Incendi, la Sicilia sotto l’attacco di una mano criminale - QdS

Incendi, la Sicilia sotto l’attacco di una mano criminale

redazione

Incendi, la Sicilia sotto l’attacco di una mano criminale

Roberto Greco  |
sabato 21 Ottobre 2023

Ieri ancora diverse decine di roghi tra palermitano e messinese. Arrestato un uomo inchiodato da videotrappole. Il sindaco di Cefalù: “Sembra un piano del terrore”

PALERMO – Diverse decine di roghi, alimentati dal vento di scirocco, si sono registrati in tutta la Sicilia nella giornata di ieri, quella che sarà purtroppo ricordata come l’ennesima in cui la luce delle fiamme ha illuminato la notte e si è sostituita all’aurora. I maggiori roghi hanno distrutto ampie zone boschive a Termini Imerese, Cefalù, Collesano e Villafranca Tirrenica, dove le fiamme hanno anche minacciato i centri abitati. L’autostrada A19 Palermo-Catania, dove si sono formate lunghe code, è stata chiusa per diverse ore all’altezza dello svincolo di Trabia a causa degli incendi della zona di contrada Giardinello. Altri incendi si sono registrati tra Gibilmanna e Castelbuono, nel territorio di Cefalù e nel messinese a Gioiosa Marea, San Piero Patti, Rometta, Villafranca Tirrena, Sant’Agata, Tortorici, Capo D’Orlando, Merì e Milazzo.

Sempre nel messinese, dall’alba è in volo un Canadair della flotta aerea del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. È stato inoltre potenziato il dispositivo di soccorso locale con il raddoppio dei turni e sono stati mobilitati rinforzi dai Comandi di Catania, Enna e Siracusa. Sempre a Messina si è tenuta una riunione in Prefettura per il coordinamento dei soccorsi e dell’assistenza alla popolazione interessata dagli incendi divampati nel territorio metropolitano.

Tumminello: “Siamo di fronte ad un attacco sistemico al nostro territorio”

“La strategia criminale ha colpito ancora – ha dichiarato il sindaco di Cefalù Daniele Tumminello – Un’altra notte di fiamme e di devastazione. Non può sfuggire a nessuno che siamo di fronte ad un attacco sistemico al nostro territorio, allo scopo di impoverirlo, privandolo del bene più importante. Impensabile che tutto ciò avvenga per mano di singoli. Sembra piuttosto un vero piano del terrore, studiato e messo in opera da vigliacchi organizzati, che analizzano in anticipo il meteo e colpiscono contemporaneamente in più punti, in Comuni diversi, nelle ore serali, per rendere assai difficoltosa se non impossibile l’opera di spegnimento. Terroristi, cui non interessa di mettere a rischio la vita delle persone. A costoro diciamo che la nostra Comunità non si piega” e ha inoltre disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.

Proprio in questa giornata di massimo allerta, è stata emessa dal Gip del Tribunale di Patti un’ordinanza che ha applicato all’indagato la misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Si tratta di un uomo, dipendente comunale di Librizzi (Messina), che è stato arrestato con l’accusa di avere appiccato lo scorso 17 settembre un incendio nei pressi della strada provinciale San Piero Patti (Messina). L’episodio risale allo scorso 17 settembre e l’uomo è stato incastrato dalle video-trappole posizionate dai volontari. Le indagini svolte dai Carabinieri, in particolare alcuni filmati registrati proprio dalle video-trappole, “hanno inequivocabilmente dimostrato come l’indagato sia responsabile dell’insano gesto, mentre era alla guida dell’autovettura a lui in uso” dalla quale avrebbe lanciato un innesco, una piccola palla infuocata.

