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Israele, uccisi oltre 150 operativi Hamas e Jihad

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Israele, uccisi oltre 150 operativi Hamas e Jihad

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martedì 18 Maggio 2021

Da Gaza 3.440 razzi, 90 la scorsa notte. In 65 attacchi centrata rete tunnel 'Metro' Fonti mediche: In nove giorni di bombardamenti sono 212 i morti di cui 61 bambini.

Due morti e due feriti gravi: questo il primo bilancio
secondo la televisione commerciale Canale 13 di un attacco di razzi e di mortai
lanciati da Gaza ed esplosi in un capannone di un villaggio agricolo vicino
alla linea di demarcazione. Sul posto ci sono altri feriti, meno gravi. Secondo
l’emittente un razzo ha centrato il capannone. Quando le prime squadre di
soccorso sono sopraggiunte sono state colpite da un ulteriore colpo di mortaio.
L’attacco dei mortai è ancora in corso.

In nove giorni di continui bombardamenti israeliani a Gaza
sono rimaste uccise complessivamente 212 persone. Lo ha reso noto il
ministero della sanità di Hamas. I morti includono, secondo il ministero, 61
bambini,
36 donne e 16 anziani. I feriti sono stati finora 1400.

Fino a ieri sera sono stati uccisi negli attacchi alla
Striscia “oltre 150 operativi terroristi“, soprattutto di Hamas.
Lo ha detto il portavoce militare israeliano Hidai Zilberman spiegando
che “più di 120 sono di Hamas e oltre 25 della Jihad islamica
palestinese”. E’ possibile, ha aggiunto, che altri siano stati colpiti
negli attacchi della notte scorsa su Gaza.

Vladimir Putin chiede la fine della violenza da
entrambe le parti nel conflitto israelo-palestinese. Lo riporta la Tass.

Dall’inizio delle ostilità, lunedì scorso, i razzi lanciati
da Gaza contro Israele sono stati 3.440, intercettati al 90% dal
sistema di protezione Iron Dome. Lo ha detto il portavoce militare Hidai
Zilberman aggiungendo che di questi circa 500 sono ricaduti all’interno della
Striscia. Solo la notte scorsa i razzi sono stati 90. L’aviazione, nello stesso
lasso di tempo, ha distrutto altri 15 chilometri di tunnel sotterranei
nel nord della Striscia. Gli obiettivi colpiti sono stati 65, con nuovi
attacchi sul quartiere Rimal a Gaza City. L’esercito ha ribadito che
Hamas “piazza obiettivi militari in aree civili densamente abitate”.

Il capo di stato maggiore degli Stati Uniti, Mark Milley,
parlando ai giornalisti mentre si recava in aereo a Bruxelles per una
riunione della Nato, ha avvertito che il conflitto tra Israele e
militanti palestinesi di Hamas sta creando instabilità nella regione, anche al
di là di Gaza, affermando che “non è nell’interesse di nessuno continuare
a combattere”. Ha quindi fatto eco all’appello del presidente Joe Biden,
esortando entrambe le parti nel conflitto a diminuire l’escalation e ad
appoggiare un cessate il fuoco. “C’è una quantità significativa di vittime
e penso solo che quel livello di violenza sta destabilizzando un’area che va al
di là di Gaza”, ha detto.

“Credo che qualunque siano gli obiettivi militari,
debbano essere valutati considerando le altre possibili conseguenze”, ha
continuato Milley. “A mio avviso, la riduzione dell’escalation è la linea
di condotta intelligente a questo punto per tutte le parti interessate”.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, e quello egiziano, Abdel
Fattah-Al Sisi
, hanno discusso a Parigi di una mediazione con
l’obiettivo di ottenere un cessate-il-fuoco fra Israele e i palestinesi e si
adoperano per sollecitare l’appoggio della Giordania, secondo quanto
annunciato dal capo dell’Eliseo.

La mediazione franco-egiziana “è uno degli elementi che
permetterebbe di accompagnare un cessate-il-fuoco, chiave per consentire la
riunificazione delle componenti palestinesi e garantire il non ricorso alla
violenza” ha detto Macron nella sua conferenza di chiusura della
conferenza internazionale sul Sudan. Il suo incontro con al Sisi, prima della
conferenza, è stato dedicato soprattutto al conflitto in Medio oriente: “abbiamo
deciso di discutere nei prossimi giorni con il re di Giordania per vedere come
formulare una proposta concreta in questa direzione”, ha aggiunto Macron.
In precedenza, il portavoce del governo, Gabriel Attal, aveva detto che
“in questi ultimi giorni c’è un’offensiva diplomatica che proseguirà nelle
prossime ore. Noi appoggiamo l’idea di una mediazione egiziana, perché gli
egiziani come i giordani parlano con tutti nella regione”.

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