Governo coraggioso, ma sul 110 c’è il trucco - QdS

Governo coraggioso, ma sul 110 c’è il trucco

Carlo Alberto Tregua

Governo coraggioso, ma sul 110 c’è il trucco

martedì 28 Febbraio 2023

Ristrutturare immobili taglia CO2

Il decreto del Consiglio dei Ministri che ha razionalizzato il cosiddetto 110%, è stato un atto coraggioso perché se non l’avesse fatto, avrebbe rischiato di compromettere l’equilibrio del bilancio dell’anno corrente. Lo Stato ha infatti erogato importi rilevanti, ampiamente superiori al previsto, e quelli relativi ai lavori in corso – per i quali devono essere erogati ancora i contributi pubblici – sono la premessa di una sorta di dissesto.

Non si può non evidenziare che il provvedimento approvato dal Governo Conte due aveva in sé obiettivi importanti: l’aumento dei posti di lavoro, l’incremento del Pil, il taglio delle emissioni di CO2 attraverso la ristrutturazione degli immobili.

Dov’è che il Governo Conte due ha sbagliato, riteniamo più per ignoranza e incompetenza che non in malafede? Laddove ha inserito dei tariffari dei prezzi molto superiori (in qualche caso triplicati) rispetto ai prezzi di mercato. Cosicché, un’opera che normalmente viene “venduta” a, poniamo, mille euro al metro quadro, è stata fatturata a tremila euro al metro quadro.

Altro esempio: un condizionatore medio che si compra, chiavi in mano (cioé installato), a settecento euro, è stato venduto e fatturato a millesettecento euro.
Perché è accaduto questo fenomeno deleterio e molto grave sul piano economico e sociale? Per la semplice ragione che le forniture sono state private della loro essenza e cioè della trattativa, ovvero del “conflitto” fra le due parti. Infatti, quando due parti trattano la compravendita di un bene o di un servizio, ognuno tira dal proprio lato e alla fine si raggiunge un punto di equilibrio che soddisfa entrambi: l’acquirente è riuscito ad abbassare il prezzo e il venditore è riuscito comunque a ottenere un prezzo remunerativo.

Mancando, come si scriveva, tale trattativa, l’acquirente non ha mai discusso il prezzo, tanto non avrebbe sborsato neanche un euro, e il venditore ha potuto applicare prezzi esagerati, tanto pagava lo Stato.
Questo è il nodo della questione: avere consentito una sorta di tariffa generalizzata e legale proprio perché nessuno dei beneficiari ha mai discusso il prezzo dei beni e servizi ricevuti.

Il Decreto del Governo, che ha ridotto dal 110 al 90 per cento il contributo dello Stato, ha anche inserito il divieto della cessione dei crediti dai titolari dei lavori alle banche e agli enti pubblici, per frenare questa sorta di bulimia.
Ma non ha eliminato il vero problema e cioè la possibilità di calmierare i prezzi delle forniture di beni e servizi per le ristrutturazioni.

Il Governo, se avesse ascoltato i suggerimenti dei competenti, avrebbe dovuto inserire poche parole e cioè che le forniture dovevano essere effettuate a prezzi non superiori a quelli di mercato, utilizzando i dati di istituti di statistica, di Unioncamere e di altri enti che hanno il compito di monitorare i prezzi medi ed effettivi delle compravendite di beni e servizi.
Cosicché, seppure con le limitazioni prima indicate, rimarrà il vulnus di tale legge e cioé che le forniture saranno effettuate senza il controllo del mercato e quindi a prezzi esageratamente elevati.

Qualcuno, demagogicamente o meno, ha detto che non potendo cedere i crediti a banche ed enti locali, le ristrutturazioni potranno essere fatte solo da chi ha disponibilità finanziarie e quindi non da coloro che, percependo redditi modesti, non hanno né la possibilità di finanziarli e neanche la capienza dei loro redditi per ammortizzare fiscalmente in dieci anni le relative spese.

D’altro canto, non si può sottacere che chi ristruttura il proprio immobile, ricevendo ben il 90 per cento della spesa, può anche eventualmente farsi un piccolo mutuo per sopperire all’esigenza finanziaria.
Quanti italiani e italiane hanno comprato le proprie abitazioni impegnandosi con mutui. Peraltro, un mutuo supplementare per una ristrutturazione ecologica ha anche il vantaggio di far crescere il valore dell’immobile, che quindi passa di categoria fino a raggiungere le classi E/D, con la conseguenza che il proprio sacrificio di pagare le rate è ampiamente compensato dal beneficio.
Tutto chiaro. Ci auguriamo che anche la mente dei governanti si schiarisca e operi in maniera obiettiva.

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