Giarrusso e l'addio ai 5 Stelle, il gruppo all'Ars: "Smania di protagonismo"

Giarrusso e l’addio ai 5 Stelle, il gruppo all’Ars: “Smania di protagonismo”

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Giarrusso e l’addio ai 5 Stelle, il gruppo all’Ars: “Smania di protagonismo”

Melania Tanteri  |
giovedì 26 Maggio 2022

Non sembrano strapparsi i capelli gli attivisti, almeno i rappresentanti dell'assemblea siciliana, alla notizia dell'addio dell'eurodeputato.

Tutti o quasi contro l’ex 5 stelle. Non sembrano strapparsi i capelli gli attivisti del Movimento fondato da Beppe Grillo, quanto meno i rappresentanti dell’Ars, alla notizia dell’addio da parte dell’eurodeputato Dino Giarrusso che ha lasciato i suoi dichiarando l’intenzione di fondare un proprio movimento.

Giarrusso lascia: le reazioni

I primi a non stracciarsi le vesti sono gli ormai ex colleghi esponenti del gruppo parlamentare all’Ars. “Giarrusso se ne va? Ha vinto la sua smisurata smania di protagonismo”. – commenta il capogruppo Nuccio Di Paola. Che si aggiunge al coro che invoca le dimissioni. “Ora però – aggiunge Di Paola – ci aspettiamo che si dimetta da europarlamentare, un posto che si è conquistato grazie ai voti del Movimento 5 Stelle. Del resto lui è sempre stato severissimo nei confronti di coloro che hanno lasciato il Movimento, definendoli ‘traditori che provano a raccontare al mondo di essere stati traditi’: quello che praticamente sta facendo ora Giarrusso”.

Il post sotto accusa

Era il dicembre 2020 quando Giarrusso scriveva sul proprio profilo Facebook “Vale per tutti senza eccezioni: chi tradisce il movimento deve andare a casa”. L’ex pentastellato sottolineava che era legittimo “cambiare idea” ma non “prendere in giro i cittadini”.

Giarrusso e le sue motivazioni

Una scelta motivata. È lo stesso Giarrusso, in una lunga diretta Facebook, a spiegare perché la decisione di lasciare l’M5S. Non credo di aver lasciato il Movimento perché credo che, dietro il simbolo che abbiamo amato, non ci sia nulla. Ci sia una forza politica che accetta supinamente decisioni imbarazzanti che vanno contro gli interessi degli italiani”. Giarrusso si scaglia contro la mancanza di organizzazione all’interno del M5S, “che ha eliminato la base, ha abbandonato i territori, ed è gestito da un piccolo gruppo di potere che pensa a teersi le poltrone e fare il terzo mandato. I miei valori restano quelli del movimento”.

L’affondo del consigliere di Catania

Tra ironia e serietà interviene anche il consigliere comunale di Catania, Graziano Bonaccorsi. “La Sicilia non è più in Europa!? – si domanda. Volevo scrivere questo post in lingua inglese (prosecco docet), ma considerato il momento di crisi evito, voglio lanciare un messaggio chiaro e sobrio”.

M5S e la guerra interna

Bonaccorsi si sofferma sulle spaccature all’interno del M5S. “Dobbiamo riflettere sulla devastante guerra interna, sulla trasformazione del movimento e sulle cordate che hanno peggiorato la situazione, ma soprattutto sulla parte sana e coerente del movimento (fatta di attivisti e portavoce) che, nonostante tutto, rimane fedele e crede ai principi, ai valori che ci hanno permesso di rappresentare la volontà popolare”.

La scadenza del mandato

“Gli elettori possono cambiare idea, possono decidere di votare altri, ma fino a quando siamo dentro le istituzioni dobbiamo essere coerenti e, se proprio dobbiamo gettare la spugna, è necessario attendere la scadenza naturale del mandato e magari candidarsi da altre parti o creare nuovi movimenti dopo, non durante – sostiene Bonaccorsi. Ogni pezzo che perdiamo è una sconfitta, una delusione per chi ci sostiene, un danno d’immagine incalcolabile per tutti… è ora di finirla con le guerre e le cordate è arrivato il momento di unirci e discutere con gli attivisti delle macerie e della ricostruzione del movimento”.

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