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In aumento in Sicilia gli infortuni sul lavoro dovuti al Covid

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In aumento in Sicilia gli infortuni sul lavoro dovuti al Covid

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mercoledì 29 Settembre 2021

Inail: negli ultimi due mesi in Sicilia impennata del +5,4%, tre volte di più rispetto alla media nazionale. Salgono a 19 i decessi nel 2021, quasi quanti quelli dell’intero anno scorso.

I numeri crescenti dei contagi in Sicilia durante il periodo estivo si riflettono sul mondo del lavoro.

Non è un caso che, leggendo i dati raccolti dall’Inail nel 19esimo report curato dalla consulenza statistico attuariale dell’istituto, rispetto alla rilevazione del 30 giugno, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 292 casi (+5,4%, superiore all’incremento nazionale pari a +1,7%), di cui 183 avvenuti ad agosto e 67 a luglio, mentre i restanti casi sono riconducibili ai mesi precedenti.

L’aumento, in termini relativi, ha riguardato tutte le province ma più intensamente quelle di Caltanissetta, Agrigento e Siracusa. La distribuzione dei contagi per genere evidenzia che la quota maschile è superiore a quella femminile, in controtendenza rispetto al dato medio nazionale.

In totale, da inizio pandemia, sono giunte all’istituto nazionale migliaia di denunce, quasi 180 mila, con un andamento sostanzialmente positivo in termini di proiezione per il futuro, se si pensa che il 68,2% sono riferite al 2020 e per il 31,8% ai primi otto mesi del 2021.

A livello nazionale sono Milano, Torino, Roma e Napoli le province più colpite. Le province che registrano i maggiori incrementi percentuali rispetto alla rilevazione di giugno – non per contagi avvenuti nel mese di agosto ma per il consolidamento dei dati in mesi precedenti – sono però quelle di Caltanissetta (+13,3%), Vibo Valentia (+12,9%), Agrigento (+10,5%), Oristano (+8,4%), Siracusa (+7,7%), Cagliari (+6,9%) e Crotone (+6,6%).

Roma è la provincia che registra il maggior numero di contagi professionali accaduti nel solo mese di agosto, seguita da Palermo, Torino, Milano, Cagliari, Siracusa, Genova, Firenze, Livorno e Imperia.

Ritornando alla Sicilia, se si guarda ai dati considerando le singole professioni, i contagiati tra i tecnici della salute sono nel 90,1% infermieri, il 2,3% fisioterapisti e il 2,1% tecnici sanitari di radiologia; tra i medici, oltre il 50% sono medici generici, internisti, cardiologi e anestesisti-rianimatori.

Tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, i contagiati sono per 3/4 ausiliari ospedalieri, mentre, tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, sono tutti operatori socio sanitari.

Sempre rimanendo in ambito medico, il 90% dei conduttori di veicoli che hanno contratto la malattia sono conducenti di ambulanze. Se si guarda ai dati relativi all’età, si vede che la media si attesta sui 46 anni e sale a 58 e mezzo per i deceduti.

Il 42,5% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (36,6%), under 35 anni (18,9%) e over 64 anni (2,0%). In base alla nazionalità, invece, i dati dicono che l’86,4% delle denunce riguarda lavoratori italiani. Il restante 13,6% sono stranieri, concentrati soprattutto tra i lavoratori rumeni (pari al 20,9% dei contagiati stranieri), peruviani (12,7%), albanesi (8,1%), moldavi (4,6%) ed ecuadoriani (4,1%).

Più di nove morti su 10 sono italiani (90,6%), mentre la comunità straniera con più decessi denunciati è quella peruviana (con il 15,7% dei casi mortali dei lavoratori stranieri), seguita da quelle albanese (12,9%) e rumena (8,6%).

In tutta Italia, il mese di giugno 2021 è stato il mese con i dati dei contagi più bassi sul totale della pandemia. Il 2020, con 147.715 infezioni totali denunciate, raccoglie l’82% degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia, con i mesi di novembre (40.359 denunce) e marzo (28.646) ai primi due posti per numero di casi. Il 2021, con 32.277 contagi denunciati in otto mesi, al momento pesa invece per il restante 18%.

Michele Giuliano

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