“L’incendio – ha detto il Procuratore capo di Patti (Me) Angelo Vittorio Cavallo – si appalesava da subito di estrema gravità e, al pari di numerosi altri appiccati nella stessa zona nei giorni immediatamente precedenti (giorni 31 luglio, 2 agosto e 29 agosto), si dimostrava di chiara origine dolosa”. L’ordinanza emessa dal Gip indica che “senza il tempestivo e provvidenziale intervento dei primi soccorritori, le fiamme avrebbero potuto propagarsi irrefrenabilmente, in modo incontrollato e con elevata potenza distruttrice, alle circostanti aree boschive, alle aree cespugliate, alla vegetazione di macchia mediterranea e alle abitazioni presenti sui luoghi. L’intensità delle fiamme, l’elevata inclinazione del pendio in cui si è sviluppato l’incendio e la fitta vegetazione esposta al fronte del fuoco avrebbero potuto determinare il veloce e potenzialmente devastante avanzamento delle fiamme. (…) Il ‘chirurgico’ posizionamento dell’innesco alle pendici di una collina, ai piedi di una scarpata ad elevata pendenza, a ridosso di una sede stradale circondata da vegetazione facilmente combustibile avrebbe potuto determinare il propagarsi delle fiamme ad alta velocità anche a causa del cosiddetto ‘effetto camino’”.

Sopperire le gravi mancanze della Regione

“Una fototrappola dal costo di qualche centinaia di euro, comprata a spese proprie, ha permesso a gruppo di volontari del servizio antincendio di Librizzi di incastrare il piromane che ha appiccato l’incendio di luglio, che poteva trasformarsi in una strage. Da troppo tempo i volontari e i pochissimi uomini impegnati ammirevolmente a coprire un territorio vastissimo, stanno provando a sopperire le gravi mancanze della Regione, che già da anni avrebbe potuto avere in funzione strumenti per il contrasto agli incendi” ha commentato l’eurodeputato del gruppo europeo Greens/Efa, Ignazio Corrao e ha aggiunto “Perché le aree boschive siciliane non sono mai state disseminate di fototrappole termiche? Perché non sono mai stati attivati droni antincendi che in tempi rapidissimi possono individuare un focolaio e intercettare i possibili responsabili che si trovano in zona? Perché non c’è stato un monitoraggio a tappeto in tutta la Sicilia nelle giornate in cui si prevede lo scirocco?”. E annuncia un’interrogazione alla Commissione UE per chiedere un intervento a supporto di tale debolezza strutturale, che la Regione non è mai riuscita ad affrontare.

La macchina regionale dell’antincendio, composta da Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Corpo forestale della Regione, in questa occasione era stata preallertata a seguito delle previsioni meteorologiche dei giorni scorsi. Mercoledì scorso il presidente Renato Schifani, dopo la dichiarazione di “crisi e di emergenza regionale nell’isola per dieci giorni”, emessa sulla base della “relazione del capo del dipartimento della Protezione civile della presidenza della Regione, Salvo Cocina, che (per i prossimi giorni, ndr) prevede forti venti di scirocco e temperature più alte delle medie con punte sui 35 gradi”, ha fatto richiamare in servizio, con la possibilità che, in caso di necessità, il periodo d’impiego potrà essere prolungato, 1.597 operai del Corpo forestale, che avevano già fatto parte della campagna antincendio cessata lo scorso 15 ottobre.

Il comandante del Corpo forestale della Regione, Giuseppe Battaglia è stato nominato Commissario delegato per il coordinamento di tutte le attività necessarie a fronteggiare le eventuali emergenze e le relative incombenze amministrative, così come previsto dalla legge regionale 13 del 2020. Intanto è stata annunciata l’unificazione della sala operativa del dipartimento della Protezione civile e quella del Corpo forestale, per la realizzazione di una sala operativa unica regionale per il potenziamento del sistema antincendio della Sicilia.

“L’approvazione della legge di Bilancio e della legge di Stabilità 2024-2026, entro quest’anno, assicurerà l’avvio delle attività di prevenzione dagli incendi nei tempi imposti dal significativo cambiamento climatico, l’introduzione di interventi normativi a supporto di una migliore organizzazione e un rafforzamento delle misure antincendio” ha affermato il presidente Schifani, intervenuto all’Ars sull’emergenza incendi.

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