Il caffè è una sana abitudine che fa bene a cervello e cuore - QdS

Il caffè è una sana abitudine che fa bene a cervello e cuore

redazione

Il caffè è una sana abitudine che fa bene a cervello e cuore

martedì 04 Agosto 2020

Buone notizie per gli amanti del caffè. Le evidenze scientifiche, infatti, oltre a scagionare questa bevanda dall’accusa di far aumentare le malattie cardiovascolari e i rischi di tumori, “sottolineano anche il fatto che il consumo di 3-5 tazzine al giorno proteggono dallo sviluppo di diverse malattie croniche. Non bisogna, però, eccedere: andare oltre i 400 mg di caffeina al giorno per gli adulti in salute (e i 200 – due tazzine scarse – mg per le donne in gravidanza o durante l’allattamento) può avere effetti collaterali”. è quanto si legge sulla pagina Facebook “MedicalFacts” di Roberto Burioni, in cui Renata Gili, medico di sanità pubblica, fa il punto sulle attuali conoscenze scientifiche su rischi e benefici di caffè e caffeina.

“Le evidenze attuali suggeriscono – ha sintetizzato Gili – che un moderato consumo di tè o caffè possano tranquillamente far parte di uno stile di vita sano ed equilibrato, e questa è un’ottima notizia”. Il caffè, principale fonte di caffeina per gli adulti, infatti, “fa parte della nostra cultura e della nostra vita sociale – ha continuato – ed è comunemente utilizzato per farci stare più svegli e aumentare la nostra produttività”. Oltre alla caffeina, però, la bevanda “contiene un’ampia gamma di altre sostanze (polifenoli, magnesio, potassio, vitamina B3 etc.), che possono ridurre lo stress ossidativo e modulare il metabolismo lipidico e degli zuccheri”.

Per quanto riguarda il sistema nervoso, come sperimentato da tutti, “il consumo di caffeina – ha sottolineato l’esperta – può renderci più vigili durante compiti di lunga durata che dobbiamo portare a termine, come per esempio guidare la macchina per molti chilometri”. Ma è anche vero che “se consumata nelle ore più tarde della giornata porta a problemi di sonno” e, se assunta in grandi quantità, “in particolar modo negli individui più suscettibili, potrebbe indurre ansia”.

Ma questa sostanza “può contribuire alla riduzione del dolore aumentando l’efficacia dei farmaci antinfiammatori che prendiamo, per esempio, quando abbiamo mal di testa. Infine – ha concluso – diversi studi hanno dimostrato una correlazione fra la caffeina e la malattia di Parkinson, che contribuirebbe a ridurne il rischio, e con la demenza, anche in questo caso con un effetto protettivo”.

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