Gregoretti, destra, elezioni e propaganda su Salvini - QdS

Gregoretti, destra, elezioni e propaganda su Salvini

redazione web

Gregoretti, destra, elezioni e propaganda su Salvini

giovedì 16 Gennaio 2020

Forse oggi il responso sulla data del voto. Se fosse concessa l'autorizzazione a procedere prima delle regionali, il capo della Lega Nord potrebbe essere presentato come un eroe punito per aver difeso "la Patria" dai "cattivi migranti"

Fino a ieri a tarda sera la destra da una parte e il resto del parlamento dall’altra sono stati impegnati in una lunga maratona, ma la conferenza dei capigruppo del Senato, che avrebbe dovuto sciogliere il nodo della data in cui la Giunta per le Autorizzazioni a procedere avrebbe dovuto votare sul caso Gregoretti, è terminata con un nulla di fatto.

Come si ricorderà la Giunta del Senato deve decidere sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per aver tenuto nella scorsa estate per quasi una settimana, prima in mare e poi all’àncora nel porto di Augusta, 131 migranti dalla nave Gregoretti e con loro ufficiali e marinai della Guardia costiera.

Dietro il braccio di ferro sulla data c’è una questione di Comunicazione: Matteo Salvini da quando ha ricevuto la richiesta di autorizzazione a procedere ha badato a presentarsi come un eroico “difensore dei sacri confini” della Patria dai “cattivi migranti” e la sua macchina della propaganda, chiamata “La Bestia” per la capacità di persuasione e di penetrazione sui social, ha fatto il resto.

Non a caso anche ieri il leader della Lega, durante un comizio nel Bolognese, ha sollecitato una decisione. “Colpevole o innocente, assolto o condannato ma decidano” ha urlato contro la “gente senza onore e dignità”, ossia tutti quelli che non la pensano come lui.

Adesso l’eroe della destra, lo stesso che aveva chiesto “pieni poteri” puntando proprio sul consenso ottenuto con la bufala dei porti chiusi – in una nazione con 3.600 chilometri di coste -, ha bisogno di essere “martirizzato” pubblicamente per ottenere il massimo dei risultati sotto il profilo della propaganda.

E se fosse concessa l’autorizzazione a procedere prima delle regionali, il capo della Lega Nord potrebbe essere presentato da “La Bestia” come eroe punito da poteri oscuri per aver combattuto i cattivi migranti.

Non a caso il presidente della Giunta per le Autorizzazioni a procedere del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia, finora autore di due relazioni favorevoli a Salvini, quella per la Diciotti e quella per la Gregoretti, ha puntato tutto sulla data del venti gennaio, sei giorni prima delle Regionali.

Una data perfetta per ottenere il massimo risultato possibile sotto il profilo della propaganda.

Un’ostacolo al programma della destra è venuto però una settimana fa dalla sospensione delle attività di aula e commissioni dal venti al 24 gennaio, decisa all’unanimità dal Senato.

Uno stop, che è una consuetudine, per consentire ai parlamentari di partecipare alla campagna elettorale.

Se la regola valesse anche per la Giunta delle immunità, il caso Gregoretti andrebbe in standby e tutto sarebbe spostato a dopo le elezioni, facendo perdere a Salvini e alla destra l’occasione di far propaganda.

Gasparri, che nei giorni si è definito “arbitro” imparziale, sta lottando come un leone per dimostrare che la Giunta è un organo paragiurisdizionale e quindi non una commissione “normale” e quindi dovrebbe andare avanti.

La maggioranza del Parlamento sostiene il contrario e la capogruppo del Misto al Senato Loredana De Petris ha commentato: “La scorsa settimana, la riunione dei capigruppo aveva con chiarezza detto che non ci sarebbero stati lavori dal venti al 24 gennaio, con la sola eccezione, disciplinata, della commissione Bilancio per il decreto Alitalia. Quindi tutti avevamo pensato che questo si estendesse anche alla Giunta”.

Nella riunione di ieri sera, invece, la destra e, in parte anche della presidente Elisabetta Casellati, “ha affermato che comunque la Giunta è un organo diverso, che quindi non rientra nell’ambito della decisione assunta”.

Anche la Presidente del Senato, anche lei di Forza Italia, dovrebbe essere garante, “arbitro”, di Palazzo Madama. Ma ha delegato a Gasparri la decisione sulla data, anche se ha annunciato una telefonata con lui per oggi.

L’ha riferito ieri a tarda sera il capogruppo del Pd Andrea Marcucci, affermando “se il presidente Gasparri ha l’autonomia di prendere decisioni diverse da quella presa dalla capigruppo e poi dall’Aula, anche all’unanimità, è inutile votare nuovamente in Aula il calendario”.

E se “l’arbitro” Gasparri restasse della sua posizione di non rinviare il voto, nonostante lo stop delle attività del Senato, il venti sarà confermata la Giunta, con la votazione.

“Poi – ha concluso Marcucci – politicamente ciascuno prenderà le sue decisioni”.

In Giunta, peraltro, sono rimaste in sospeso le richieste di approfondimento proposte martedì sera dai senatori di maggioranza, e una dalla Lega Nord, che non sono state votate.

In particolare sono stati chiesti documenti sulle condizioni di salute dei migranti a bordo, e altri per valutare se ci fosse un eventuale rischio di terroristi sulla nave e per sapere quale ministero avesse deciso di impedire lo sbarco.

Il venti gennaio, inoltre, continueranno a essere assenti dalla Giunta l’ex presidente del Senato Pietro Grasso di Leu e Mario Giarrusso dei 5S, entrambi in missione negli Stati Uniti con la Commissione antimafia.

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