni), Polo Ict di Catania (+4,5%, pari a +30 milioni di euro) e Polo farmaceutico di Catania (+1,7%, pari a +2 milioni di euro). Solo il Polo aerospaziale della Campania ha registrato un calo (-88 milioni di euro, pari a una riduzione del 13,9%).

Export Distretti Mezzogiorno: l’opinione

“Ancora una volta, il Sud dimostra la capacità di eccellere. E la principale mission del nostro gruppo è il sostegno alle imprese del territorio in cui opera, soprattutto a quelle aziende che vogliono investire per migliorare la propria competitività su nuovi mercati e per governare i processi di transizione ambientale e digitale”, ha dichiarato Giuseppe Nargi, direttore regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, «nel Mezzogiorno stiamo lavorando per favorire ulteriori insediamenti produttivi nella Zes, per la quale abbiamo elevato il plafond a 10 miliardi di euro e messo a punto un desk di consulenza specialistica”.

Export Distretti Mezzogiorno: il commento di Schifani

“I dati diffusi da Intesa Sanpaolo sui Distretti del Mezzogiorno e, in particolare, quelli sull’aumento dell’export per l’agricoltura della Sicilia sud-orientale confermano che avevamo visto bene. La realizzazione dell’area cargo e la trasformazione dell’aeroporto di Comiso in una realtà operativa a servizio dell’utenza iblea, fondamentale per la veicolazione dei prodotti agroalimentari siciliani in tutte le parti del mondo, rappresentano una scelta non più rinviabile. Fin dall’inizio di questa legislatura il mio governo lavora per superare le tante criticità connesse alla creazione del terminal e, in un’ottica di sistema, anche per il miglioramento della viabilità, dall’ammodernamento della Catania-Ragusa al completamento della Siracusa-Gela”.

Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando il report della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che certifica una crescita dell’export agroalimentare del Sud-Est del 37,8%, pari a un incremento di 30 milioni di euro.

“Le potenzialità di crescita per quell’area – prosegue Schifani – sono sotto gli occhi di tutti e per coglierle bisogna investire in infrastrutture. Se la performance è già positiva, figuriamoci quando ci sarà un’area cargo in grado di garantire i collegamenti con i mercati internazionali. È una sfida che i nostri produttori possono vincere, soddisfacendo la grande richiesta di qualità dei prodotti made in Sicily”.

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