Favignana, scatta mozione di sfiducia per il sindaco - QdS

Favignana, scatta mozione di sfiducia per il sindaco

Vito Manca

Favignana, scatta mozione di sfiducia per il sindaco

venerdì 22 Marzo 2024

Sette sono le firme contro Francesco Forgione: quattro dei consiglieri della sua ex maggioranza, che contestano incoerenza con il programma elettorale, e tre dell’opposizione di Forza Italia

FAVIGNANA – In principio erano sette, ma per essere efficaci dovranno essere almeno otto. Sono i numeri della mozione di sfiducia contro il sindaco di Favignana, Francesco Forgione. Sette sono le firme che hanno dato il via libera alla richiesta di una seduta consiliare per mandare a casa il primo cittadino.

Servono otto voti per la mozione di sfiducia al sindaco di Favignana

Otto sono i voti che servono per raggiungere l’obiettivo, che al momento non ci sono. La “coalizione” degli sfiducianti è definita da un pezzo dell’ex maggioranza di Forgione (quattro consiglieri) e dal gruppo di opposizione di Forza Italia (tre consiglieri). Gli ex denunciano le ripetute chiusure del sindaco, la sua incapacità di condividere il progetto amministrativo votato dagli elettori. La minoranza invece ha sempre bocciato l’azione di governo dell’ex parlamentare nazionale e regionale e non perde una sola occasione per ricordare di essere stata contattata dal sindaco per trovare un accordo anti-sfiducia.

Nessun accordo e disco verde al sindaco da parte dei berlusconiani

“Ora – ha detto il coordinatore cittadino dei forzisti Gaspare Ernandez, durante i lavori del recente congresso provinciale del suo partito – siamo buoni, ci cercano tutti…”. In quell’occasione lasciò aperta la porta del dialogo, che si è però chiusa subito dopo. Nessun accordo e disco verde al sindaco da parte dei berlusconiani. Forgione, da parte sua, ha già cominciato a difendersi in attesa della resa dei conti consiliare. Ha accusato gli sfiducianti di irresponsabilità politica. Non si apre una crisi a ridosso della stagione estiva che per le Egadi significa economia, reddito, ricchezza. E non si apre una crisi per interessi particolari, quelli che sarebbero dietro il documento che intende attestare e denunciare tutti gli errori commessi dall’amministrazione comunale. Quella egadina, comunque, non è una sfiducia come tutte le altre, perché registra un tratto distintivo. Tra le sette firme ci sono quelle della presidente del Consiglio Emanuela Serra e della vicepresidente Antonella Armetta.

Crisi politica, quindi, ma anche, per certi versi, istituzionale

C’è di più. È infatti in atto un’altra contesa. L’aula ha discusso in tre sedute, senza ancora riuscire a mettere un punto fermo, la richiesta di decadenza della consigliera Giusy Salerno per le sue ripetute assenze dai lavori consiliari. La diretta interessata non l’ha presa bene ed ha replicato a muso duro: “L’obiettivo principale dei promotori di questa iniziativa è eliminare un consigliere comunale non compiacente per sostituirlo con il primo dei non eletti e approvare la mozione di sfiducia avanzata nei confronti del sindaco Francesco Forgione. Nelle settimane scorse mi è stato chiesto di apporre la mia firma, indispensabile per raggiungere il numero di otto necessario per fare passare l’atto. Mi sono legittimamente rifiutata di farlo non condividendo le motivazioni e le argomentazioni che stanno alla base della sfiducia. Sono scomoda e quindi devo essere eliminata e sostituita con un consigliere compiacente pronto a firmare la mozione”. Particolare di non poco conto, la consigliera Salerno è stata eletta nella lista di minoranza di Forza Italia ma si è poi dichiarata indipendente. Dato politico che acuisce lo scontro consiliare. Non a caso il gruppo forzista è stato finora tra i più determinati a voler votare la richiesta di decadenza.

La delibera, tuttavia, è arrivata in Consiglio con qualche vizio procedurale che è stato necessario sanare, ma che sta prendendo tempo rispetto al cronoprogramma che avevano definito i promotori della sfiducia.

Vicende e polemiche che non hanno impedito al consiglio comunale di approvare il bilancio di previsione 2024/2026. Da qui il punto della situazione dell’assessore Antonino Gentile (delega al Bilancio): “Nel 2024 saranno realizzati importanti interventi per l’efficientamento energetico e idrico. Le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo saranno dotate di dissalatori e di nuovi impianti idrici. Interventi che consentiranno di superare definitivamente le problematiche di approvvigionamento che da sempre affliggono l’arcipelago delle Egadi. Si sta già procedendo allo sviluppo dell’impianto di trattamento per la depurazione delle acque reflue a Favignana. Saranno realizzati nelle tre isole nuovi impianti fotovoltaici e di compostaggio”. Già che c’era l’assessore ha anche fatto un po’ di conti in tasca agli egadini: “Anche per il 2024 abbiamo deciso di non aumentare le tasse. I cittadini delle Egadi pagheranno la stessa Tari, pur in presenza di un aumento dei costi dovuto all’inflazione e alla necessità di conferire i rifiuti indifferenziati a Catania. Spese che, come nei precedenti anni, copriremo con parte degli introiti derivanti dalla tassa di sbarco. Abbiamo inoltre mantenuto al minimo l’aliquota Imu mentre nelle altre isole è stata deliberata quella massima e non abbiamo applicato alcuna addizionale comunale Irpef”.

A ruota il sindaco Forgione: “Andando oltre le vicende che stanno animando la vita politica del nostro arcipelago, noi continuiamo a lavorare per il bene delle nostre isole e per l’interesse pubblico collettivo dei nostri concittadini. Il bilancio che è stato approvato dal consiglio comunale ha una forte connotazione sociale, contiene opere pubbliche già cantierabili, attese da anni, e interventi importanti per il territorio. Tutto ciò senza aumentare le tasse. Noi andiamo avanti perché guardiamo non solo il presente ma al futuro del nostro arcipelago”.

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