La guerra che non piace - QdS

La guerra che non piace

Pino Grimaldi

La guerra che non piace

sabato 08 Ottobre 2022

Dal 24 Febbraio scorso, allorquando la Russia scatenò la “operazione speciale militare” contro l’Ukraina, albergano in Europa sentimenti diversi verso quella che, a prescindere dagli eufemismi, ha un nome ben noto: guerra. La cui ultima eco risaliva al Maggio 1945 quando cessarono, per resa della Germania, paure e timori che la II guerra mondiale aveva determinato con ecatombe di morti.

E quando poi il 5 e 9 Agosto successivo gli Usa sganciarono bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki con più di 300 mila morti nel giro di alcuni minuti e la resa del Giappone, tutti commentarono che era stata una carneficina sì, ma era chiaro che non vi sarebbero state più guerre ché con l’arma atomica avrebbero messo a rischio il Pianeta Terra.

Si sarebbe dovuti essere più prudenti nel giudizio con tutte le grandi potenze, ma poi anche le medie e piccole – correre ad armarsi di atomiche per far sì, si disse – che tanta potenza distruttiva nelle mani di tutti avrebbe bloccato automaticamente l’uso di essa perché sarebbe stato (vero!) la fine del mondo. E così l’umanità andò a dormire tranquilla anche se, a volte, ebbe incubi presto dissoltesi.

E siamo all’oggi con Russia che pur grande potenza per estensione territoriale, abitanti, armamenti, sviluppo tecnologico e diritto di veto all’Onu, retrocede sotto l’attacco degli Ukraini ben foraggiati da tutto l’Occidente che non vuole perdere l’occasione per ridimensionare la Russia che, pur super sanzionata ha chiuso i rubinetti del gas e ci lascia al buio, freddo e crisi economica.

E, in difficoltà belliche, minaccia l’uso della “atomica tattica” che se usata porterebbe l’Occidente a reagire ed a determinare l’olocausto finale con tutti a casa: del buon Dio.
Il popolo di tutti i contendenti non ama crepare, ovvio ,e reagisce ovunque con manifestazioni contro la guerra, mentre i Governi Occidentali si illudono di far fuori Russia e suoi despoti portando la pace, in questo caso, “vittoriosa”.

Tutto è possibile, certo, ma è anche vero che i sogni finiscono all’alba. Così come accadde all’Italia che nel 1940 scese in guerra perché il popolo in tutte le piazze manifestava per avere Nizza e Savoia e si trovò dopo cinque anni super sconfitta. Parrebbe che la storia sia stata inventata solo per far fare film!

In questo bailamme una buona notizia. Poiché una certa parte d’Italia accusa di “non avere fatto i conti con il fascismo” dicendo “una parola finale”, il Premio Nobel dato a Svante Pääbo per avere stabilito il legame tra l’uomo di Neanderthal e quello d’oggi, taglierà la testa al toro. Basterà prelevare il genoma da un piccolo osso di quanto resta di Mussolini e confrontarlo con quello dei sospetti fascisti. Se coincidente sarà tale, ma se negativo non si stia più a dire (Cazzullo ) che in Italia di fascisti ve ne sono:” non moltissimi ,ma non pochi”.
Et post hoc, satis.

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