Carlo Alberto Tregua su Radio Libertà, l'intervento in diretta - QdS

Il direttore Tregua su Radio Libertà, dall’Autonomia al post Berlusconi: l’intervento

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Il direttore Tregua su Radio Libertà, dall’Autonomia al post Berlusconi: l’intervento

Redazione  |
mercoledì 14 Giugno 2023

Il direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, è intervenuto in diretta su Radio Libertà. Dall'Autonomia Differenziata alla crescita italiana, con un pensiero a Silvio Berlusconi.

Il direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, è stato ospite mercoledì 14 giugno in diretta della trasmissione radiofonica “Zoom – Il drive time in mezzo ai fatti” condotta da Antonino D’Anna su Radio Libertà. In primo piano il paragone Catania-Losanna, trattato recentemente dal direttore sulle colonne del QdS per discutere del tema dell’Autonomia differenziata che tocca anche la Sicilia.

“La Svizzera è una Nazione con 26 Cantoni-Stato, con ampissima autonomia. Molto più di quella proposta da Calderoli. Parlando con il sindaco di Losanna, Grégoire Junod, e la presidente del Cantone-Stato Vaud, Christelle Luisier Brodard, ho acquisito delle informazioni che ho poi riportato con quelle della Sicilia e di Catania. Mi sono accorto di differenze enormi, a partire dal PIL”, ha commentato il direttore Tregua a inizio intervento.

Tregua: “Riforma Calderoli offre possibilità per chi è bravo”

“Avendo letto il disegno di legge Calderoli non mi sembra che tutto questo allarmismo sia giustificato. Anzi, direi che tutto sommato il disegno di legge costituzionale prevede una serie di possibilità per chi ritiene di poterle utilizzare e per chi è bravo”, ha aggiunto il direttore.

“Il mammismo italiano porta sempre a una situazione non buona”, ha proseguito. “Bisognerebbe invece dare spazio ai talenti, premiare i più bravi e dire a chi è più indietro di studiare, leggere, sbracciarsi e sacrificarsi per competere al meglio. Purtroppo è un limite del nostro sistema sindacale e dei rapporti di lavoro. La mia impressione è che siamo di fronte a un buon disegno di legge, sicuramente migliorabile, ma chi è bravo deve andare avanti”.

“L’Italia cresce, ma gli altri fanno meglio”

Per il direttore Tregua risulta essere un paradosso “l’encomio al PIL italiano che cresce dell’1,1%, dimenticandosi che l’India cresce del 7% e che la Cina crescerà tra il 5-6%. Cosa hanno questi Paesi per funzionare così bene e avere questa crescita? Bisognerebbe comprendere quei sistemi. Il 7% lo faceva l’Italia nel boom economico perché tutti gli italiani si bracciavano giorno e notte. C’è stato il contributo di un popolo per far crescere l’Italia”.

“A partire dal ’68, con l’abbattimento del merito, è cominciato il declino che è giunto al ’94 quando il Governo Amato dovette prelevare lo 0,6% dai conti bancari di tutti gli italiani per fronteggiare quella situazione tremenda e che indusse il presidente Ciampi, successivamente, a dover firmare l’accordo per l’Euro. Non dobbiamo dimenticare che i primi decenni della Repubblica sono stati essenziali per il Paese”, ha aggiunto Carlo Alberto Tregua.

“Lo Statuto Siciliano va aggiornato”

Tornando sul tema dell’Autonomia differenziata e sullo Statuto Speciale della Sicilia, per Carlo Alberto Tregua non si può parlare di “fallimento”. Tuttavia, allo stesso tempo, risulta difficile riuscire a discutere di “cose egregie”. Lo Statuto venne fatto “prima della formulazione della Costituzione, è inserito in Costituzione senza alcuna valutazione” e, pertanto, vanno giustificati “i legislatori dell’epoca” perché si usciva all’epoca da un periodo tremendo segnato dalla guerra e dal Referendum.

“Per com’era allora, lo Statuto andava bene. Purtroppo non è stato aggiornato” e “oggi abbiamo uno Statuto vetusto che non risponde assolutamente alle necessità che ha la Sicilia. Sarebbe opportuno che la riforma Calderoli possa spingere la Regione Siciliana ad aggiornarsi e a modernizzarsi”.

“Berlusconi? Ha modernizzato politica. Su FI penso che…”

Infine, un pensiero sulla scomparsa di Silvio Berlusconi e il futuro di Forza Italia. Per il direttore del Quotidiano di Sicilia l’ex premier “lascia cose positive e negative. Tra le prime vi è un sistema politico che si è ampliato e modernizzato. Oggi si è visto che è arrivato al Governo il settore dei conservatori a lungo tempo ghettizzato. Ha contribuito a evolvere il sistema politico del Paese. Non è riuscito a fare altre cose, come per esempio il Ponte sullo Stretto, un’opera europea e non solo siciliana”.

“Dobbiamo comunque ricordare, tra le pecche, la vicenda Alitalia. Qualche decennio fa non volle venderla ai francesi di Air France e questo è valso all’Italia un costo di 14 miliardi. Ci sono luci e ombre, ma non possiamo disconoscere che ha lasciato un segno nel nostro Paese”.

Forza Italia? Resta un grosso punto interrogativo, dipende dal senso di responsabilità e dalle capacità di coloro che devono affrontare la questione. Ciò viene sempre supportato dalla cultura. Chi ha letto molto sa che l’unione fa la forza. Se gli egoismi individuali dovessero retrocedere rispetto al senso di responsabilità per non disperdere il patrimonio lasciato da Berlusconi, allora riusciranno a proseguire sul solco del fondatore”, ha concluso Carlo Alberto Tregua.

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