La guerra delle piazze - QdS

La guerra delle piazze

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La guerra delle piazze

Giovanni Pizzo  |
domenica 06 Novembre 2022

Sarà fatta una manovra in deficit. E la guerra in Ucraina servirà solo per lotte intestine, dentro la maggioranza e dentro le opposizioni.

La mia piazza è più bella della tua! La tua è guerrafondaia, siete per le armi! Ma se voi siete con Putin con il vostro peloso disarmo! E comunque Letta con noi non c’entra, mentre Voi avete Renzi! E Voi allora? Che avete D’Alema che vende armi alla Colombia? Noi abbiamo il Papa voi la Moratti! Noi siamo senza Se e senza Ma, Voi usate sempre il condizionale. Certo! Noi abbiamo studiato, siete Voi che non coniugate i congiuntivi!

Queste sono le fantastiche piazze della Pace in Italia. Roma vs Milano. Un dibattito serio, da fare in maniera matura, magari con una conferenza internazionale per far risorgere diplomazie e politica sottomesse oggi ai cannoni e ai droni, ridotta a “sciarra” paesana.

È inutile che i talk ogni tanto tentino di invitare Lucio Magri dell’Ispi o Lucio Caracciolo di Limes. Siamo un Paese, ops Nazione, provinciale, da fiera paesana, senza un respiro internazionale, senza una classe dirigente che capisca i fenomeni che si muovono oltre le Alpi.

Siamo passati dai Moro, La Pira, Cossiga, Spadolini, ai Conte e Salvini, in cui uno come Orsina si spaccia per un Kissinger o uno Schlesinger. Armi o non armi, come i petali della margherita, sarà il dibattito che si riproporrà in Parlamento, utilizzato con bassissimo livello al fine di una distrazione di massa dai problemi interni.

Che sono sostanzialmente di soldi, che non ci sono, e debito in aumento. Faremo una manovra in deficit, con un Europa malmostosa che ci presenterà il conto sulle prossime tranche di finanziamento del PNRR, a causa di una scarsa capacità di riforme. E la guerra in Ucraina servirà solo per lotte intestine, dentro la maggioranza e dentro le opposizioni.

Serviranno posizioni di trincea per riposizionamenti di schieramento, o per mozioni congressuali, ma di Ucraina, di crisi di regime in Russia, di Nato, non gliene frega a nessuno. A parte Magri e Caracciolo. Siamo un Paese da “limine litis” non da Limes.

Così è se vi pare.

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