La disfida siciliana - QdS

La disfida siciliana

Antonino Lo Re

La disfida siciliana

Giovanni Pizzo  |
venerdì 04 Agosto 2023

Dove è finita la maggioranza che quasi un anno fa ha vinto in Sicilia? Anche la Sciarelli la sta cercando a Chi l'ha visto

Dove è finita la maggioranza che quasi un anno fa ha vinto in Sicilia? Anche la Sciarelli la sta cercando a Chi l’ha visto. Sembrava che si dovesse operare in continuità, magari con un ritmo decisamente diverso, dopo il Covid, che ha bloccato molto, ma è stato verso la fine anche un alibi. Via Musumeci, promosso a Roma al ministero del Mare, si è puntato sul forzista Schifani, uomo di esperienza, anche se sostanzialmente romana.

Ma oggi davanti ai primi problemi seri, le dichiarazioni degli attori della maggioranza sono tutti fuori registro. Sullo stop all’aeroporto di Catania innanzitutto, ma anche sugli incendi che hanno devastato l’isola, sui rifiuti, sull’esclusione sociale post RDC, sembra un coro distonico. I due maggiori contendenti, Forza Italia e Fratelli d’Italia, si fanno la guerra indiretta ormai dall’inizio, da quando Schifani voleva nominati altri assessori, rispetto a quelli proposti, in quota meloniana ed è stato sconfessato. Poi scoppia il pasticcio Cannes ed il solco si è allargato. Oggi la vicenda Catania ha divaricato ogni oltre misura le forze in campo. Gli altri partiti di maggioranza, cercano di lucrare posizioni nell’attesa di capire le forze in campo per le europee che potrebbero cambiare i rapporti di forza interni. L’Ars con questo clima politico è di fatto a fermo biologico, a parte qualche scarna manovra di bilancio a fare da coccoina, fra mance e mancette, tra i deputati, alcuni, non tutti. E le opposizioni? Come alcune stazioni climatiche, non pervenute.

Di tutto questo qualcuno paga il conto, e sono i siciliani, che hanno meno servizi, salari minori, altro che salario minimo, della media nazionale, i trasporti insostenibili, il turismo che rischia il boomerang, l’agricoltura a rischio climatico, e l’enorme, quasi un quarto della popolazione in povertà, con la beffa di milioni di euro a loro destinati non spesi e a rischio restituzione a Bruxelles. E le imprese, gli investimenti? 1,4 mld di fondi del PNRR che perdiamo simboleggiano la debacle.

Ma per affrontare tutto questo ci vorrebbe un bagno di realtà, di verità, dirsi le cose come stanno. E non sembra che sia finora questa la strada. Ci si parla a mezzo stampa, cercando capri espiatori, cerini da lasciare in mano a qualcun altro, tentativi di dirottare l’attenzione, più della stampa che dei siciliani rassegnati. La politica regionale, come sta avvenendo per il dibattito sulle province, si sta riducendo ad un’assemblea condominiale, senza respiro e solo per 8nteressi dei proprietari del pastificio. Le prossime elezioni si riuscirà a scendere sotto la soglia di votanti in cui la democrazia non è più rappresentativa. La Sicilia sarà ancora modello, di dissolvenza.

Così è se vi pare

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