Cinema: Parabellum, terzo capitolo della saga di John Wick - QdS

Cinema: Parabellum, terzo capitolo della saga di John Wick

Francesco Torre

Cinema: Parabellum, terzo capitolo della saga di John Wick

giovedì 23 Maggio 2019

L’ex vendicatore è ora alle prese con una prova di sopravvivenza. Diretto ancora una volta da Chad Stahelski, esperto di arti marziali e stuntman di lunga data, il film non ha più lo smalto dell’esordio, nonostante la coerenza del concept di base

Regia di Chad Stahelski, con Keanu Reeves (John Wick), Halle Berry (Sofia), Ian McShane (Winston).
Usa 2019, 130’. Distribuzione: 01

In questo terzo capitolo della saga di John Wick, l’ex vendicatore è ora alle prese con una prova di sopravvivenza. Ai piani alti è stata decisa la sua uccisione, e non basterà aver avuto un’ora di tempo per fuggire grazie all’intervento di un alleato. Prima uno scontro all’arma bianca all’interno della New York Public Library, poi un’operazione chirurgica a Chinatown. Ed è solo l’inizio.

Diretto ancora una volta da Chad Stahelski, esperto di arti marziali e stuntman di lunga data, il film non ha più lo smalto dell’esordio, nonostante la coerenza del concept di base: una sceneggiatura incredibilmente inverosimile, un susseguirsi di scene d’azione incredibilmente inverosimili, un esito delle stesse e di tutta la trama incredibilmente inverosimile.
Nonostante ciò, e nonostante la prevedibilità dell’impianto, la complessità delle sequenze d’azione, il linguaggio cinematografico così coscientemente privo di sottotesti da indagare una dimensione estetica più alta, l’esibizione consapevole del gioco della rappresentazione per immagini sempre più sconcertanti ne fanno un’opera postcontemporanea di alto profilo, capace di mettere un piede nel campo dell’entertainment e l’altro in quello della riflessione metacinematografica.

Certo, la sequela di sparatorie, uccisioni, spruzzi di sangue ha di per sé qualcosa di pornografico, sadico, disgustoso, contenuti con cui il regista gioca con la stessa serietà di un bambino. E non si può dire che le ambientazioni, così varie e “importanti”, che fanno da sfondo ai fatti violenti siano utilizzate in maniera più intelligente che come un semplice screensaver sempre pronto a cedere il posto a pistole e spade. Questo è certamente un peccato, perché tutti coloro che hanno guardato con interesse il primo film ancora aspettano il momento in cui il regista deciderà di rompere il cielo di carta in cui ha imprigionato John Wick e metterlo di fronte alla realtà vera.

Magari riconoscendo una grande somiglianza rispetto al paranoico stato tecnologico moderno che riduce le persone a pedine di un gioco di ruolo, vero nemico di John Wick che tutto sommato qui insegue soltanto un sogno di libertà.

Voto: ☺☺☺☻☻

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