Fondi Ue, la lettera all'Italia sul Sud è "informativa" - QdS

Fondi Ue, la lettera all’Italia sul Sud è “informativa”

redazione

Fondi Ue, la lettera all’Italia sul Sud è “informativa”

martedì 08 Ottobre 2019

Riguardava la violazione delle regole comunitarie sulla politica di coesione. Un portavoce della Commissione europea ha precisato che "non porta a un taglio o a un congelamento dei fondi". In accordo con Roma il corretto livello di investimenti

“La lettera inviata all’Italia era solo informativa. Questa non porta a un taglio o a un congelamento dei fondi europei. La Commissione ha costantemente supportato l’Italia per assicurare il successo degli investimenti della politica di coesione e resta ovviamente impegnata su questo”.

Così un portavoce della Commissione europea ha commentato l’invio di una lettera da parte dell’esecutivo comunitario al governo italiano per sottolineare che l’attuale livello d’investimenti pubblici nel Sud Italia non rispetta gli accordi presi e quindi viola le regole comunitarie sulla politica di coesione.

“Il principio di ‘addizionalità’ prevede che gli investimenti Ue non sostituiscano la spesa pubblica ma siano complementari a questa”, ha sottolineato il portavoce.

“I regolamenti 2014-2020 richiedono alla Commissione di portare avanti una verifica di medio termine del rispetto del principio di addizionalità in tutti gli Stati membri – ha continuato – e come parte di questa verifica i servizi della Commissione hanno informato l’Italia che il livello della spesa pubblica nel Mezzogiorno era sotto quello su cui ci si era accordati all’inizio della programmazione”.

Tale accordo prevede infatti che per il 2014-2017 la spesa pubblica nel Mezzogiorno sia pari allo 0,45% del Pil della regione interessata, mentre i dati mostrano che l’Italia ha investito lo 0,38%.

“Seguendo questo processo di verifica, la Commissione discuterà ora con l’Italia come raggiungere il corretto livello d’investimenti per l’intero periodo di programmazione”.

Fonti europee osservano che una correzione finanziaria, con conseguente taglio dei fondi, potrebbe essere richiesta solo al termine dell’intero processo di verifica e di dialogo con le autorità italiane, cioè nel 2022, nel caso venisse riscontrata una seria mancanza da parte italiana.

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