La Cina conquista il Terzo mondo - QdS

La Cina conquista il Terzo mondo

Carlo Alberto Tregua

La Cina conquista il Terzo mondo

mercoledì 05 Maggio 2021

Competenze, ambiente, finanza

Il grande Paese asiatico, che conta (dice) oltre 300 milioni di suoi figli sparsi per il mondo, sotto la sapiente guida di Xi Jinping (capo supremo, ingegnere chimico), ha cominciato la conquista del Terzo mondo silenziosamente, ma continuamente.
Come procede? Prestando risorse finanziarie ai Paesi già indebitati per costruire infrastrutture come strade, autostrade, linee ferroviarie e porti. Poi quei Paesi non ce la fanno a pagare i debiti, cosicché cedono in concessione centenaria (novantanove anni) l’utilizzo di quelle stesse infrastrutture.
Ora, come è noto, le infrastrutture costituiscono la rete viva dell’economia di un Paese, come vene e arterie sono le vie ove circola il sangue e tutte le altre sostanze del corpo umano. Quando le reti sono possedute da un Paese terzo, di fatto questo gestisce (seppur sotterraneamente) l’economia di quel Paese.
La questione è chiara, solo i ciechi non vogliono vederla.

Per esempio, nel piccolo Montenegro (620 mila abitanti) la Cina sta costruendo una gigantesca autostrada, un’opera di ingegneria superba per la quale è prevista una spesa di un miliardo, in modo da collegare l’interno con il porto di Bar, al confine con la Serbia. Ovviamente l’economia di quel piccolo Paese non sarà in condizione di pagare il debito, cosicché la Cina resterà concessionaria a vita.
Perché ci occupiamo di questo fatto apparentemente marginale per l’Europa? Perché il Montenegro ha chiesto di aderire all’Unione ed il processo è abbastanza avanzato. Dunque, se quel piccolo Paese fosse ammesso, quell’autostrada costituirebbe un cavallo di Troia all’interno dell’Unione stessa.
Stesso progetto la Cina sta adottando in molti Paesi africani che si affacciano sull’Oceano Indiano, sull’Atlantico e sul Mediterraneo. Non solo mette a disposizione le risorse finanziarie e le tecnologie, ma esige che i responsabili della costruzione delle infrastrutture siano cinesi, oltre alla maestranza. Infatti l’utilizzo di manodopera locale è abbastanza ridotto.
Il progetto espansionistico della Cina è evidente, ma non si vede chi possa fermarlo dato che due terzi della popolazione mondiale sono in una condizione economica medio-bassa.
Il progetto espansionistico della Cina non solo riguarda le infrastrutture, ma ha come caposaldo il decongestionamento ambientale, riducendo fortemente la Co2, tanto che prevede di rientrare in parametri più favorevoli all’ambiente rispetto agli Stati Uniti, all’Europa, alla Russia e al Giappone.
Oltre al disinquinamento, la Cina sta operando su un altro versante fondamentale, quello delle competenze e delle tecnologie. Ogni anno vengono istituite decine di nuove università, i laureati sono sempre di più e fra non molto il rapporto con la popolazione sarà più favorevole di quello europeo.
L’aumento notevole delle competenze ha fatto migliorare fortemente la qualità dei prodotti cinesi, che ormai ha raggiunto quella dei prodotti occidentali, tant’è vero che moltissime industrie americane ed europee hanno fatto joint venture con imprenditori cinesi ed insediato in quel Paese le loro fabbriche, apportandovi la propria tecnologia.

Vi è un altro asset su cui la Cina sta puntando e cioé l’intervento determinato nel mondo finanziario. Ovviamente la governance del Paese, essendo centralizzata in sole dieci persone, con a capo il citato Xi Jinping, è in condizione di prendere decisioni rapide, per cui l’oscillazione dello Yuan (la moneta cinese) non segue le classiche regole economico-finanziarie internazionali, bensì logiche interne di politica economica e di politica finanziaria.
Inoltre, si dice che i forzieri cinesi detengano forse un terzo dell’immenso debito statunitense, per cui quel Paese ha un forte deterrente contro le eventuali azioni degli Usa.
Ma il futuro poggia sulla competizione ad alto livello nelle prossime tecnologie, nella rete internet 6G, nella costruzione di microprocessori che lavorano ad una velocità impensabile e quindi nella capacità enormemente elevata dei processi informatici.
Il mondo occidentale si è accorto di tutto ciò e corre a frotte a insediare le proprie attività nel Paese asiatico, che, nel 2028 supererà per Pil gli Stati Uniti.

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