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I costi della politica

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I costi della politica

Giovanni Pizzo  |
venerdì 10 Maggio 2024

Con Toti nel mirino della giustizia, torna di tendenza l'argomento dei costi della politica: il commento.

I costi della politica era una frase in voga agli inizi degli anni ’90, ma il dibattito si concentrò sui referendum abrogativi del finanziamento pubblico ai partiti. Il caso Toti, Presidente della Liguria, e forse ciò che seguirà, riporta alla ribalta il tema dei costi della politica. Ora sono finite nel mirino anche le cene elettorali, si reputa che siano tangenti mascherate. Poi c’è ovviamente la parte dei provvedimenti amministrativi che le imprese, in appalto “semplificato” o in concessione ricevono da parte della politica. Ma il tema del finanziamento della politica rimane sul tavolo.

Come si finanzia la politica? Chi può essere finanziato, le persone, i partiti? Tutto rimane in una zona d’ombra, tra il pudore e la prurigine, in parte per quel senso del peccato, di matrice cattolica, che avvolge “mammona”, il denaro, in parte per quell’animal spirit, elusivo, che noi italiani abbiamo quando si tratta di denaro. O scegliamo trasparentemente e senza infingimenti la via americana sulla regolarizzazione dell’attività di lobbying, ma lì è consentita perché è una società liberale competitiva in cui il pubblico regola e amministra poco, o ritorniamo al finanziamento pubblico ai partiti. Soltanto che nel frattempo si sono squagliati i partiti.

Oggi sono una banda di accoliti con un Capo che decide chi viene eletto o meno, chi viene candidato o meno. Perché ci sarebbe oggi il finanziamento di un capo partito, e lui disporrebbe del tesoretto finanziario pubblico senza democrazia interna. Il finanziamento pubblico era fondato sulla partecipazione democratica alla politica svolta, dai dettami costituzionali, attraverso i partiti. Solo che allora c’era il sistema proporzionale con preferenze, e quindi c’era una forma di pluralismo interno ai partiti che oggi è scomparso. Quindi tutto si accentra nei vertici, capo partito o Sindaco e Presidente di Regione. Lui è il punto di approdo di tutto, anche dei soldi o delle mazzette. Un sistema del genere, senza alcun controllo interno, è destinato automaticamente a impazzire come la maionese, e ogni tanto, pensiamo a un caso su cinque per enorme difetto, la magistratura scoperchia quello che è lapalissiano. Soldi e politica devono abbandonare l’enorme ipocrisia che li lega. Non dico assoluta, fittizia, trasparenza ma almeno non prendiamoci per fessi.

Cosi è se vi pare.

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