Identificato un gene che protegge forme gravi di Covid, lo studio - QdS

Identificato un gene che protegge forme gravi di Covid, lo studio

Antonino Lo Re

Identificato un gene che protegge forme gravi di Covid, lo studio

venerdì 01 Ottobre 2021

Lo studio dell'università britannica di Glasgow guidato da Arthur Wickenhagen. Il gene si chiama OAS1 ed è uno degli attori principali del circuito dell'interferone

Un gene protegge dalle forme gravi di Covid-19. E’ stato identificato dal gruppo dell’università britannica di Glasgow guidato da Arthur Wickenhagen, si chiama OAS1 ed è uno degli attori principali del circuito dell’interferone. Attiva le forbici molecolari capaci di fare a pezzi tutti i virus a Rna, compreso il SarsCov2.

LO STUDIO NEL DETTAGLIO

Il sistema dell’interferone è la prima linea di difesa contro virus e batteri, la cosiddetta immunità innata. “Oas1 è un gene, che sotto l’induzione dell’interferone attiva un altro enzima che taglia l’Rna. In sostanza attiva le forbici che fanno a pezzi i virus a Rna, come il SarsCoV2”, dice all’ANSA il genetista Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata. Da mesi Novelli sta studiando il coinvolgimento dell’interferone nella Covid-19. “Un gene può produrre molte forme di proteine. Oas1 ne produce due, una delle quali – prosegue il genetista -riesce a navigare meglio nella cellula grazie a dei lipidi”. Alcune persone, su base genetica, hanno una maggiore quantità di questo tipo di proteine, altre meno.

“In questo studio – osserva Novelli – si è visto che chi ha più di queste proteine con il grasso è più resistente all’infezione da Covid, perché attiva meglio le forbici contro il virus. Chi ha la proteina con meno grasso è invece soggetto a forme più gravi di Covid”. Non solo. Utilizzando le informazioni raccolte in banche dati delle sequenze genetiche, gli autori della ricerca sono andati a vedere a livello statistico dove queste forme di proteine erano più concentrate a livello geografico. “In questo modo hanno visto che in Africa è più frequente statisticamente la forma di proteina con più grasso, mentre in Asia e in Europa quella senza grasso. Potrebbe essere dunque per questo – rileva Novelli – che in questi due continenti le persone sono più suscettibili all’infezione da Covid”.

PIPISTRELLI SERBATOIO DEL VIRUS

La cosa interessante, aggiunge il genetista, è “che i ricercatori hanno visto che il pipistrello ha più proteine senza grasso. Per questo motivo è un vero e proprio serbatoio di questo coronavirus, contro il quale ha comunque sviluppato dei meccanismi di tolleranza”. Questo studio, conclude l’esperto, conferma “l’importanza dei geni del circuito dell’interferone nella malattia Covid-19. Ora credo sia venuto il momento di monitorare i pazienti con Covid per vedere il loro status di interferone e verificare se hanno degli anticorpi anti-interferone. Tutti elementi che potrebbero aiutare a capire chi sono le persone più resistenti e che non si ammalano di Covid”.

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