Giornata della Terra, il rapporto, "2020 anno peggiore di sempre" - QdS

Giornata della Terra, il rapporto, “2020 anno peggiore di sempre”

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Giornata della Terra, il rapporto, “2020 anno peggiore di sempre”

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giovedì 22 Aprile 2021

Il 2020 è stato l'anno peggiore di sempre, secondo il rapporto sul clima di Copernicus. In questa giornata dedicata all'ambiente, Joe Biden convoca un summit.

Oggi è la Giornata della Terra. È ormai una corsa contro il tempo in tutto il mondo per tagliare la CO2 e tentare di arrestare la febbre del Pianeta. È questa la battaglia sollecitata dagli scienziati e che sembra aver ormai convinto politica e finanza sulla necessità di cambiare registro nello sfruttamento delle risorse naturali e nell’inquinamento, altrimenti le minacce della stessa Natura potrebbero portare disastri, in primis ai Paesi particolarmente esposti alle conseguenze del riscaldamento globale. E infatti il tema di quest’anno è “Restore Our Earth”, “Ripariamo la nostra Terra”. La Giornata della Terra (Earth Day), l’evento mondiale che si tiene il 22 aprile per celebrare il nostro pianeta, per la sua 51/a edizione quest’anno si sdoppia.

IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

“Abbiamo spezzato i legami che ci univano al Creatore, agli altri esseri umani e al resto del creato. Abbiamo bisogno di risanare queste relazioni danneggiate, che sono essenziali per sostenere noi stessi e l’intero tessuto della vita. #EarthDay”. È il tweet di Papa Francesco nella Giornata della Terra. Nel pomeriggio è atteso un suo intervento alla maratona mediatica dedicata al pianeta.

L’INIZIATIVA DI JOE BIDEN

Ai consueti eventi in tutto il mondo organizzati da associazioni nazionali e coordinati dalla ong statunitense earthday.org, oggi si affianca un summit virtuale sul clima di 40 capi di stato e di governo, indetto dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Fra gli invitati, i “grandi della Terra” fra cui ci sono i 17 Paesi responsabili dell’80% delle emissioni di gas serra. Il cambiamento climatico è ormai “leit motiv” di big di ogni settore che guardano al 2030 per abbassare il tasso di inquinamento e al 2050 per azzerarlo.

IL RAPPORTO SUL CLIMA DI COPERNICUS: “2020, L’ANNO PIÙ CALDO E PIÙ PIOVOSO DI SEMPRE”

I gas serra – infatti – continuano a aumentare, e non si placa la tendenza al riscaldamento del Pianeta. Questi i principali risultati del rapporto di Copernicus climate change service (C3S) sullo stato del clima in Europa nel 2020. E’ stato “l’anno più caldo” mai registrato per l’Europa con “almeno 0,4 gradi sopra la media dei 5 anni più caldi (tutti nell’ultimo decennio)”; temperature bollenti in autunno, e soprattutto in inverno (3,4 gradi sopra la media). Da record i livelli delle precipitazioni. Nella Siberia artica il 2020 è stato l’anno più caldo di sempre. L’effetto Covid porta a “leggere riduzioni” delle emissioni causate dall’uomo. 

Il rapporto sul clima del 2020 – messo a punto da Copernicus (il programma di punta di osservazione della Terra dell’Ue, coordinato e gestito dalla commissione Europea) e implementato dal Centro europeo per le previsioni a medio termine – racconta il contesto globale, le condizioni in Europa e un focus sulle zone artiche. Due elementi chiave, la crescita dei gas serra e la tendenza al riscaldamento delle temperature.

Le concentrazioni di gas serra sono aumentate – viene spiegato – la CO2 dello 0,6% nel 2020 ma a un ritmo “leggermente inferiore rispetto agli ultimi anni”, e il metano (CH4) dello 0,8% “più rapidamente”. Nel 2020 le concentrazioni atmosferiche di gas serra hanno raggiunto la media annuale globale più alta dal 2003. Le misurazioni a terra mostrano invece una costante tendenza all’aumento. Alcuni effetti hanno “indotto leggere riduzioni delle emissioni causate dall’uomo nei periodi di lockdown” a causa dell’emergenza Covid-19″. Il capitolo temperature. A livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, mentre gli ultimi sei anni sono stati i più caldi mai registrati. Temperature superiori alla media sono state registrate principalmente in Siberia settentrionale e in alcune parti adiacenti all’Artide dove “le anomalie hanno raggiunto i 6 gradi. Il Pacifico equatoriale ha registrato temperature inferiori alla media, associate a La Ni¤a”. “È più importante che mai – osserva Carlo Buontempo, direttore di Copernicus climate change service (C3S) – utilizzare le informazioni disponibili per agire e adattarsi al cambiamento climatico e accelerare i nostri sforzi per ridurre i rischi futuri”.

