Il passato è sicuro, il futuro è incerto - QdS

Il passato è sicuro, il futuro è incerto

Carlo Alberto Tregua

Il passato è sicuro, il futuro è incerto

mercoledì 11 Dicembre 2019

Sembra banale affermare che il passato è sicuro mentre il futuro è incerto. Ma su questa verità si fonda l’andamento di tutti gli eventi, perché abbiamo accertato in qualche misura gli accadimenti che si sono succeduti, mentre tentiamo con ogni mezzo di prevedere cosa accadrà.
È una delle su questo contrasto fra prima e dopo che si gioca la partita del presente, perché ognuno dovrebbe far tesoro della propria esperienza e di quella dell’umanità che l’ha preceduto per tentare di formulare previsioni che non sempre si indovinano.
Chi studia storia, letteratura, geografia, matematica, arti e cultura in genere, si può fare un’idea degli andamenti di questi venti o trenta secoli. Vi sono interpreti che scrivono libri in cui i saggi esplorano, analizzano e tentano di capire la portata degli eventi trascorsi.
Fra tutti costoro vi sono interpretazioni collimanti e divergenti, secondo le quali è molto difficile arrivare a conclusioni certe. Il che ingarbuglia ancor di più la situazione.

Si dice che la storia sia maestra di vita, ma la verità è che non insegna nulla, in quanto le generazioni che si sono susseguite non l’hanno letta a sufficienza e soprattutto non l’hanno capita, con la conseguenza che, sistematicamente, a distanza di decenni o di secoli, le persone umane cadono negli stessi errori in cui sono incorsi i propri avi.
Ciò è conseguenza della modestia delle persone, anche se emergono geni e intelligenze acute che riescono a vedere ciò che gli altri non vedono, con uno sguardo molto lungo, che supera spesso l’orizzonte.
Non solo la maggioranza delle persone non capisce questi spiriti illuminati, in quanto non ha la capacità e l’acume di vedere quello che altri vedono, ma per contro, critica fortemente chi guarda avanti senza paura e chi cerca di realizzare progetti anche fantasiosi che sembrano irrealizzabili.
Molti pensano ad un futuro pieno di tran tran, di ripetizioni, di fatti abituali, senza invece intuire che vi è una costante evoluzione in qualunque campo che consente al genere umano di evolversi e, sostanzialmente, di stare meglio sotto tutti i profili.
Il futuro è incerto. Ovvio! In Campania c’è la Cabala che dà interpretazioni ai fatti che accadono. Ovviamente si tratta di interpretazioni fantasiose e solo in qualche caso l’evento previsto si verifica, ma non perché era stato previsto correttamente, bensì perché è capitata una coincidenza.
Non è facile muoversi fra il sicuro del passato e l’incerto del futuro. Eppure la nostra capacità di valutare fatti e circostanze accaduti, che costituiscono la base per andare avanti, ci deve aiutare in questo senso e in questa direzione.
Se fossimo capaci di vedere quello che accadrà eviteremmo guerre e carestie, precederemmo fatti e circostanze che si verificheranno, mettendo in atto cautele preventive per tentare in qualche modo di salvaguardarci da eventi negativi.
Ma la dabbenaggine umana non consente di avere comportamenti saggi, per cui intere popolazioni vanno verso futuri pericolosi, anche se in qualche caso prevedibili, ed egoisticamente si tengono stretto ciò che hanno senza pensare che, comunque, il futuro miscela le carte.

Siamo 7,3 miliardi su questa Terra, ma fra qualche decennio la popolazione si raddoppierà sia per effetto dell’allungamento della vita che perché in quelle parti della Terra ove c’è povertà, nascono molti più bambini rispetto a quelle dove invece c’è una discreta ricchezza.
Le conseguenze di quanto precede saranno le forti migrazioni dai luoghi poveri ai luoghi ricchi, con il risultato che questi ultimi alzeranno barriere per contrastare tali migrazioni. Se però i ricchi facessero forti investimenti nelle terre povere, queste crescerebbero in modo autonomo ed il tentativo di migrare diminuirebbe fino a fermarsi, perché ognuno vuole vivere nei luoghi in cui è nato.
Il mondo è attualmente spaccato in due parti: quello avanzato e quello retrocesso. Il conseguente squilibrio genera guerre, carestie e morti. Bisognerebbe che le popolazioni colte riflettessero e facessero progetti per diminuire gradatamente, ma in modo continuato, le grandi differenze.

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