La nemesi della destra è una Folgore

La nemesi della destra è una Folgore

Daniele D'Alessandro

La nemesi della destra è una Folgore

Giovanni Pizzo  |
sabato 19 Agosto 2023

Una riflessione sulla trasformazione della destra italiana, sempre più vicina ormai all'Europa e agli Stati Uniti

La Meloni, “diciamolo” con un’intonazione alla La Russa, si è democristianizzata per piacere a Weber e a Biden. Ha mollato la coppia Trump&Putin per essere accettata in Europa, ma anche in Italia. Questo lascia spazio ad una destra più radicale, più netta, stile AFD tedesca. Era partito già da qualche mese Alemanno, ma la sua destra sociale si era sporcata ed usurata, soprattutto dal divorzio con la figlia di Rauti, prontamente ripescata da FdI, fondatore di Ordine Nuovo. Ed è proprio il concetto di Ordine e Legge, magari un po’ razziali, che emerge dal libro del nuovo campione di una destra diversa. Una destra vera e non ancora attenta a potere e poltrone. A lui, Roberto Vannacci, le poltrone dello Stato Maggiore sono state già precluse prima del libro. Parafrasando moltissimo si potrebbe immaginare che la destra italiana ha trovato il suo Generale De Gaulle, soprattutto nei confronti di un fronte, quello Sud, decisamente scoperto.

La Meloni da tempo ha abbandonato parole d’ordine come “blocco navale” e “Cannoneggiamenti”, parole che in bocca ad un ex Parà della Folgore, comandante degli incursori del Col. Moschin sarebbero come il cacio sui maccheroni. Sarebbero per la prima volta credibili. A parte Minniti, nessuno a sinistra o a destra ha dimestichezza con militari e tempi di guerra, nemmeno Crosetto, lui gli armamenti li vendeva mica li sapeva usare. La quasi totalità degli attuali deputati non ha nemmeno fatto il militare di leva, come fa a capire il mondo nuovo post guerra Ucraina? E questo il fattore X, un esperto come Lucio Caracciolo come Cassandra lo ripete da tempo. La guerra scatenata ad Est, sottotraccia da anni, con la sottovalutazione dell’opinione pubblica europea, ci sta riportando ai tempi normali, in cui la Pace degli ultimi 78 anni vissuta da noi europei è un’anomalia storica. Ed in tempi di guerra, flussi demografici importanti, crisi energetiche, pandemiche arriva il bisogno dell’uomo forte, dell’uomo che ha certezze e rifugge i dubbi.

Si percepisce la necessità del Generale. Abbiamo già avuto quel bravo Figliuolo, ma lui veniva da un’arma meno aggressiva, il Genio. Ed ecco uscire magicamente fuori Lui, Roberto Vannacci da La Spezia, un militare “vero”, delle Forze Speciali, una Bronze Medal Star degli Stati Uniti d’America, l’unica potenza militare occidentale rimasta, visto che l’Europa non ne ha una. Metti una sera a cena in Florida che Trump e la destra reazionaria americana voglia conoscere questo plurimedagliato Generale. Metti che scommettano qualche robusto dollaro su di lui. Cosa succederebbe alla ormai dorotea destra italiana, che si bacia con Biden e Ursula? Fantapolitica direte voi, però stranamente che esce nei tempi giusti, tra venti di guerra e di crisi strategiche, con una Cina destabilizzante, un’Africa in esplosione. Poi Vannacci risulterà magari non idoneo. Ma finora ha fatto una cosa incredibilmente nuova per noi dorotei italiani. Non ha ritrattato, né chiesto scusa sull’onda di un’opinione pubblica urlante, gestita sempre da minoranze. Ha tenuto la posizione come i Parà sanno fare, perché a questo servono, e questo la Patria gli chiede. Quale Patria? Vannacci non ha dubbi, io, pur da ex ufficiale dei Bersaglieri, onestamente si.

Così è se vi pare.

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