Potremmo fare molto di più per essere verdi ma dobbiamo fare attenzione perché alcune misure potrebbero essere “letali” per le categorie più colpite dalla crisi. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani su Sky tg24 parla degli interventi per la lotta contro i cambiamenti climatici, su cui – dice – serve il “giusto equilibrio tra diverse istanze”; anche perché “la sostenibilità” è una conquista che deve essere “graduale” e “ragionevole”.

Antonello Fiore (SIGEA): “Next Generation EU per l’ambiente? Intanto cambio culturale”

“Se le nostre attività e azioni danneggiano l’ambiente che ospita la nostra vita non possiamo più parlare di sviluppo ma di atteggiamento egoistico e predatorio – ha detto Antonello Fiore,  presidente nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale, SIGEA -. Stiamo agendo decisamente con azioni poco attente al presente e senza una visione del futuro. Tutelare l’ambiente per un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri. Lo stato d’animo di preoccupazione conferma lo stato di sofferenza del pianeta che partendo dall’ambito locale si amplifica a livello planetario.

Basta ricordare i recenti fatti di cronaca in Toscana dove sono stati denunciati illeciti gravi e controlli poco attenti che hanno permesso di far mescolare i rifiuti delle concerie e i fanghi industriali, prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa, a materiali da costruzione per realizzare una strada – ha continuato -. Questi rifiuti nel tempo hanno inquinato il suolo, il sottosuolo, le acque superficiali, le acque sotterranee, hanno interferito con flora e fauna e forse anche con la salute degli abitanti della zona. Mentre in Toscana si scoprivano questi reati, dall’altra parte del Mondo inondazioni colpivano alcune aree dell’Indonesia orientale, dove ondate di acqua e di fango hanno provocato la distruzione di case e infrastrutture causando la morte di centinaia di persone”.

“Sembra che pur interferendo fortemente con le dinamiche del Pianeta, la nostra intenzione è quella di lasciarlo al suo destino, il suo destino che è anche il nostro destino visto lo stretto legame che esiste tra quello che prendiamo e consegniamo al pianeta e la sua capacità di rigenerarsi. Sembriamo sorpresi – ha concluso Fiore – sapere che la montagna di ghiaccio che nel 2017 si era staccata dalla piattaforma dell’Antartide, restando al principio immobile per poi migrare nell’oceano Atlantico in direzione nord, alla fine si è sciolta. La sorpresa vale solo la prima volta, non possiamo non sapere che dopo di essa ci sarà un’altra montagna di ghiaccio e ancora un’altra che perderà la sua identità di stato solido per mescolarsi inesorabilmente alle acque marine.

Allora non possiamo che riflettere se questo sviluppo è lo sviluppo funzionale al nostro stare bene. Osservando nella storia recente lo sviluppo utile alla produzione di beni e servizi che soddisfano quotidianamente al meglio le nostre esigenze e i nostri bisogni, esigenze e bisogni di una popolazione mondiale in costante crescita disomogenea, ci rendiamo conto che questo a un certo punto non è stato più in equilibrio con l’ambiente. Quello che noi chiamiamo sviluppo ha iniziato a incidere fortemente sulle componenti ambientali alterandole, con ricadute sulla nostra salute. Si è interrotto difatti il legame tra bisogni, benessere e sviluppo. Se le nostre attività e azioni danneggiano l’ambiente che ospita la nostra vita non possiamo più parlare di sviluppo ma di atteggiamento egoistico e predatorio. Stiamo agendo decisamente con azioni poco attente al presente e senza una visione del futuro.

Per uno stile di vita diverso non servono i fondi europei di Next Generation EU, perché non sappiamo se saranno spesi bene e, inoltre, queste risorse economiche esterne ben presto finiranno. Serve un cambio culturale nel pensare al nostro agire e al nostro stile di vita, un cambio che ci porti, come cantava Eros Ramazzotti già nel 1985, verso “… un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri”.

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