Gasdotto di Mazara del Vallo, crisi energetica impone riflessione - QdS

Gasdotto di Mazara del Vallo, crisi energetica impone riflessione

Vito Manca

Gasdotto di Mazara del Vallo, crisi energetica impone riflessione

sabato 23 Aprile 2022

Atto ispettivo del senatore grillino Santangelo pone la vertenza sicurezza. La città chiede garanzie dopo la sospensione del servizio di vigilanza. Intando, il Pd apre il fronte dei ristori economici

MAZARA DEL VALLO (TP) – Mazara del Vallo, il gasdotto ed un caso nazionale che nasce dal territorio, che ha paura, che è sempre più in allarme per i venti di guerra che arrivano dall’Ucraina. La città si sta mobilitando e per una volta è stata la politica ad anticipare i tempi. Il gasdotto è un caso nazionale perché sono i numeri a dirlo. Numeri che il senatore del Movimento Cinque Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo ha elencato in un dettagliato atto ispettivo presentato al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Il gasdotto a poca distanza dalla Riserva Naturale di Capo Feto

L’impianto si trova in contrada Sicomo, a poca distanza dalla Riserva Naturale di Capo Feto. È stato realizzato in un’area demaniale (concessione trentennale) e riceve il gas metano che arriva dall’Algeria e che viene smistato da Capo Bon, in Tunisia, attraverso 3 condotte sottomarine. Il sito mazarese è gestito dalla Snam. Santangelo sottolinea nel suo atto ispettivo che da Mazara passa il 30% del gas consumato in Italia. L’allarme lanciato dal territorio così segue due binari di confronto. Il primo è immediato e riguarda la sicurezza del sito. Il parlamentare sottolinea che la Snam ha sospeso il servizio di vigilanza armata privata e lo ha sostituito con un’attività di portierato – dal lunedì al venerdì (7,30-18), escluso dunque il fine settimana – e con un servizio di videosorveglianza. Troppo poco per il senatore e troppo poco per la città. C’è di più. Nell’atto ispettivo si fa riferimento alla richiesta d’incontro che la società di vigilanza armata (“Sicilia Police”) e le organizzazioni sindacali hanno sollecitato alla Snam per fare il punto della situazione e per trovare una nuova soluzione. Richiesta che non avrebbe ancora ottenuto alcun riscontro.

Serve vigilanza armata 24 ore su 24

Da qui l’iniziativa di Santangelo che ha anche chiamato in causa la storia. Il gasdotto è stato considerato un obiettivo sensibile durante i conflitti in Medioriente e nell’Africa del Nord. Non può dunque non esserlo ancora. La guerra in Ucraina è fatta di bombe, missili, razzi e cannonate ma è pure una guerra energetica, con le sanzioni internazionali alla Russia. Un eventuale allargamento del conflitto ed il rischio di una crisi energetica impongono dunque una riflessione. Santangelo invita il ministero dell’Interno ad uscire allo scoperto. Serve la vigilanza armata 24 ore su 24. Ci sono due opzioni: quella di tornare al servizio privato o l’altra che rimanda all’utilizzo delle forze dell’ordine. Ecco perché il ministro Lamorgese deve dire la sua.

C’è poi l’altro binario del confronto, più di prospettiva ed in qualche modo strategico. L’ha posto il segretario comunale del Pd Giuseppe Palermo che va giù diretto, aprendo la vertenza: “Le altre preoccupazioni provengono dall’indubbio interesse strategico che queste linee di approvvigionamento del gas metano rappresentano per l’economia energetica europea. È quasi sicuramente certo che le linee dei metanodotti, provenienti da fonti della Russia, nell’ambito dei provvedimenti sanzionatori, verranno depotenziate, se non addirittura sospese. Pertanto, uno dei punti di arrivo del metanodotto nel nostro Continente diventa un obiettivo sensibile ed attaccabile con estrema semplicità. Noi come partito abbiamo per primi sollevato il problema gasdotto, non solo per le questioni legate alla sicurezza ma anche per il mancato ristoro del territorio che, pur devastato sulla linea costiera dalla presenza dell’impianto, non ha ricevuto la giusta rilevanza, né dal punto di vista economico, né dal punto di vista della sostenibilità ambientale”.

La linea dem è netta: “Questa volta la richiesta sarà solo economica e servirà a ripianare il bilancio comunale”. E le casse del Comune non attendono altro dopo la sentenza della Corte dei Conti che ha rilevato un disavanzo di 33 milioni di euro che dovrà essere ripianato dai cittadini-contribuenti con quote annuali di circa 2 milioni 360 mila euro per 14 annualità. C’è da aggiungere che le dinamiche internazionali potrebbero portare ad un aumento del trasferimento di gas dall’Algeria passando dagli attuali 20 miliardi di metri cubi all’anno a 30 miliardi. L’amministrazione comunale è e si sente in prima linea. è dunque arrivato il momento di fare chiarezza e di fare i conti.

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