Ilva, oggi la resa dei conti Conte-ArcelorMittal - QdS

Ilva, oggi la resa dei conti Conte-ArcelorMittal

Gabriele DAmico

Ilva, oggi la resa dei conti Conte-ArcelorMittal

mercoledì 06 Novembre 2019

L’ipotesi sul tavolo: decreto d’urgenza per ripristinare lo scudo fiscale. L’incontro con i vertici del colosso dell’acciaio è previsto per oggi a Palazzo Chigi

ROMA – Dalla comunicazione dell’addio allo stabilimento Ilva di Taranto da parte della multinazionale “ArcelorMittal” sono passate appena 24 ore e, dopo le prevedibili critiche al governo, “accusato” di essere responsabile di questa scelta, il dibattito politico si è già concentrato sulle possibili soluzioni da adottare per evitare quella che a giusto titolo è stata definita una “bomba sociale”, per via dei circa 10mila posti di lavoro a rischio.

L’incontro con i vertici del colosso dell’acciaio è previsto per oggi a Palazzo Chigi: ma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha già fatto intendere che il governo non intende assumersi responsabilità che ritiene di non avere ed ha dichiarato che il Governo sarà “inflessibile sul rispetto degli impegni contrattuali”. Inoltre, ha aggiunto che ArcelorMittal “ha partecipato a una gara a evidenza pubblica e in Italia si rispettano le regole”.

L’idea, quindi, sarebbe quella di fare la voce grossa ma la multinazionale sembra ormai determinata a voler scappare dall’acciaieria di Taranto a causa dell’operato del Parlamento italiano che “ha eliminato la protezione legale necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale”.

La linea di Conte, dunque, sembrerebbe essere quella “dura” ma tale linea stride fortemente con l’ipotesi che al momento è sul tavolo, cioè quella di un decreto di urgenza che ripristini lo scudo penale per i commissari e gli acquirenti dell’ex Ilva. Sul probabile provvedimento si è espresso anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che per la prima volta dall’inizio del nuovo esecutivo, si trova d’accordo con Conte. “Se si perde l’Ilva perdiamo molto, se non tutto – ha dichiarato -. Ho letto che Conte vuole un decreto di urgenza, tornando indietro. Se lo fanno tutelando l’Ilva, i voti della Lega ci sono”.

A confermare lo sconcerto del Paese sulla retromarcia di ArcelorMittal è il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “Una grande azienda di tipo multinazionale planetaria come ArcelorMittal – ha dichiarato- un anno prima può non sapere nei trend economici cosa succederà un anno dopo? Può mai parlare di un’immunità penale come l’elemento per cui va via? Ma nel campo ambientale non c’è stato nessun sequestro o altro che riguardi l’ambiente in questo anno da settembre 2018 fino ad ora. Allora devo pensare che le motivazioni sono diverse, non certamente quelle ambientali o quelle sanitarie. Quali sono le vere motivazioni? L’azienda dovrà chiarire questo al premier Conte”.

Nel frattempo, arrivano le dichiarazioni dure nei confronti della politica italiana anche dal dirigente generale di Confindustria, Marcella Panucci. “Questi continui cambiamenti di norme – ha dichiarato -, interventi a gamba tesa sulle norme penali, l’incertezza del diritto e l’instabilità del quadro, non solo non attraggono investimenti ma fanno scappare quelli che ci sono”.

Gli attacchi, ovviamente, non tardano ad arrivare anche dall’opposizione. “Conosciamo – ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini – le prese di posizione del Movimento 5 stelle su Ilva: doveva diventare un parco giochi secondo Grillo, doveva essere chiusa secondo Di Battista, e Di Maio aveva definito l’appalto vinto da Arcelor Mittal ‘un delitto perfetto’. Stanno portando a compimento la loro promessa elettorale: la chiusura dell’Ilva. Chiediamo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, venga immediatamente in Parlamento. Perché il futuro dell’Ilva è un tema che riguarda l’Italia. Basta con la logica anti impresa del M5s”. Oggi, dunque, si gioca una partita importantissima per il futuro di Taranto e di tutto il Paese.

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