Ignorare Cotrugli grave errore - QdS

Ignorare Cotrugli grave errore

Marco Vitale

Ignorare Cotrugli grave errore

mercoledì 18 Gennaio 2023

Il Rinascimento arriva, d’un solo tratto, fino ai molteplici ‘lumi’ del Settecento

Chi mi ha maggiormente guidato alla parziale e difficile comprensione dell’economia di quei secoli è stato, in primo luogo, Armando Sapori del quale avevo letto parecchi saggi.

Ho letto anche tanto Fernard Braudel: oltre al suo classico grande studio Civiltà materiale, economia e capitalismo. Le strutture del quotidiano (1977), soprattutto il bellissimo Il secondo Rinascimento.

Due secoli e tre Italie nel quale avevo avuto la gioia di trovare una convergenza tra Braudel e Sapori sullo sviluppo dell’economia italiana, che ha radici antiche nel XII secolo (come dice Sapori) e che si proietta ben oltre le guerre d’Italia della prima metà del 1500, come illustra Braudel: “Solitamente la prudenza consiglia di distinguervi sfumature e tappe: pre-Rinascimento, primo Rinascimento (Firenze), secondo Rinascimento (Roma). Tutto ciò porta al più presto alla morte di Raffaello (1520) e alla decomposizione delle strette regole pittoriche nella ‘maniera’ di Michelangelo. Sono queste le supputazioni abituali, molto ragionevoli, fin troppo ragionevoli. Preferisco allora l’ardire di Armando Sapori, che fa cominciare il «vero» Rinascimento con il secolo XII: se fosse d’accordo, preferirei risalire addirittura all’anno Mille, e le cose sarebbero anche più nette.

Mi piace anche la battuta di Georges Lefebvre, secondo il quale il Rinascimento arriva, d’un solo tratto, fino ai molteplici ‘lumi’ del Settecento: era questa anche l’opinione di Huizinga, per cui era necessario spingersi fino all’illuminismo, perché si trovasse nuovamente mutato il destino culturale dell’Europa. Hanno probabilmente ragione tutti e tre nell’affermare la necessità di vedere il dispiegarsi del Rinascimento nella lunghissima durata, il che significa non separarlo né dalle sue radici medievali (vi fu certamente un umanesimo medievale), né dalle sue propaggini moderne”.

Questo “dispiegarsi del Rinascimento nella lunghissima durata” sembra a me un approccio molto convincente e di grande utilità per analizzare e collocare, in modo appropriato, anche il contributo di Cotrugli.

Se, infatti, è stato un grande errore della cultura italiana ignorare e tenere celato per tanti secoli un personaggio come Cotrugli, altrettanto grave errore sarebbe, oggi che si è riscoperto Cotrugli, considerarlo come un talento scaturito dal nulla o quasi, un isolato senza solide radici, un improvvisato e forse stravagante imprenditore-umanista.

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