La comunità e la realtà concreta - QdS

La comunità e la realtà concreta

Luigi Patitucci

La comunità e la realtà concreta

giovedì 29 Aprile 2021

La rubrica ‘di’ cui vi parlerò, e ‘da’ cui vi parlerò realizza e sviluppa, un desiderio cui lavoro da qualche decennio

La rubrica ‘di’ cui vi parlerò, e ‘da’ cui vi parlerò, che prende le mosse a partire da questo istante, realizza e sviluppa, un desiderio cui lavoro da qualche decennio, generato per lo più da una mia personale scelta di tipo ‘politico’, per così dire, ovvero legata alla possibilità di poter intervenire direttamente, in alcuni contesti particolarmente degradati, afferenti all’intero contesto territoriale siciliano, con operazioni atte produrre azioni concrete nella vita reale. Anche qui, il termine creato per individuare la community della rubrica, accolta dal Quotidiano di Sicilia, individua in maniera diretta, ed inequivocabile, lo strumento adatto alla pratica di riparazione della nostra realtà quotidiana, che io sono solito chiamare con il termine di “Design Therapy”.

A tal scopo è nata la rubrica “Luogo inComune”, ad opera del vicedirettore Raffaella Tregua e del sottoscritto, in qualità di studioso dell’ambito applicativo proprio del Public Design, che si occupa di promuovere, condurre e sostenere, iniziative nell’ambito applicativo proprio del Public Design. Una rubrica, che è un Design Lab Permanente sui processi inerenti le problematiche connesse alla nostra esistenza in uno scenario urbanizzato, atta a risolvere le più urgenti questioni riguardanti lo sviluppo e la ridefinizione del contesto cittadino, o di un’intera area geografica, quale è quella della nostra isola, mediante l’applicazione delle metodologie afferenti alle complesse dinamiche inerenti lo spazio pubblico.

Con tale dispositivo attivo e risonante, si vuole appunto offrire all’utente, la possibilità di poter partecipare, in maniera diretta e coinvolgente, tramite il dialogo consentito dallo strumento d’esercizio emittente della rubrica, messo al servizio della utenza, al ridisegno dello scenario di prossimità che caratterizza il nostro modus vivendi. Ciò accade, attraverso una molteplicità di sollecitazioni, innestate mediante il dialogo tessuto dalle azioni proprie del Public Design, che si traducono in stimoli, atti a poter produrre ripetute operazioni di riflessione sullo stato dell’arte del nostro circo quotidiano, tali da generare persino, dopo qualche tempo, una riqualificazione della fisionomia dell’intera comunità urbana.

Il contenitore, che accoglie, e restituisce, informazioni alla utenza partecipata, mediante il sistema risonante di cui vi parlavo sopra, che utilizza gli strumenti mediatici caratteristici dell’era digitale, prende il nome di “Luogo inComune” . Strumento risonante che, come dicevo, consente la possibilità di potersi riconoscere in una comunità attiva e colta, perché informata e coinvolta, al servizio del territorio urbano, allo scopo di rintracciare ed accogliere, le istanze di tutta la comunità territoriale e poter produrre una fidelizzazione sensibile, per così dire, della utenza urbana con la amministrazione del bene comune. La comunità sociale, che verrà accolta all’interno della rubrica, individuata e riconosciuta in un determinato territorio, si alimenta di una indispensabile biodiversità, quale condizione necessaria alla sopravvivenza di un ecosistema fatto di identità, e di molteplicità, e complessità delle sue esistenze.

Attraverso la Fondazione Marilù Tregua, il giornale si farà dunque promotore di numerose iniziative di ricerca e di produzione, di una costellazione di azioni concrete che coinvolgeranno il recupero, la ri-funzionalizzazione e la riqualificazione ambientale, e sociale, di brani del tessuto urbano particolarmente esposti al degrado. Produrre la costruzione di un tessuto sociale più robusto, utilizzando competenze ed abilità universalmente riconoscibili, e rintracciabili, nella comunità planetaria, per reinventare la nostra realtà, la nostra stessa civiltà. Dobbiamo accogliere e metabolizzare, fare nostro il potere connesso all’esercizio del gioco, quale potenziale energetico immenso, gigantesco e, disponibile, per poter produrre cambiamenti possibili, felicità possibile, reinvenzione. Design Therapy, ecco di cosa abbiamo bisogno, della realizzazione di azioni concrete nella nostra vita reale, per la realizzazione di un Paesaggio Risonante.

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