La cultura prima carta per la ripartenza di Taormina - QdS

La cultura prima carta per la ripartenza di Taormina

Massimo Mobilia

La cultura prima carta per la ripartenza di Taormina

mercoledì 23 Dicembre 2020

Si guarda alle possibilità offerte dalla prossima stagione estiva, che deve rappresentare quella del rilancio post Covid. Ma anche in questo caso il futuro è molto nebuloso

TAORMINA (ME) – Emergenza economico-sanitaria e lockdown di Natale hanno definitivamente affossato le poche, flebili speranze rimaste di poter vedere un cartellone invernale di eventi targati Taormina Arte. Meglio guardare avanti, per programmare gli spettacoli che andranno in scena nell’estate 2021. Ma anche in questo caso il futuro all’orizzonte rimane denso di nuvole.

Secondo quanto previsto dalla nuova normativa regionale, entro il mese di dicembre la Commissione di valutazione Anfiteatro Sicilia avrebbe dovuto approvare gli spettacoli da mettere in scena al Teatro Antico di Taormina. Invece è stato rimandato tutto a gennaio, nonostante TaoArte abbia già stilato il calendario per quanto concerne le date a essa riservate. Trenta serate, da suddividere nell’arco della bella stagione (e non più di dieci ad agosto), già concordate con il Parco archeologico di Naxos – in qualità di gestore del sito archeologico più visitato di Sicilia – che in altre trenta serate libere programmerà la nota e suggestiva apertura serale del Teatro, rinnovato e illuminato a dovere.

Insomma, la cultura è pronta ancora una volta a ripartire e a proporsi come volano di ripresa turistica ed economica, ma ogni ritardo di programmazione, si sa, è un ritardo di promozione del territorio e, dunque, fette di mercato che voleranno altrove. Nel frattempo però, procede spedita la definizione amministrativa della nuova Fondazione Taormina Arte Sicilia, dopo che il Consiglio comunale della Perla, nelle scorse settimane, ha approvato a maggioranza lo schema di statuto proposto dal commissario, Bernardo Campo. Un’approvazione non proprio scontata se si considera che, proprio quando si era arrivati al rush finale, l’ostruzionismo dell’opposizione aveva determinato un ulteriore rinvio e il ritiro del documento. Era stata riproposta l’accusa di trovarsi di fronte a uno statuto “palermocentrico”, ovvero troppo dipendente dalle decisioni regionali. Lo schema infine approvato, ha trovato pienamente d’accordo l’Amministrazione comunale che, oltre ad esprimere il presidente del futuro Cda, rappresentato dal sindaco, nominerà anche un secondo esperto. Altre tre posizioni saranno invece nell’orbita degli assessorati regionali al Turismo e alla Cultura.

Con l’ok di Taormina, manca adesso soltanto la definitiva delibera da parte della Regione siciliana, per ratificare un sodalizio sul quale si discute e si lavora da due anni. Un processo turbolento, nel corso del quale, lo ricordiamo, rispetto al vecchio Comitato, strada facendo TaoArte ha perso la città di Messina, sia in veste di Comune, che in quella di ex Provincia. Il binomio Regione-Comune di Taormina è così andato avanti per la propria strada, partecipando al patrimonio della costituenda fondazione e definendo l’iter burocratico giunto al termine. Sinergia espressa anche sul piano pratico, con la definizione di un cartellone congiunto di eventi già durante le festività natalizie dello scorso anno, che si svolsero tra Taormina e alcuni teatri palermitani. Proseguita poi con il rilancio della Rassegna cinematografica (la cui gestione triennale è stata messa a bando e affidata a Videobank) e con l’allestimento dell’ultima stagione estiva che, nonostante i tempi ristretti e l’emergenza Covid, è stata considerata un successo.

Cultura che a Taormina, sempre con l’appoggio della Regione, dovrebbe presto arricchirsi anche con l’allestimento di un Museo civico. È questa la promessa del Governo regionale, d’accordo con il Parco di Naxos, per ridare alla Perla dello Ionio un museo della città, che manca dai primi anni Duemila e che potrà riportare nella Perla diversi reperti sparsi in altri musei dell’Isola. Nell’impossibilità di riaprire il palazzo di Badia Vecchia (ultima sede del museo) per gli eccessivi costi di ristrutturazione, la location scelta è quella di Palazzo Ciampoli, antico edificio nobiliare del centro storico, di proprietà regionale.

Twitter: @MassimoMobilia

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