Il legislatore è ottuso e oscuro - QdS

Il legislatore è ottuso e oscuro

Carlo Alberto Tregua

Il legislatore è ottuso e oscuro

mercoledì 04 Gennaio 2023

Legge di Bilancio 2023: 903 commi, 203 pagine

Non vi nascondo che ho faticato parecchio a leggere le oltre duecento pagine fra testi e tabelle della Legge di bilancio 2023, approvata dal Parlamento in limine mortis. Alla fine ero distrutto, con una grande confusione per non essere riuscito a individuare le grandi linee su cui dovrebbe correre una norma. Forse per mia pochezza, nonostante i sessantacinque anni di lavoro.

Da cittadino non posso che esprimere profondo dissenso sul modo con cui da oltre trent’anni vengono formulate le leggi dal Parlamento italiano, perché il legislatore ignora volutamente i dettami della Costituzione, delle preleggi (Regio decreto 262/1942) nonché delle successive leggi 400/1988, 212/2000, 69/2009 e così via, senza sminuire la portata delle sentenze della Corte Costituzionale 364/88 e 185/92.
Mi scuso per l’elencazione precedente, ma essa è assolutamente necessaria per rendere chiara l’informazione secondo cui il legislatore ha l’obbligo di scrivere in italiano, con un senso della norma comprensibile da tutti/e.

I padri costituenti e i legislatori precedenti sapevano l’importanza di far capire a tutti/e, anche ai meno dotati culturalmente, la portata delle leggi, perché quando esse hanno un significato oscuro, i maneggioni possono utilizzarle a loro uso e consumo.
L’esempio della nostra Carta Costituzionale è lampante, perché scritta in eccellente italiano, comprensibile da tutti/e e nessuno può tergiversare o interpretare in modo diverso il suo senso letterale.

I nostri Padri costituenti avvertirono anche l’esigenza di sfuggire alla foga di moltiplicare il numero delle leggi approvate perché ricordavano la massima: “Corruptissima Republica plurimae leges” (in una Repubblica corrottissima numerose sono le leggi, Tacito, Annales).
Conseguenza di quanto scriviamo è l’evidenza che le leggi, volutamente scritte in pessimo e incomprensibile italiano, e il loro moltiplicarsi indefinitivamente, sono due modi utilizzati dal legislatore per ingannare, volutamente o meno, i/le cittadini/e.
Quello che scriviamo non è discusso in quasi nessuno spazio di informazione e non ce ne spieghiamo la ragione.

Vi sono altre carenze del pessimo legislatore italiano.
La prima riguarda l’abitudine (deleteria) di demandare ad atti legislativi successivi l’attuazione delle norme. Cosicché – secondo la statistica mensile pubblicata presso il sito della Presidenza del Consiglio – vi sono sempre in attesa di evasione quattro/cinquecento provvedimenti.
Il che significa che fino a quando essi non saranno approvati e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, quella parte della legge-madre non può essere utilizzata, facendo perdere così efficacia al volere del legislatore.
La seconda carenza riguarda l’incapacità del legislatore di riformulare le leggi di una determinata materia comprendendo tutte le precedenti. Per cui la nuova legge dovrebbe assorbire e cancellare tutte le altre che vengono trattate nella stessa. E invece il legislatore continua a usare il pessimo sistema di taglio e cucito cancellando parole e frasi da leggi precedenti e inserendone sostitutivamente altre: un vero guazzabuglio.

Qualcuno potrà osservare che vi sono ben altri problemi sul tappeto del nostro Paese rispetto alla buona e razionale scrittura delle leggi. L’osservazione ci sembra destituita di fondamento, perché le norme costituiscono le regole di ogni popolazione. Esse debbono essere osservate da tutti/e puntualmente. Ma per essere osservate, devono essere comprese; dal che l’esame che abbiamo fatto precedentemente.

Qualcuno si chiederà: questo modo di scrivere le leggi è frutto di ignoranza, di incompetenza oppure di malafede? Secondo il nostro modesto avviso – per quello che vale – delle tre componenti.
Non si spiegherebbe altrimenti come sia possibile pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale norme incomprensibili, tortuose, che fanno continui richiami ad altre leggi, che tagliano di qua per aggiungere di là e che fanno mille acrobazie, con l’unico scopo di non far capire niente ai/alle cittadini/e, perché è meglio che essi/e restino ignari/e.

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