Il Papa "del Gesù" - QdS

Il Papa “del Gesù”

Pino Grimaldi

Il Papa “del Gesù”

sabato 25 Settembre 2021

“Una Chiesa povera per i poveri”. Fu il primo pensiero che ebbe il Cardinal Bergoglio mentre scrosciavano gli applausi in una Cappella Sistina che vedeva per la prima volta eletto un Gesuita e per giunta dell’America Latina, Pontefice della Chiesa Cattolica Universale, 265° successore di Pietro Apostolo:era il 13 Marzo 2013.

Si chiudeva il tempo di Chiesa vacante apertosi con la impensabili dimissioni dei Benedetto XVI a sorpresa del mondo intero.
Il Cardinal Hummes che gli sedeva accanto abbracciandolo gli disse “pensa ai poveri” e Bergoglio decise di chiamarsi Francesco senza numero per dire al mondo che sarebbe stato il testimone del Santo di Assisi.

Stupì il mondo. E continuò dalla Loggia di San Pietro dicendo come prima frase “buona sera” e rifiutando di rimanere nel palazzo apostolico, ritornandosene a Santa Marta dove era alloggiato ed ove continua a vivere incurante del protocollo vaticano.

Gesuita obbediente come di regola “perinde ac cadaver”, con motto papale lo stesso che aveva da cardinale “miserando atque eligendo”: come dire da Papa sarò come sempre sono stato ! Nessuno credette. Ma tutti, dal quel 13 Marzo, si son dovuti convincere che Francesco è una roccia e non deflette di un millimetro dalla sua personalità che testimonia l’essere Chierico regolare della Compagnia di Gesù per chiamata di Dio a 17 anni dopo una confessione.

Papa quasi anomalo per il mondo d’oggi accettato ed amato dalle folle, che tratta tutti, Capi di stato e semplici pellegrini allo stesso modo, amicale, quasi confidenziale, ma rigido nella liturgia incurante delle sue sofferenze, sempre riduttivo nel suo dire, ma chiaro – a volte troppo – mai rinunciando a difendere il suo “catechismo” nel quale c’è la norma della sua vita. Secco nelle risposte “l’aborto è omicidio, il matrimonio è unione tra un uomo ed una donna, la famiglia è composta da genitori e figli, la pedofilia un delitto obbrobrioso”: come sempre stato.

Il suo carisma è un non carisma. E la curia per secoli adusa ad altro si irrigidisce e parte dell’ancien regime dei cattolici praticanti pregano, come egli chiede, per lui ma a litania senza troppa convinzione. Strano per un Vescovo di Roma che ha avuto anche di recente – e dunque nella memoria di viventi – Papi all’opposto di Lui. Già Santi!

Non stupisce più di tanto allora che presti orecchio al gossip vaticano e ne parli con ironia e facezie usando davanti a un centinaio di vescovi gesuiti riuniti a Bratislava, un linguaggio da curva nord di uno stadio per lamentarsi che qualcuno lo vorrebbe già morto e che stiano preparando un Conclave. Proprio Lui che sa che Il Camarlengo ed il suo ufficio appena eletto un Papa iniziano -non si sa mai – a preparare quanto serve alla successione sulla Cattedra di Pietro.
Provincialismo? Inosservanza delle regole del gioco perché non conformi alla sua mentalità? Messaggi manco tanto criptati a dire che “nulla sfugge al supremo comando”?
No. Papa Francesco non è un“robot”.
Vivo e vegeto vive il “suo” tempo.
Come ha sempre fatto.

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