Intervista a Giusy Benigno, nipote di Beppe Alfano

Intervista a Giusy Benigno, nipote di Beppe Alfano: “La mia tesi di laurea dedicata al nonno”

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Intervista a Giusy Benigno, nipote di Beppe Alfano: “La mia tesi di laurea dedicata al nonno”

Stefano Scibilia  |
mercoledì 14 Febbraio 2024

Il suo intento è quello di fare luce sui mandanti e portare avanti la lotta della madre Sonia e della sua famiglia, ancora oggi alla ricerca di risposte e giustizia

Studia Giurisprudenza alla Lumsa di Palermo e ha recentemente superato con un 30 e lode l’esame di Diritto processuale penale. Stiamo parlando di Giusy Benigno, 27 anni, figlia di Sonia e nipote di Beppe Alfano, giornalista de La Sicilia ucciso dalla mafia nella notte dell’8 gennaio del 1993. Per la sua discussione di laurea, prevista a luglio, Giusy presenterà una tesi dedicata alla vicenda giudiziaria del nonno dal titolo “La prova nuova nel giudizio di revisione del caso Alfano”.

L’intento di Giusy è quello di portare avanti la lotta della madre Sonia e della sua famiglia, che ancora oggi, a distanza di 31 anni dall’omicidio Alfano, è alla ricerca di risposte che mancano e soprattutto di giustizia.

Di cosa parlerai nello specifico in questa tesi?

“Dedicherò un capitolo al caso di mio nonno Beppe Alfano relativo al fatto che il mandante dell’omicidio Giuseppe Gullotti abbia chiesto la revisione del caso senza utilizzare una delle ipotesi tassative previste dalla legge. Quindi affronterò il caso di mio nonno, concentrandomi successivamente sul mandante che ha richiesto la revisione, che in un primo momento era stata ammessa e poi respinta”.

Avete organizzato diverse iniziative in occasione del 31esimo anniversario dalla morte di Beppe Alfano, che risposta c’è stata da parte dell’opinione pubblica?

“Siamo stati a Barcellona lo scorso gennaio in occasione dell’ultimo anniversario, non ci tornavamo da diverso tempo. È stata organizzata una messa per mio nonno e successivamente un dibattito dove ha parlato mia madre Sonia. Erano presenti il nostro avvocato Fabio Repici, diversi giornalisti, alcuni ex deputati e un ex senatore. Devo dire che è stato un incontro sentito all’interno della città di Barcellona. C’è stata parecchia gente che ha partecipato tra chi si chiedeva di cosa si stesse parlando e chi invece era realmente interessato al tema. Nella stessa mattinata c’è stato anche un incontro organizzato dalle scuole nei pressi della lapide dedicata a mio nonno”.

Come è stata la partecipazione dei più giovani a questa iniziativa?

“Penso che i ragazzi abbiano risposto bene, c’è stata anche una grande apertura da parte dell’assessore, i giovani erano tutti interessati e hanno fatto anche delle domande. Sicuramente in una città come quella di Barcellona i ragazzi vanno educati. Risulta importante sottolineare che la mafia esiste ancora sotto altre sfaccettature e questo è dimostrato anche dagli ultimi arresti che ci sono stati di recente”.

Come è cambiata la mafia?

“Sicuramente non ci sono più stragi o sparatorie, però la mafia oggi incide ancor di più nelle istituzioni, corrompendo o addirittura ricoprendo ruoli istituzionali. Quindi ciò che si può dire oggi è che c’è stata sicuramente una evoluzione della mafia”.

Quanto è importante secondo te fare luce sui mandanti dell’omicidio Alfano?

“Personalmente per me è importante portare avanti questa lotta, in prima battuta per mia nonna, per mia madre e per i miei zii che non hanno ancora avuto la verità che meritano su questa vicenda. Il fatto di aver visto l’astensione da parte di diversi giudici e magistrati nell’indagare fino in fondo è un ulteriore motivo per cui oggi più che mai è necessario continuare questa battaglia. Quando vengono portate delle carte o si chiede di ascoltare un determinato pentito e queste richieste non vengono esaudite per noi è un grande dispiacere”

Tu ancora non eri nata quando è avvenuto l’omicidio di tuo nonno. Quando te ne hanno parlato per la prima volta?

“Quando io e mia sorella abbiamo preso coscienza di ciò che è accaduto avevamo solo 6 anni, ma in realtà non lo abbiamo scoperto da nostra madre. Lo abbiamo sentito noi fuori dalla chiesa durante un anniversario in memoria di mio nonno. Da quel momento mia madre ci ha accennato qualcosa, ma quando siamo cresciute ci ha raccontato tutta la verità”.

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