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Palermo si è aggiudicata il titolo di città antirazzista

Pietro Vultaggio

Palermo si è aggiudicata il titolo di città antirazzista

giovedì 05 Dicembre 2019

Nelle scorse settimane si è riunita l’assemblea generale dei paesi europee contro il razzismo. Per l’Italia presenti anche Santa Maria Capua Vetere, Pescara, Roma, Firenze e Bologna

PALERMO – Il capoluogo siciliano conquista la nomea di città antirazzista. Venerdì 22 e sabato 23 novembre si è riunita a Barcellona l’assemblea generale delle città europee contro il razzismo, che rientra nella coalizione internazionale delle Città Inclusive e Sostenibili. Nella cornice del museo Picasso sono stati presentati i nuovi territori candidati. Tra le città anche un’italiana, Palermo, che ha sbaragliato tutti aggiudicandosi il “titolo”.

Le altre erano le tedesche Hagen, Aquisgrana e Münster, la belga Molenbeek, la francese Nizza e la svedese Göteborg. Nato nel 2004 l’organismo è promosso dall’Unesco. Divisa per continenti, l’Assemblea punta a costituire una rete di centri interessati a scambiare esperienze e migliorare le proprie politiche nella lotta contro il razzismo, la discriminazione, l’omofobia e l’esclusione sociale. Come ha sottolineato il sindaco di Palermo per la città siciliana, Leoluca Orlando: “È il naturale sbocco di un percorso avviato negli anni ed il frutto di sensibilità, valori ed un lavoro condiviso che a Palermo coinvolge cittadini, istituzioni e società civile”.

A rappresentare Palermo sono stati l’assessore alle Culture, Adham Darawsha ed il direttore di Fondazione Unesco Sicilia, Aurelio Angelini. La città siciliana non è la prima italiana. Fanno già parte dell’organismo otto città: Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, Pescara, Roma, Firenze, Campi Bisenzio in provincia di Firenze, Pianoro e San Lazzaro di Savena e Bologna.

Il Comune di Bologna ha il ruolo di capofila della rete europea e nel 2016 ha ospitato il primo Meeting dell’Iccar (La Coalizione Internazionale delle Città Inclusive e Sostenibili), in occasione del quale è stato inaugurato il Comitato di pilotaggio mondiale dell’Iccar. Nella stessa occasione è stata anche adottata la Dichiarazione di Bologna, intesa a riaffermare la centralità dell’inclusione e della diversità negli spazi urbani, l’impegno a rendere le città sicure, resilienti e inclusive attraverso la realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e la Nuova Agenda Urbana, la fondamentale importanza dell’uguaglianza di genere, della piena integrazione degli immigrati, della coesione sociale, dello sviluppo urbano partecipativo e inclusivo.

L’obiettivo finale è quello di raggiungere pienamente una società multiculturale che non lasci nessuno indietro. L’Unesco ha avviato questo progetto in risposta all’appello della Conferenza mondiale di Durban del 2001, incentrata sulla lotta globale contro la discriminazione razziale, avendo individuato le città come spazio privilegiato per la concretizzazione di questi intenti e per favorire la ratifica e l’applicazione negli Stati delle dichiarazioni, raccomandazioni e convenzioni internazionali, garantendo la rispondenza degli strumenti internazionali alle esigenze locali attraverso il coinvolgimento degli attori dei singoli Stati, comprese le vittime delle discriminazioni.

Attraverso questa iniziativa, l’Unesco intende evidenziare il ruolo strategico delle autorità locali nell’ottica di creare sinergie dinamiche orientate ad attuare una lotta comune contro il razzismo e di assicurare che tutti i cittadini, senza differenza di nazionalità e di provenienza etnica, culturale, religiosa o sociale, possano vivere dignitosamente, in sicurezza e secondo giustizia.

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