Giorno della Memoria, per non dimenticare la "banalità del male" - QdS

Giorno della Memoria, per non dimenticare la “banalità del male”

web-dr

Giorno della Memoria, per non dimenticare la “banalità del male”

web-dr |
mercoledì 27 Gennaio 2021

Antisemitismo e razzismo come due sfide quotidiane da affrontare secondo Evelyn Aouate, presidente dell'Istituto Siciliano Studi Ebraici: “I giovani scelgano la via del bene”

“Le azioni erano
mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”.
Così Hannah Arendt, non una qualunque, nel suo celebre testo “La banalità del
male” descriveva in maniera semplice quello che storici e letterati hanno
cercato di rendere complesso, indagando i meandri più profondi delle logiche
naziste celate dietro il genocidio ebraico.

Grazie alle parole della Arendt, ogni 27 gennaio – data in cui ricorre il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto – si aprono nuovi spunti di riflessione per imparare di più dal dramma della Shoah, che continua a scuotere gli animi dell’umanità intera.

Ai microfoni di Qds.it Evelyn Aouate, presidente dell’ISSE – l’Istituto Siciliano di Studi Ebraici, che da anni opera con l’intento di promuovere la storia della cultura ebraica nel territorio – ha approfondito il tema dell’Olocausto indagando aspetti drammatici e quanto mai contemporanei.

Cosa si prova a “ricordare” in un Giorno come questo?

“Ricordare è un doloroso atto di coraggio. Innanzitutto mi permetta di sottolineare come non solo ebrei, ma anche rom, disabili, omosessuali e molte altre realtà hanno condiviso, per motivi razziali o politici, la stessa drammatica sorte di pulizia etnica. Commemorare, oggi, significa guardare al piano nazista d’annientamento  come il massimo esempio della malvagità umana”.

L’antisemitismo, oggi come ieri, sembra una piaga inestirpabile. Cosa porta questi individui a tale “cecità” di fronte ad orrori indelebili come il genocidio ebraico?

“Credo che le nicchie antisemite abbiano ancora bisogno di un capro espiatorio. La storia ci insegna come gli ebrei siano stati perseguitati per secoli, ma a differenza di altri popoli, quello ebraico non è mai stato annientato del tutto. Oggi, credo, stiamo vivendo una fase delicata: mi accorgo della pesante influenza del fenomeno antisemita. Antisemiti e razzisti si muovono in branco, cercando la loro identità di gruppo cristallizzandosi nel male”.

Dott.ssa Aouate, Edith Bruck – scrittrice e poetessa ungherese naturalizzata italiana, testimone della Shoah e deportata ad Auschwitz nel 1944 [n.d.r] – ha dichiarato di: “Non vedere un futuro roseo per i giovani”. Condivide questa posizione?

“L’esperienza da sopravvissuta della Bruck ha profondamente segnato la sua vita. Per quanto riguarda i giovani (che frequento molto), credo in loro e, anzi, voglio essere fiduciosa nella loro capacità di costruirsi un sano futuro. Riallacciandomi alla domanda precedente, è vero che il sentimento antisemita nasce da giovani, e che proprio loro sono il segmento più a rischio e sensibile a questo tipo d’influenza.
Però sono tanti i giovani (e non) che fanno del bene e che hanno fatto del bene proprio durante il periodo del totalitarismo nazista, anche a rischio della propria vita. Ecco, questa Giornata della Memoria serve anche a ricordare loro; i media, spesso, preferiscono soffermarsi su chi sceglie la via del male, del razzismo, dell’antisemitismo, quando invece dovrebbero dare più spazio a quelle ‘luci che illuminano e hanno illuminato l’umanità’.

Gli ebrei in Sicilia: una convivenza che parte da lontano, cominciata ben quindici secoli fa. Come vivrà l’ISSE questo giorno?

“Lo vivremo con lo stesso spirito che guida l’Istituto fin dalla sua fondazione. Noi promuoviamo la storia degli ebrei siciliani, le radici di un’antica cultura – quella ebraica appunto – che arricchisce tutti. 
Nel concreto, alle ore 10:00 trasmetteremo dal canale youtube dell’Istituto Siciliano Studi Ebraici un evento che vedrà la partecipazione di diversi ospiti, tra cui Alessandro Hoffmann che presenterà il suo nuovo libro ‘Gli amici di Moïse. Cento e più storie di ebrei di Sicilia’. Il volume, frutto di lunghe ricerche e racconti privati, ritrae gli ebrei di Sicilia a cavallo tra il 1938 e il 1945. In particolare, verrà evidenziata la figura di Alfred, l’ebreo agente segreto”.

Gioacchino Lepre

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017