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La devianza dalla comunità

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La devianza dalla comunità

Giovanni Pizzo  |
venerdì 29 Luglio 2022

Qua il problema non è la campagna elettorale, né la caduta del governo Draghi, qua è in gioco la credibilità del Paese. Che vale molto di più di tutta la politica italiana messa insieme

Alla fine degli anni venti del secolo scorso Cambridge venne infiltrata dai servizi segreti russi. Tre giovani benestanti dell’upper classe inglese, inseriti successivamente nei rami dell’amministrazione, furono reclutati e passarono per anni informazioni alla Russia.

Fu una scelta ideologica la loro, avevano aderito al sogno del socialismo, deviando dagli standard politici e sociali di riferimento della loro comunità. Fu un atto di ribellione. Si chiamavano Philby, Burgess e Maclean.

Una volta scoperti fuggirono poi in Unione Sovietica, dove vissero a lungo. Sono stati scritti libri su di loro, in particolare ne scrisse anche John Le Carrè. Loro, e il concetto di devianza, furono La mia tesina di sociologia all’università.

Cosa spinge un improbabile Capuano da Frattaminore, sedicente emissario leghista, a parlare con un addetto d’ambasciata russa a Roma, tale Oleg Kostyukov, guarda caso figlio dell’ammiraglio Igor Kostyukov, capo del servizio segreto militare russo?

Sulla cialtroneria italiana, e su Capuano il Carneade, ho già scritto ai tempi del fantomatico, quanto incredibilmente inopportuno, tentativo di viaggio di Salvini in Russia. Con i biglietti richiesti, in un accattonaggio provinciale, da Capuano e comprati proprio da Kostyukov.

Ma qui, nel passaggio di informazioni sul ritiro dei ministri leghisti nel governo italiano, siamo oltre, come ridicolmente oltre sono le smentite, che confermano la nostra italiana dabbenaggine, da parte delle autorità di Mosca. Le autorità russe nel nostro Paese trattavano informazioni sulla fine del nostro governo con emissari della Lega? Ma come mai Salvini non ha già scaricato questo cialtrone di Capuano? Come mai questi strani emissari faccendieri ruotano intorno alla Lega?

Ma la cosa più inquietante, dopo lo scoop de La Stampa, è la smentita del coinvolgimento dei nostri servizi da parte di Gabrielli. Le informazioni riferite sui giornali non sono nostre dice Gabrielli. Qua c’è un problema di sicurezza nazionale, in Inghilterra o in Francia qualcuno verrebbe arrestato e portato in un luogo segreto per essere interrogato, e il Capo dei Servizi Italiani smentisce che le informazioni sul caso siano nostre. E perché non sono nostre e sono di altre fonti di intelligence nel nostro paese?

E perché ha la necessità di smentire?

Perché è iniziata la campagna elettorale e non bisogna disturbare gli addetti ai lavori, neanche se si tratta di un caso così eclatante di ingerenza negli affari di governo italiano. La politica al di sopra dello Stato. Lo potevo capire ai tempi del partito Stato, la DC, ma oggi?

Ovviamente Draghi sa, e ce lo ha accennato nel suo discorso al Senato. C’è chi in Parlamento è vicino a Mosca. E  lo è in tempo di guerra.

Quali sono le reazioni del governo, seppur dimissionario, del Copasir, del Capo dello Stato? È la solita barzelletta italiana, cialtronesca come Sordi che faceva il trafficante d’armi? Siamo sempre ai simpatizzanti millantatori che non smentiamo né cacciamo in quanto buontemponi amici? O c’è del vero in questa storia?

Le cancellerie occidentali vorranno parlare con noi, sapendo che le cose poi finiscono a Mosca in quanto siamo l’anello debole della catena? Può un Paese così stupido far parte della Nato o ci tengono solo in quanto base logistica?

Qua il problema non è la campagna elettorale, né la caduta del governo Draghi, qua è in gioco la credibilità del Paese. Che vale molto di più di tutta la politica italiana messa insieme.

Così è se vi pare.

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