Guerre e responsabilità - QdS

Guerre e responsabilità

Marco Vitale

Guerre e responsabilità

mercoledì 29 Giugno 2022

Libia, Afghanistan, Iraq, Vietnam: qualcuna di queste guerre è stata utile? No

L’Europa di cui parla un grande europeo, filosofo, uomo di cultura, educatore, come Romano Guardini (che nel 1962, in occasione del conferimento del Praemium Erasmianum, scrisse una relazione bellissima dal titolo “Europa, compito e destino”), ancora non c’è, neppure oggi. Eppure, c’è oggi già molto di più di quello che c’era al tempo di Guardini e ciò è di conforto. E la speranza è che questa orrenda, stupida e feroce guerra, che è indubbiamente guerra di Putin e del suo entourage, ma non solo sue, facendoci fare un salto indietro di duecento anni, possa alla fine, portare a una forte accelerazione verso un’Europa che sappia rispondere alla sfida alla quale la storia la chiama. Tutta l’Europa, come l’avevano sognata De Gaulle e Don Sturzo, un’Europa portatrice di civiltà e quindi di pace e non di potenza e quindi di guerra.

Si continua a giocare con la storia e con le guerre del passato non per affermare: mai più queste infamie ma, piuttosto per cercare alibi e giustificazioni, per ritornare indietro. Tu hai visto molto da vicino le infamie americane della guerra irachena. Ma è questo un buon motivo perché Putin o altri facciano lo stesso? Questa domanda si può riferire a tutte le guerre americane degli ultimi decenni a partire dalla guerra del Vietnam, la più infame di tutte come ci ricorda il celebre scatto del 1972 di Nick Con Gut della bambina che fugge nuda dal bombardamento (proprio in questi giorni il fotografo, oggi 71 anni, e la bambina Kim Phic, oggi 59 anni, sono a Milano per ricordare quello scatto che contribuì a fermare la guerra, dato che Nixon stesso fu impressionato e, per dirci, con dolce fermezza: mai più queste infamie).

Allora ricordiamo queste cose per non farle più o solo per dire: le hanno fatte anche gli americani e quindi le può fare anche Putin? Negli ultimi mesi questo gioco alla ricerca dell’alibi per l’irresponsabilità è stato fatto da molti. L’attacco alla Libia è stato infame? Sì. La guerra in Afghanistan è stata infame? Sì. La guerra in Iraq è stata infame? Sì. La guerra in Vietnam è stata infame? Sì. Qualcuna di queste guerre è stata utile? No. Ed allora perché vogliamo rifare simili guerre americane che non per nulla le hanno perse tutte, anche perché erano guerre stupide? Nessuna di queste guerre o di altre dello stesso tipo può essere utilizzata come alibi per giustificare altre simili infamità da parte di Putin o da altri. Il mondo sta, con fatica, liberandosi dalla guerra come necessità della società umana. L’aggressione all’Ucraina è una enorme infamità senza se e senza ma. E come le altre guerre americane citate è un grande errore, in questo caso, anche per la Russia, come Putin ha, forse, iniziato a capire, come sembra da qualche piccolo segnale proprio nel suo discorso del 9 maggio.

Non illudiamoci. La soluzione sarà lunga e difficile, anche se le possibilità di un onorevole compromesso appaiono chiare e possibili. Ma per andare in questa direzione è necessario che l’Europa prenda le distanze dalla guerra dell’America, dai perversi obiettivi della Nato e dell’America

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