Guido Carlino: “A giudici preclusa ogni funzione creativa” - QdS

Guido Carlino: “A giudici preclusa ogni funzione creativa”

redazione

Guido Carlino: “A giudici preclusa ogni funzione creativa”

Roberto Greco  |
sabato 14 Ottobre 2023

Così il Presidente della Corte dei conti nel suo intervento a Palermo sull’autonomia ed indipendenza della magistratura”. Il ministro Nordio: "Avvicinare il cittadino alla Giustizia è possibile"

PALERMO – Si è concluso ieri a Palermo il convegno organizzato dalla Corte dei conti sul tema “Giustizia al servizio del Paese”. La terza sessione, che ha affrontato il tema “La magistratura ordinaria garante dei diritti per lo sviluppo del sistema-paese” è stata introdotta dalla Prima Presidente della Corte suprema di Cassazione, Margherita Cassano, che la ha presieduta.

Nel suo intervento ha indicato come prioritaria la necessità di una maggiore stabilità del quadro normativo che oggi è fragile vittima di “un mutato rapporto tra parlamento e governo” e delle “norme provvedimento” che hanno innescato una “più accentuata tendenza a delegare alla magistratura le risposte ai problemi che dovrebbero essere risolti a monte” anche con una maggiore “mediazione necessaria prima dell’intervento del giudice oppure indicata dal giudice stesso”. “Abbiamo bisogno della collaborazione dell’avvocatura – ha proseguito la Presidente Cassano – anche per raggiungere una maggiore consapevolezza dell’interpretazione” perché oggi “ciascuno di noi è al contempo giudice comune, comunitario e della Corte Europea dei diritti dell’uomo”. Cassano, inoltre, ha definito come prioritaria la necessità di “recuperare un’idea di comunità giuridica all’interno degli uffici” perché oggi “il compito del magistrato non si esaurisce con la singola causa ma si deve necessariamente proiettare anche nei successivi gradi di giudizio, al fine di evitare possibili pareri critici da parte dei giudici dei gradi successivi”.

È poi intervenuto il Procuratore generale della Corte di Cassazione Luigi Salvato che ha evidenziato, oggi, il ruolo del pubblico mistero quale garante dei diritti fondamentali perché oggi “un sistema giudiziario moderno e efficiente deve rispondere alla tutela dei diritti fondamentali e anche alla crescita economica”. “Non va trascurato – ha proseguito Salvato – che è necessario fare delle distinzioni tra diritti e doveri, stabiliti sia dalla costituzione sia dal diritto pubblico” anche grazie al “ruolo del pubblico ministero che oggi si staglia chiaro e che agisce nell’interesse esclusivo dell’ordinamento” e che oggi è “tessera di un complesso mosaico istituzionale”.

Il Presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca, nel suo intervento, ha tratteggiato il ruolo dei giudici di merito e la “portata politico-istituzionale della loro figura” anche perché “le istanze sociali trovano sempre più spesso i giudici di merito come interlocutori diretti” anche a seguito di una “delega diffusa per la risoluzione dei conflitti” perché oggi “la mediazione del conflitto si sposta dalla scrittura della norma alla sua applicazione” anche in virtù del fatto che “i confini tra legislatore e giudice sono sempre meno netti” e oggi serve un nuovo “punto di equilibrio affinchè l’ordinamento possa lasciare spazio all’evoluzione della giurisprudenza”.

Il professor Roberto Romboli, membro del Consiglio Superiore della Magistratura, ha evidenziato che “diritti nuovi hanno determinato una sensibile influenza nel ruolo del giudice” anche a seguito della “latitanza del legislatore che ne ha generato una maggiore presenza. In questo modo è scaricata sui giudici una responsabilità che non gli compete ma che spetterebbe al legislatore”.

Nel suo intervento il viceministro della Giustizia Sen. Francesco Paolo Sisto ha detto che “sulla Costituzione non si può fare ‘jazz’, non può essere interpretata sulla base di quelle che sono le prospettive, né l’Europa può diventare una esimente al rigore dell’interpretazione delle norme istituzionali. Ho l’impressione che qualche fonte europea sia stata utilizzata per dribblare quelli che sono comandi chiarissimi della Carta Costituzionale”. Il riferimento alla recente vicenda della Giudice del Tribunale di Catania Iolanda Apostolico, che ha recentemente emesso due ordinanze di scarcerazione per alcuni migranti detenuti sulla base del DL Cutro, aleggia nell’aria anche perché il viceministro ha specificato che “i magistrati sono soggetti alla legge e questo significa chiaramente alla legge e non ai diritti. È evidente che il giudice deve rispettare la legge” perché altre letture “vanno in contrasto con l’assoluto rispetto della legge da parte del Giudice”.

Alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella si sono svolte, poi, le considerazioni conclusive del convegno con gli interventi di Silvana Sciarra, Presidente Corte costituzionale, Giovanni Pitruzzella, Avv. Gen. Corte di Giustizia Unione Europea e Fabio Pinelli, Vicepresidente Consiglio Superiore della Magistratura cui è seguito l’intervento di Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che ha parlato di “incomprensioni tra l’esecutivo e la magistratura” e che sia necessario porsi nella logica di “superare i conflitti che non fanno bene a nessuno” ricordando che, per entrambi, “il riferimento è e deve essere la Carta Costituzionale” e che “il Giudice non deve essere un’avanguardia ideologica”.

Ha concluso i lavori Carlo Nordio, ministro della Giustizia, che ha detto che “le braccia della giustizia reggono la bilancia” ma l’intento “deve essere unitario” cercando il “giusto equilibrio tra le necessità economiche delle imprese e i diritti del cittadino” perché “dove la giustizia funziona, i popoli prosperano” ed è necessario superare il fatto che le disfunzioni della giustizia “ci costano circa il 2% del Pil” e “l’accesso ai fondi del Pnrr era subordinato alla riforma della Giustizia”. Il ministro Nordio ha concluso dicendo che più che mai prioritario è “avvicinare il cittadino alla Giustizia” e raggiungere “una maggiore giustizia sociale” ottenibile da “una giurisdizione rapida e efficace”.

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