Fisco, tutti gli adempimenti degli eredi - QdS

Fisco, tutti gli adempimenti degli eredi

Serena Giovanna Grasso

Fisco, tutti gli adempimenti degli eredi

martedì 31 Marzo 2020

Altroconsumo: il pagamento dell’Imu sugli immobili di proprietà del defunto è dovuta fino al decesso. La dichiarazione dei redditi non è obbligatoria, ma è consigliabile per fruire delle detrazioni

PALERMO – Quando un congiunto viene a mancare, i rapporti con il Fisco non si esauriscono con la presentazione della dichiarazione di successione e con il pagamento delle relative imposte. Quel che forse non tutti sanno è che vi è tutta una serie di adempimenti che gli eredi devono completare nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Altroconsumo ha stilato una pratica guida contenente i passaggi vari cui gli eredi devono adempiere.

Iniziamo con il pagamento della nuova Imu, la tassa che unisce sotto un’unica imposta sia la Tasi che l’Imu: il pagamento dell’imposta per gli immobili di proprietà del defunto è dovuto fino alla data del decesso. Nel dettaglio, occorre considerare la situazione preesistente al decesso e pagare le imposte con le regole applicabili fino a quel momento.

A seconda del periodo dell’anno in cui è avvenuto il decesso, potrebbe esser necessario scorporare o meno quanto già pagato dal defunto in acconto per l’anno d’imposta: infatti, ricordiamo che l’Imu va versata in acconto o in un’unica soluzione entro il 16 giugno e a saldo entro il 16 dicembre. Inoltre, dalla data del decesso in poi si deve considerare la situazione degli immobili all’interno della successione: ad esempio, una casa poteva essere considerata abitazione principale per il defunto, ma non per tutti i suoi eredi, di conseguenza può passare da esente a imponibile per una parte dell’anno.

Per quel che invece riguarda la Tari, la tassa che si paga per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti al Comune in cui si trova l’immobile, è importante dare tempestiva comunicazione della variazione del numero di abitanti poiché spesso uno dei parametri utili al calcolo dell’imposta si basa proprio sul numero di occupanti dell’immobile. Così facendo, il contributo sarà ricalcolato in base al nuovo scenario che la successione ha generato. La dichiarazione di cessazione dell’utenza o di subentro da parte di uno o più eredi deve esser fatta entro il 30 giugno dell’anno seguente a quello in cui si è verificato il decesso.

In materia di cartelle esattoriali, gli eredi non rispondono mai delle sanzioni in esse contenute. Per questo motivo, se nella cartella esattoriale sono presenti degli importi dovuti per un’imposta non versata ed altri per le sanzioni corrispondenti, si può presentare istanza in autotutela all’ente impositore, per chiedere lo sgravio delle sanzioni. Di solito la richiesta viene accolta e la cartella riemessa senza le sanzioni e senza bisogno di ricorrere al giudice tributario.

Infine, per quel che riguarda la dichiarazione dei redditi, non è obbligatoria per la persona deceduta. Ad ogni modo, potrebbe essere conveniente per gli eredi presentare la dichiarazione dei redditi per conto del defunto allo scopo di recuperare crediti d’imposta o detrazioni non godute. Per esempio, spesso accade che nell’ultimo periodo di vita la persona defunta abbia sostenuto importanti spese per cure mediche, che possono essere in parte recuperate, portandole in detrazione dalle imposte o in deduzione dal reddito tramite la dichiarazione dei redditi.

La dichiarazione dei redditi deve essere presentata da uno degli eredi, che si fa carico dell’adempimento. A partire dall’anno in corso, per presentare la dichiarazione del defunto è possibile utilizzare il modello 730, se questi possedeva i requisiti necessari all’utilizzo di questo modulo.

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