Il nuovo Welfare in Sicilia parte dai migranti con gli Sportelli Busy - Video - QdS

Il nuovo Welfare in Sicilia parte dai migranti con gli Sportelli Busy – Video

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Il nuovo Welfare in Sicilia parte dai migranti con gli Sportelli Busy – Video

Claudia Marchetti  |
lunedì 21 Marzo 2022

Sparaco: “Mappare i servizi per snellire le Pubbliche Amministrazioni e aiutare gli stranieri”

Il Welfare oggi ha un nuovo volto e guarda sempre più al potenziamento dell’accoglienza migranti. Nascono con questo scopo gli Sportelli Busy, ovvero un progetto di capacity building sviluppato in tutta la Sicilia e che vede la Provincia di Trapani come amministrazione capofila.

Oltre allo sviluppo di competenze all’interno della Pubblica Amministrazione, il progetto si occupa di supportare e orientare i cittadini stranieri e tutti i soggetti che si occupano a vario titolo di accoglienza. All’interno degli Sportelli Busy, è nato “MiOriento”, la mappatura dei servizi di inclusione che si trovano in un territorio, all’interno di centri di accoglienza, degli enti locali, in ambito sanitario, persino nei Caf o sindacati. Il project manager e direttore dell’unità Centro Salute Globale dell’Asp di Trapani, Antonio Sparaco, spiega meglio come è nata questa rete fitta e accurata di servizi per migranti, come si sviluppa quotidianamente e quali sono gli obiettivi concreti che Busy e MiOriento si prefiggono. 

Dottor Sparaco, conosciamo meglio gli Sportelli Busy in tema di migranti e come sono nati. Come avviene il supporto e orientamento dei cittadini stranieri che giungono in un dato territorio?

Gli Sportelli Busy nascono da un progetto finanziato dal Fondo Nazionale Assistenza Migrazione e Integrazione, cosiddetto “FAMI”. Inoltre MIOriento ha come partner 5 comuni – Palermo, Siracusa, Marsala, Corleone e Pantelleria – e Cefpas, che è un organismo pubblico di formazione della Regione. Principalmente sono dedicati a tutte le persone migranti che hanno bisogno di un sostegno in ambito assistenziale. All’interno dello Sportello troveranno personale specialistico legato alla conoscenza di tutto ciò che verte sulla migrazione, quindi avvocati, psicologi, pedagogisti, che orienteranno il migrante o i loro tutor o mentori. Con ciò si evita allo straniero di arrivare in un posto che non conosce senza sapere dove andare per risolvere le sue necessità. Con Busy gli indirizziamo in maniera più precisa. In questo modo si evitano tante perdite di tempo a livello burocratico. Il progetto infatti, ha come beneficiario non il solo migrante in sé, ma le Pubbliche Amministrazioni che così si ritrovano a ‘trattare’ con i cittadini stranieri in maniera celere, snellendo procedure e qualificando i servizi pubblici a supporto di cittadini di Paesi Terzi, sia adulti che minori. 

A cosa serve e come funziona la mappatura dei servizi MiOriento che ha una piattaforma online specifica su www.progettobusy.it/mioriento?

Questa tecnologia ci serve per utilizzare tutte le conoscenze che servono ai servizi dedicati ai migranti. In sostanza, noi utilizziamo la piattaforma per mappare tutto quello che c’è in un determinato territorio, come l’inserimento lavorativo, le pratiche di documenti, i servizi sanitari, il ricongiungimento familiare, ecc. Il migrante una volta arrivato e sistemato al Centro di Accoglienza, verrà aiutato ad usare la piattaforma in modo tale che possa trovare nello specifico ciò di cui ha bisogno. 

Il progetto prevede aree tematiche e prestazioni a seconda il servizio e la provincia specifica. E di servizi ce ne sono tanti, all’interno dei sindacati, persino al centro di primo soccorso di Pantelleria o presso l’Ufficio Carta d’Identità di un comune. I migranti in questi contesti vengono sempre accompagnati da un tutor nelle varie fasi?

Interessante è l’area tematica che si può scegliere dal sito Busy: formazione, religione, ambito civile, arte, cultura, cure pediatriche. Tutte le province sono state mappate, non ce n’è una che è rimasta fuori. Faccio un altro esempio: se un migrante che si trova a Trapani vuole aiutare un amico, un fratello o un parente che è stato accolto a Siracusa, gli può indicare a chi rivolgersi attraverso la mappatura online di quel territorio. Naturalmente in ogni passo i cittadini stranieri vengono guidati nei vari servizi a cui devono accedere. Per noi è la garanzia del lavoro che abbiamo svolto in due anni e mezzo in favore dell’accoglienza. 

Lei ha detto che Busy e MiOriento si rivolgono ad istituzioni, associazioni, enti locali, che possono essere inseriti per fornire servizi. E’ anche un nuovo modo di pensare oggi il Welfare?

Certo, è un nuovo modo di fare accoglienza, attraverso lo sviluppo di varie fasi di integrazione dello straniero nel territorio. E’ un nuovo Welfare, indubbiamente. Peraltro, le istituzioni, associazioni o altri enti, del pubblico o del privato, che non siano già stati mappati, potranno contattare uno qualsiasi dei cinque sportelli attivati in Sicilia nei Comuni partner per chiederne l’inserimento.

Quali sono gli obiettivi a cui puntate? Ci sarà modo di espandere ancora di più il progetto?

Gli obiettivi sono diversi. Innanzitutto quello di lavorare su un nuovo modo di fare Pubblica Amministrazione, in maniera più ‘aperta’, attraverso la promozione delle competenze del proprio personale, favorendo i progetti organizzativi come la piattaforma o l’uso di video-fumetti per spiegare ai migranti cosa fare per la tutela della salute o in caso di agenti infettivi, come prevenire le malattie sessualmente trasmesse o come affrontare il percorso di gravidanza. Si tratta di una comunicazione semplice ma incisiva. Altro obiettivo è creare una piattaforma informatica che comprenda all’intento una ‘long list’ regionale per il reclutamento dei mediatori culturali. Perché se, ad esempio, a Palermo c’è bisogno di un mediatore ucraino – visto il momento storico che stiamo vivendo – e questo si trova a Siracusa, basta scorrere la piattaforma dei mediatori per trovarlo. L’idea è altresì quella di creare una rete di servizi coordinata dall’ANCI, con enti del terzo settore e associazioni governative e non, per mettere a disposizione tutti i soggetti di cui una ‘filiera’ potrebbe avere necessità.

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